I sogni con Jacopo erano sempre stati incubi terrificanti e oscuri. I primi tempi, appena dopo aver scoperto della sua esistenza, Simone non voleva nessuno a calmarlo quando succedeva. Ce la faccio da solo diceva, e ci credeva davvero. Poi, un giorno, un testardo riccioluto aveva deciso – senza voler sentire lamentele – di trasferirsi per un po' a casa Balestra, di creare la sua piccola tana sulla brandina accanto al letto di Simone e quest'ultimo era stato a costretto a condividere con lui quello stato pietoso in cui si riversava ogni notte. All'inizio Manuel era semplicemente spaventato e Simone lo notava dal modo in cui lo guardava dopo ogni incubo, un po' come se gli facesse pena. Lo notava anche dal modo in cui tremava, perché non sapeva se toccarlo o se limitarsi a parlargli, per farlo calmare. Simone non voleva fargli pena, non voleva sentirsi un peso, ma Manuel col tempo era diventato sempre più attento e protettivo, fino a trovare il modo giusto per stargli vicino. Aveva preso l'abitudine, ogni volta, di lasciare la brandina e stendersi accanto a lui. Gli accarezzava il petto quando non riusciva a respirare, gli infilava una mano tra i capelli muovendola dolcemente finché non si riaddormentava – e anche oltre, ma Simone non l'avrebbe mai saputo. Solo così riusciva a dormire almeno tre ore di fila, sereno. Dopo aver fatto colazione, mentre si sistemavano per andare a scuola, Manuel lo abbracciava sempre da dietro e gli chiedeva con voce dolce «stai bene?». Simone, cullato da quelle piccole coccole e rassegnato che fossero il massimo che avrebbe potuto avere da lui, gli rispondeva sempre «ora sì.». Ben presto trasformarono quel momento in un piccolo rito quotidiano.
Poi Manuel se n'era andato e lui aveva definitivamente perso il sonno. Probabilmente aveva paura che gli incubi si intensificassero e che, oltre alla perdita di Jacopo, avrebbe dovuto affrontare ogni notte anche la partenza di Manuel. E, senza il rito, non ce l'avrebbe fatta.
Ora però Manuel era tornato e la sveglia alle sette di quel giovedì mattina l'aveva strappato dal sogno più tranquillo degli ultimi cinque anni. Non sognava Jacopo da mesi e non l'aveva mai sognato così: felice. Ma soprattutto, nei suoi sogni con Jacopo, non c'era mai stato anche Manuel.
Il risveglio era stato traumatico, perché niente di quello che aveva sognato era reale.
Niente di quello lo sarebbe mai stato.
I due ragazzi giocavano a schizzarsi l'acqua negli occhi mentre lui era seduto a bordo piscina ridendo di loro, con loro, per loro. Poi lo guardavano e partivano all'attacco tirandoselo giù in acqua, mettendoselo sulle spalle, abbracciandolo quasi fino a soffocarlo, e l'unico pensiero che gli balenava in testa era quello di voler morire lì, con loro, in quella realtà.
Dove entrambi lo amavano e dove lui quell'amore lo sentiva scoppiare dentro.
Manuel era tornato e lui li aveva sognati tutti e tre felici. Forse era un segno, forse era il suo inconscio, forse non era niente di niente, ma Simone aveva la tendenza ad aggrapparsi con tutte le sue forze alla più piccola briciola, pensando potesse crescere e tornare ad essere mollica di pane. Forse avrebbe dovuto dirglielo. Afferrò il cellulare e scrisse di getto un messaggio all'ultimo numero di Manuel che ricordava a memoria, anche se una parte del suo cuore sperava l'avesse cambiato per evitargli una figura di merda – o l'ennesima delusione.
Ho sognato Jacopo.
Si bloccò a rileggerlo non sapendo se aggiungere il fatto che nel sogno ci fosse anche lui, che fosse un sogno felice, che avrebbe voluto fosse la realtà. Poi in un attimo si ricordò di essere incazzato. Furioso. Manuel non meritava di sapere di averli sognati felici, come si erano immaginati durante le visite al cimitero e le chiacchierate a tre con Jacopo, quando il peso della storia che li aveva uniti era stata un'occasione per Simone di andare avanti con la consapevolezza che non fosse solo e un'occasione per Manuel di capire perché si sentisse così profondamente legato a Simone.
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Di piccoli grandi ficcanaso e vino rosso | Simuel
FanfictionTra Lacryma Christi e Sangue di Giuda, due anime potrebbero tornare ad incontrarsi.