«Facciamo un gioco che si usa fare fra gli Abneganti» suggerisco. «Consiste nello scegliere a turno un argomento di cui parlare come ad esempio la famiglia o l'amore e, in senso orario, esporre le nostre personali esperienze e pensieri. Si possono anche commentare le vicende degli altri» spiego. Tutti e cinque mi fissano per un po' con aria perplessa, ma poi Greg, con un immenso sorriso, dice «Facciamolo, bello!». Anche gli altri iniziano a sorridere, così capisco che sono d'accordo. «Iniziamo da me» continua il mio altruista amico «Parliamo del perché abbiamo scelto gli Eruditi. Tom è il tuo turno, io sarò l'ultimo a parlare». Tom sembra tranquillo e, con un gran sorriso, dice «Allora. Come tutti già sapete, io sono nato in questa fazione. L'ho sempre ammirata e, sin da piccolissimo, sapevo quale sarebbe stato il mio posto. E, dopo aver conosciuto due anni fa Michael, ho avuto la conferma definitiva. Ho seguito la mia mente ed il mio cuore. Tutto qui». Poi, scambia uno sguardo d'intesa con il suo ragazzo e gli stringe la mano dicendogli «Tocca a te». Michael sospira e dice semplicemente «Lo stesso vale per me» ricambiando la stretta di Tom. Adesso è il mio turno. Ho proposto io il gioco, quindi ora devo giocare. Non riesco a comprendere il perché dell'agitazione che mi sta assalendo. Forse, mi assilla il fatto che non ho mai realmente detto il motivo del mio cambiamento. I ragazzi, però, sono qui per questo. Per ascoltarmi e capirmi. Così, prendo un gran respiro e rivelo tutto «Non mi sono mai sentito al mio posto fra gli Abneganti. Ho fatto sempre di tutto per non darlo a vedere, ma questa sceneggiata non poteva durare per sempre. Ho sempre amato lo studio ed ho sempre guardato con riguardo gli Eruditi. Il loro lavoro mi affascina. Senza di loro, la città non sarebbe quello che è adesso. Quindi ho deciso di abbandonare una vita di finzioni e malessere, in cambio di una nella quale il mio aiuto può fare la differenza e soprattutto, nella quale posso stare bene con me stesso. Ovviamente non è stato facile lasciare la mia famiglia, ma alla fine sono riuscito a far prevalere la ragione ai sentimenti». Mentre parlavo, ho tenuto lo sguardo basso e, quando lo rialzo, noto che tutti mi stanno guardando con aria comprensiva. «Hai compiuto una scelta difficile ma senz'altro giusta. Hai avuto un gran coraggio. Sono fiero che adesso tu faccia parte della mia stessa fazione» mi dice sinceramente Michael. «Grazie» rispondo semplicemente io, mentre tutti gli altri annuiscono fissandomi. Anche loro sono d'accordo con Michael. Mi sento più leggero adesso, è come se avessi tolto dal mio stomaco un enorme macigno. Dopo di me, è il turno di Melanie, la quale prende speditamente la parola «Io parlerò sia per me che per mia sorella, dato che le motivazioni sono le stesse. Noi due siamo state cresciute soltanto da nostra madre dato che, nostro padre è morto pochi mesi dopo la nostra nascita. Infatti, dato che non sapeva come fare ad occuparsi di due bambine senza nessun aiuto, ha semplicemente fatto valere la sua supremazia imponendoci sempre degli ordini e soprattutto, di dire la verità. Ovviamente per i Candidi il vero è fondamentale, ma nostra madre ne faceva una questione di vita o di morte. Ci costringeva anche a...fare delle cose. Comunque sia, avevamo deciso che, a sedici anni, avremmo lasciato quella pazza per seguire la nostra passione segreta: l'informatica. E chi meglio degli Eruditi poteva permetterci di coltivarla? Quindi eccoci qua» dice con un sorriso triste ricambiato da Julie. Chissà cosa le costringeva a fare la madre. Forse dopo glielo chiederò. «Okay, ora tocca a me. I Candidi secondo me sono la fazione peggiore fra le cinque ed io ho avuto la sfortuna di nascervi, quindi dato che come voi mi piace studiare, non mi sono fatto scrupoli nello scegliere gli Eruditi. Mi dispiace solo per il mio fratellino; i miei genitori possono cordialmente andare al diavolo!» ci dice con uno sguardo truce. «Wow, calmati amico» suggerisce Tom «E adesso scelgo io l'argomento. Parliamo, parliamo...delle nostre stupende famiglie. Ed a proposito di cose stupende, è il mio stupendo ragazzo ad iniziare». Michael ha la faccia di qualcuno che preferirebbe sprofondare, ma comincia comunque a parlare «Allora. Ovviamente è qui che abito».
«Ma dai?» lo prende in giro Greg, il quale viene fulminato con lo sguardo da Tom. «Ehm...stavo dicendo» riprende Michael «Vivo qui con mia madre che è una delle segretarie di Jeanine, con mio padre che è un professore d'informatica e mio fratello maggiore Jeff che è un grande stronzo di professione» dice sorridendo e, vedendo i nostri sguardi sconcertati aggiunge «Mi prende in giro dato che sono omosessuale, cosa che non pesa affatto ai miei genitori». «Un cretino più che altro, secondo me dovrebbe pensare più che altro alla sua vita, dato che per concentrarsi sugli altri non deve essere così interessante» aggiungo io. Ho detto una parola non adatta ad un Abnegante, che soddisfazione! «Hai capito alla perfezione Caleb. Ha ventidue anni ed ancora non ha un appartamento, un lavoro ed una ragazza. Proprio una vita entusiasmante» dice ridendo e contagiando un po' tutti. «Io» proseguo «Vivevo con mia madre, mio padre e mia sorella Beatrice, in una piccola e deprimente casa grigia. Adoro i miei genitori, ma non la loro idea di benessere. Mia sorella è la persona più importante della mia vita e le voglio un bene immenso. Mi dispiace molto averla dovuta lasciare, ma fortunatamente anche lei ha cambiato fazione. È passata agli Intrepidi. Si lo so, è folle. Soprattutto se si pensa a quanto appaia piccola ed indifesa. Spero che se la cavi. È sempre nei miei pensieri» una lacrima mi riga il viso. Già sento la mancanza di Beatrice. Come farò a trascorrere la mia intera vita senza di lei? Scaccio dalla mia mente la sua immagine, ma decido di non nascondere la mia tristezza. Preferisco mostrarmi sincero con i ragazzi, anche se questo significa apparire debole. Loro si mostrano comprensivi, allora Julie, per allentare la tensione dice «Se siete così per lui, aspettate di ascoltare la storia mia e di Melanie». Le sono immensamente grato per aver spostato l'attenzione su di sé. Non riuscivo più a reggere quella pressione. Immagino che però, quello che debba dirci non sia così divertente. Infatti, dopo avermi osservato, dice «Questa volta parlo io. Come ha già anticipato Melanie, dopo la morte di nostro padre, che non abbiamo mai conosciuto, nostra madre è impazzita e ci ha sempre obbligato a dire la verità. Io e mia sorella però, non siamo mai state propense a dire il vero, così per punirci, ci obbligava a...» prende fiato con le lacrime agli occhi e toccandosi gli avambracci che, noto solo adesso, sono ricoperti di tagli, così come quelli di Melanie. «Ci costringeva a fare un taglio sull'avambraccio per ogni bugia. Il dolore era tremendo. Le sue urla per costringerci, e tutto quel sangue versato... molte volte io e Melanie siamo anche svenute, ma siamo sempre state costrette a tacere. Solo il ricordo mi fa rabbrividire» ormai sta decisamente piangendo e come lei anche la sorella. È orribile ciò che la pazzia porta a fare. «Sono felice che voi adesso siate qui, nessuno vi farà di nuovo del male» dico dopo vari minuti di silenzio. I ragazzi sono sconvolti più o meno quanto me. Noto che Greg sta stringendo la mano di Julie. Però, non sono l'unico, infatti Michael per sdrammatizzare esordisce con «Greg, non si approfitta delle povere ragazze sofferenti!» provocando un sorriso da parte di Julie. «Dai, adesso parliamo dell'amore. La forza più forte al mondo» continua lui prendendo Tom per mano. Okay, adesso mi sento in imbarazzo. Anche Melanie si rende conto che forse siamo di troppo, adesso che ha smesso di piangere. «Tocca a te, amico. Ma, non credo ci sia bisogno di riprendere questo tasto così dolente per te, dato anche che ti abbiamo tutti sentito prima» dice Michael. Gli devo un favore. «Io sono sola, ma non posso farci nulla. Spero d'incontrare qualcuno qui» dice amareggiata Melanie, la quale viene seguita dalla sorella. «Credo che ormai abbiate capito che fra me e Greg ci sia una certa 'comprensione'. Ci conosciamo da molto e mi è sempre stato vicino. E, se fa il bravo ragazzo, magari un giorno gli permetterò di stare con me» dice a tutti ed in particolare al diretto interessato facendogli l'occhiolino. Greg la stringe fra le braccia sussurrando un po' troppo forte «Ma smettila» per poi voltarsi verso Tom e Michael chiedendo «E voi piccioncini? Come vi siete conosciuti?». È Tom a prendere la parola «Era una fredda giornata d'inverno...» Michael lo spintona e dice «Non lo ascoltate. In poche parole, i nostri padri sono colleghi e, quando la sua famiglia è stata invitata a cena dalla mia, a fine serata mi ha preso da parte e mi ha invitato ad uscire». «E sono già passati due anni. Due stupendi anni» aggiunge questa volta seriamente Tom.
Quanto vorrei poter stare con la ragazza che amo, come fanno loro. Io però con ogni probabilità non la rivedrò mai più, quindi meglio scacciare questo pensiero. Noi sei abbiamo delle vite complicate che, con il sostegno l'un dell'altro possono sicuramente semplificarsi. Sono riuscito a comprendere il loro carattere adesso, e così, anche loro hanno compreso il mio. Forse d'ora in poi potranno essere la mia nuova famiglia.
STAI LEGGENDO
The Divergent series: Caleb
FantasyUno dei personaggi più misteriosi e complessi della trilogia di "Divergent" racconta la sua evoluzione all'interno dei tre libri. Pensieri,riflessioni,scelte,timori e sofferenze, travolgono Caleb, fratello della nostra protagonista Tris. Vengono qui...