Capitolo 1

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Fara Candela

La Patanara

Romanzo

Titolo Originale:
La Patanara
© Fara Candela, 2022
Illustrazione copertina © Fara Candela, 2022









Prima edizione, luglio 2022

Questa opera è pubblicata direttamente dall'autore tramite la piattaforma di
self-publishing KDP di Amazon.
L'autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva.
Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo consenso dell'autore.

Capitolo 1


Enrico tentava di telefonare ad Elisa da un quarto d'ora,
le aveva già lasciato una ventina di messaggi senza ricevere risposta, eppure era sicuro che avesse già finito di lavorare.
– È inutile, non risponde! – disse ad alta voce, anche se non vi era nessun altro in casa per poterlo udire.

Quasi rassegnato, ripose il cellulare nello zaino insieme al caricatore e a un paio di vestiti, aprì il cassetto della scrivania e prese una chiave che mise in tasca.
Era pronto per partire, sarebbe stato via per quattro giorni e avrebbe preferito avvisarla di quella telefonata improvvisa che aveva appena ricevuto.

Mise lo zaino in spalla e chiuse la porta a chiave.
Scendendo le scale pensò che forse non le sarebbe importato più di tanto della sua partenza, dopotutto, la sfuriata avuta durante la cena della sera prima, poteva benissimo considerarsi l'ultima.

La sua Bmw era parcheggiata davanti al portone del palazzo, una volta entrato in auto si ritrovò con le ginocchia schiacciate tra il petto e il volante. Per mettersi comodo dovette riposizionare il sedile indietro e il pensiero immancabilmente tornò a lei. Una donna tanto piccola quanto grande, con sempre mille idee nella testa che lo affascinavano ogni qual volta ne tirava fuori una. Amore sin dal primo incontro come fosse un segno del destino.

Quella notte dopo la discussione non aveva chiuso occhio, l'amava nonostante gli alti e bassi della loro relazione, ma non riuscendo a trovare il modo per farsi perdonare era sicuro che questa volta Elisa lo avrebbe lasciato.

Un paio di lunedì prima si erano scambiati le auto perché quella di Elisa, una piccola utilitaria molto in là con gli anni, aveva iniziato a perdere olio e necessitava di una revisione, una commissione che Enrico si era incaricato di fare prendendo accordi con il suo meccanico ma che come al solito per un motivo o per un altro non aveva portato a termine.

Una dimenticanza? Non lo sapeva nemmeno lui. Aveva saltato l'appuntamento e come al solito rimandato al giorno seguente e al giorno dopo ancora. In quel periodo non stava molto bene, iniziava ad avere forti mal di testa improvvisi e l'umore ne aveva risentito parecchio.
Ormai il problema dell'auto non era più suo e nel mentre tentava di mettersi il cuore in pace, girò la chiave e partì.

Prima tappa distributore di benzina e poi bar, per un accendino e un sacchetto di patatine.
Il sole stava per tramontare e il viaggio, almeno all'andata, si prospettava tranquillo.
Dopo circa cento chilometri e una marea di briciole sul sedile passeggero, gli arrivò una chiamata.
– Enrico sei partito?
– Sì Nico, sono già in autostrada. Come sta Stefano?
– Come vuoi che stia, è vicino a sua madre che piange disperata, stiamo aspettando il prete.
– Non arriverò prima di domattina purtroppo. – Concluse e si rimise concentrato alla guida.

Nico era uno dei suoi amici d'infanzia.
Più di un amico, quasi un fratello.
Si somigliavano sia fisicamente che nel carattere, anche se tra i due Enrico era quello più alto e più coraggioso.

Figlio di due contadini e proprietario di alcuni appezzamenti di terreno intorno al paese, aveva perso i genitori da pochi anni senza dargli il piacere di diventare nonni, nonostante una ragazza di buona famiglia fosse interessata a lui.
Non era mai stato fidanzato ufficialmente, ebbe solo qualche rapporto superficiale senza impegnarsi mai veramente.

Quando Enrico gli parlò di Elisa e della decisione di andare a convivere, gli remò contro senza conoscerla per parecchio tempo, fin quando non si arrese, vista l'insistenza da parte dell'altro di raccontargli di come fosse speciale e sembrasse un segno del destino il loro incontro.

Erano ben ottocento i chilometri che Enrico doveva percorrere, avrebbe potuto prendere l'aereo ma per raggiungere il paesello dall'aeroporto, non avrebbe trovato né autobus né taxi per gli ultimi venti chilometri di stradina ripidissima che conduceva a casa sua.

Dopo circa quattro ore il sonno prese il sopravvento e per qualche secondo chiuse gli occhi, se ne accorse quando dopo aver imboccato un'intersezione dell'autostrada, l'auto era andata a finire sulle bande sonore.
Uno schiocco fortissimo all'interno dell'orecchio lo fece svegliare.

Era quasi mezzanotte ed Enrico pensò bene di fermarsi al primo autogrill per fare rifornimento.
Prese una bella boccata d'aria e di nicotina appoggiato alla portiera della sua auto mentre alla radio davano una canzone.
Era la loro canzone, quella del primo appuntamento. Elisa era la romantica fra i due e aveva deciso lei che quella sarebbe stata la colonna sonora del loro matrimonio. Peccato che lui, dopo 4 anni di convivenza, ancora non le avesse fatto la proposta.
Spense la sigaretta e rientrò in macchina, alla radio erano partite le notizie.

– Buonasera a tutti da Mezzanotte news, le notizie di oggi prima della mezzanotte.
La ragazza di 32 anni portata d'urgenza al Niguarda questo pomeriggio, dapprima in coma a causa dell'incidente avvenuto in viale Roma, purtroppo è deceduta poco fa.
Lo scontro delle due auto è avvenuto verso le ore 17.30 ora di punta. Distrutte entrambi, soprattutto l'utilitaria della donna. Il traffico in tilt.
Secondo quanto appreso da Milano Today non è escluso che la sua auto abbia avuto un guasto mentre era alla guida e abbia quindi innescato l'incidente.

Enrico sgranò gli occhi, in un solo istante tutti i sensi di colpa si presentarono ammassati l'uno sull'altro come fosse una pila di libri caduta da uno scaffale stracolmo.
Prese immediatamente il cellulare dal portaoggetti dell'auto per chiamarla.
Le mani gli tremavano, il cuore stava per uscirgli dal petto mentre con il pollice cercava il suo numero nel registro delle ultime chiamate.
– ..., ..., pronto...
Al suono della sua voce Enrico ebbe una forte fibrillazione.
– Elisa sei tu?
– Chi vuoi che sia, hai fatto il mio numero o sbaglio?– Disse con voce assonnata.
– Sì, sì, Elisa. Scusami se ti ho svegliata a quest'ora, ho pensato... niente scusami, anzi, volevo dirti che non sono andato via di casa, ma sono partito per...
–Sì Enrico ho sentito tutti i tuoi messaggi, stai tranquillo e fai buon viaggio.
Elisa non chiuse la telefonata ma la sua mano lasciò semplicemente la presa e si rigirò dall'altro lato del letto.
Dopo essere rimasto qualche secondo ancora con la chiamata aperta e dopo aver sentito nel silenzio il rumore del suo respiro, la paura di averla persa per sempre era adesso scomparsa.
Enrico reclinò il sedile guidatore e si addormentò all'istante.

La patanaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora