Prologo

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Mi fermo davanti all'ingresso dell'appartamento e cerco le chiavi, che rumoreggiano dentro il mio zaino.

Dopo averle trovate, entro.
Mi si presenta, come ogni giorno ormai, un'ambiente vuoto. Non ho mai curato il mio appartamento, è rimasto bianco e odioso da allora. Sembra la camera di un ospedale la cucina.
Buttò lo zaino sul tavolo e mi siedo su una sedia.

Il sole spacca le pietre quì a Catania, e non è stata un'ottima idea girare per i negozi come un poveraccio a cercare lavoro.
Chiudo gli occhi e porto il capo all'indietro sospirando profondamente.

Resto in quella posizione per un pò ma poi mi alzo e mi dirigo nel bagno.
Mi piazzo davanti allo specchio, lo faccio sempre ormai, ma non so il perché. È come una fissa, non è vanità, mi piazzo lì davanti e conto ogni mio difetto, con la paura di averne ogni giorno di più.

Quindi.
Ho i capelli ricci e i lati rasati e sembro una pecora tosata male.
Ho il naso piccolo e le labbra un pò sottili.
Ho gli occhi azzurri, ed è l'unica cosa che amo di me. Sono come il mare in tempesta, azzurri con una tonalità più scura al confine dell'iride. Alla fine finisco sempre per fissare quelli e ricordo come anche lui li fissava.
Scuoto il capo ed esco dal bagno.

Vecchi "Amici" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora