La pioggia cadeva, fitta, sospinta da un freddo vento gelido che struggeva la pallida notte di gennaio.Le strade deserte. L'unico dinamismo percepibile era dato da un giovane uomo , che camminava curvo guardando il marciapiede, sotto l'acquazzone, avviluppato da un mantello nero che ad ogni suo passo ciondolava da destra verso sinistra e viceversa.Alcune ciocche sbarazzine dei suoi lunghi capelli corvini gli scivolavano appena sopra gli occhi ottenebrandogli la vista. Lacrime calde gli solcavano le guance per via della brezza glaciale.Era freddo fuori,era fredda l'aria, la terra, il vento.
Un solo corpuscolo caldo gli donava la risolutezza di continuare in quella sofferta camminata:il suo cuore.Si deve rendere noto infatti che la meta del nostro giovane era proprio l'abitazione di Lei.
Perché Lei era la sua casa, l'unica che avesse risvegliato in lui i lontani ricordi del calore di una famiglia.
Era ora dinnanzi alla sua porta.Ebbe un momento di esitazione.Fu assalito a un tratto da mille pensieri.Era da mesi che non la vedeva e un sentimento di rincrescimento lo pervase: l'aveva abbandonata a sé per tutto quel tempo, congedandosi solamente proferendole in un sussurro "grazie" e premendole la fronte con due dita, privandola di comprendere quest'ultime sue gesta perché troppo implicite. La poveretta era rimasta sola a raccapezzarsi su cosa lui volesse intendere con ciò: era un addio? Un arrivederci? Un "tornerò da te" o il contrario di quest'ultima ipotesi? La verità era che il nostro giovanotto non era bravo a parole e non era riuscito a palesarle i suoi sentimenti, quello che davvero voleva che Lei sapesse.
La realtà era che loro erano davvero diversi, Lei era il mare e lui un ragazzo che aveva paura di nuotare.
Si stava ormai viziosamente domandando se la meritasse davvero, e la poco consolante voce della coscienza gli ribadì di no.Lei era sempre stata un anima sofferente a causa sua, colpa della sua freddezza e del suo narcisismo patologico.Ma Lei continuava a trascinarsi da lui nonostante tutto lo strazio, pensando che solo lui potesse essere l'uomo della sua vita anche se Lei non avrebbe mai potuto essere la donna della sua.Adesso però era diverso.
Lui ora voleva Lei.
Decise finalmente di bussare alla porta della sua amata, sentì il suo respiro sussultare a quest'ultima azione e la mano tremante.La porta si aprì.Lui vide Lei.Era bellissima.
Si soffermò a contemplarla per un tempo indefinito.I capelli rosa le cadevano morbidi sulle spalle,leggermente mossi sulle punte,incorniciandole il visino aggraziato, plasmato su pelle candida e levigata leggermente arrossata sulle guance e sulla punta del naso.Gli occhi smeraldini erano ancor più in rilievo in tutto quel candore.Le labbra erano leggermente socchiuse e di un delizioso colorito.Indossava una semplice vestaglia azzurrina, con un leggero spacco, che lasciava scorgere la bianchezza del collo e del décolleté, dove si intravedeva la tenue linea tra i due seni,che avevano una naturale forma leggermente appuntita.Il ventre era piatto e solcava il tessuto del vestitino in quella zona,che si riallargava e aderiva al raggiungimento dei fianchi,rotondi e sinuosi.L'orlo dell'abitino da casa,finiva appena sopra le ginocchia.Le sue gambe erano lisce e magre,un poco affusolate .
«Sasuke, sei tornato» La sua voce,limpida e dolce,lo riportò un attimo alla realtà dove si era dimenticato di essere mentre era fermo a osservarla.
«Hn» Maledizione alla sua stringatezza.
«Bene...penso che tu sia affamato,vado a prepararti qualco-»
«Sakura» la interruppe proferendo il suo nome con tono a sembrare autoritario.
«Cosa c'è?»
«Perdonami» Sasuke fece due passi in avanti appressandosi maggiormente a lei.Riusciva ora a sentire meglio il calore dell'altra, il suo profumo,il suo respiro, il suo aspetto, la sua anima,il suo cuore.
«Perdonarti per cosa?» Era estenuata dei suoi monosillabi.
«Per tutto» Prima era lontano,ora era unito. Prima era solo lei,ora c'era anche lui.Prima era disordine,caos,smarrimento, ora era ordine,chiarezza,ritrovamento.Prima era un percorso solitario nel buio per entrambi, ora era luce condivisa insieme.Le distanze si azzerarono e Sasuke cinse le sue braccia a racchiudere il vitino della rosa. Un abbraccio.Percepì subito il calore emanato dall'esile corpo della sua amata, ponendo nell'oblio tutto il gelo esterno che aveva patito nella strada per arrivare a lei.Sakura si confortò nascondendo la testa nel petto del suo uomo,inebriandosi del suo profumo preferito e tanto mancato.Si uní ancor di più al fisico di lui congiungendo timidamente le sue braccia dietro al suo collo.
Il tempo scorre.Sakura e Sasuke non avevano mai prestato attenzione ad esso, non sempre per lo meno.Il tempo si dà per scontato, ha i suoi scorrimenti e involuzioni,ma essenzialmente non cambia mai.Non si può fermare,non importa quanto lo si desideri.Le lancette dell'orologio vanno ad un unica direzione invariabile.Eppure era questo che entrambi desideravano,volevano.Fermarsi a questo punto,in questo momento che sembra un sogno, perché stanno bene, sono così felici insieme,uno avvinghiato all'altro,consolandosi insieme senza nemmeno il bisogno di parlarsi,perché a loro basta quella sensazione condivisa,quel calore percettibile solo da loro, che sembra appartenere solo alla loro coppia.
Se questo momento non si può immortalare, bisognerà togliersi la voglia di fermare il tempo pensando ad uno futuro talmente migliore fa voler andare avanti.Questa meditazione pervase la mente di entrambi che alzarono lo sguardo per incontrarsi con gli occhi.Nei riflessi dei suoi occhi,lui vedeva se stesso .Nei riflessi dei suoi occhi, lei vedeva se stessa .E nella luce degli occhi di entrambi,riuscivano a specchiarsi l'un l'altro, vedendo ognuno un immagine di sé
felice.
Era poi bastato uno sguardo.
Le loro labbra si cercarono disperatamente finendo per unirsi.Era un ricongiungimento dopo tanto, di quelli sofferenti, che fanno più male che bene, ma che si necessitano perché drogati da quelle sensazioni dell'attimo: le labbra morbide e leggermente umide appoggiate tra loro, i respiri più affannosi,i brividi di casto piacere,gli stomachi in subbuglio,i battiti impazziti.
Il loro bacio parlava per entrambi,come se fossero gli unici al mondo,perché ai loro occhi, lo erano.C'erano solo loro,il loro bacio,le loro anime,i loro cuori, il loro amore.
Ora non era più calore, era fuoco puro.
fine
DISCLAIMER: Ciao a tutti, qui metto un paio di chiarimenti che tengo esporvi.
Intanto non sono una scrittrice ma sono una studentessa delle medie, quindi mi scuso in anticipo se non sarà scritto bene eccetera.In più questa é la mia prima storia che scrivo, quindi é qualcosa di nuovissimo per me.A inizio oneshot, quando ancora non viene esplicitato il nome di Sakura, per riferirmi a lei uso "Lei" con la maiuscola. Questo semplicemente perché mi piaceva usare il maiuscolo per evidenziare che non è una lei qualunque per Sasuke, ma che è proprio Lei (spero di essermi spiegata, nella mia testa suonava meglio scusate) .
E boh nulla spero vi piaccia!!!!!!!