I primi a cui devo fornire spiegazioni sono proprio i due cugini. Cerco di essere chiara e diretta per non prolungare ulteriormente l'agonia e, a giudicare dalle loro espressioni, direi impossibile che abbiano compreso da subito la gravità della mia decisione. Non hanno dimenticato che se non avessi operato in qualità di intermediaria sarebbero stati giustiziati a Regina Coeli, tuttavia attribuiscono alla mia scelta una leggerezza che non le appartiene. Appunto come se fosse ricaduta su Ariel per una questione di simpatia.
«Nemmeno io posso scordarmi di ciò che avete fatto per me, e potete credermi se vi dico che avevo convinto Reiner a inserirvi nella lista per il trasferimento a Buchenwald... se lo richiedete, ve la farò persino consultare per darvi prova che quei nomi non sono mai stati cancellati. Io volevo offrire a tutti voi un futuro meno incerto per ripagarvi. Se vi trovate in questa situazione - non lo negherò - è perché Schneider non può permettermi di uscirne vincitrice e accettare il fallimento. Pretende che porti con me una sola persona e potete notarlo da voi che quel ragazzo non ha più grasso da consumare per produrre energia. Voi vi siete quasi completamente rimessi, vi farà lavorare, mentre lui non potrà mai più reggere un piccone tra le mani. Perderebbe ancora peso e verrebbe ucciso, e io non voglio...» mi fa male persino parlarne, ma devo giustificare in modo razionale la mia "preferenza", chiarire che mi sono focalizzata su una persona soltanto perché non posso fare altrimenti. Umanamente parlando, tengo a tutti loro in modo eguale.
«Quindi ti stai affidando al calcolo delle probabilità. Favorisci chi è più adatto a sopravvivere e lasci indietro chi ha i mezzi per cavarsela con le proprie forze.» Federico ha estrapolato il vero. Questo ragionamento, però, fa a pugni con il mio carattere e i miei principi. È ad Isaac che ho fatto più torti, perché suo padre io non l'ho nemmeno conosciuto e, nonostante lui si sia prostituito per aiutarlo, è comunque stato trasferito altrove, e questo perché ho una liaison con il suo ex-aguzzino. È terribile, e più ci penso più mi sento infima.
«Lo capiamo il motivo, non è questo» mi assicura Samuele, scoraggiato; «è che non lo possiamo accettare, anche se pensiamo che sia giusto, perché noi vorremmo la tua protezione tanto quanto lui, anche più di lui. Allo stesso modo, però, noi siamo in due e come io cederei il mio posto a Federico, Federico lo cederebbe a me. Noi non ci separiamo.» Federico sembrava proprio sul punto di propormi uno scambio, ma alla contestazione di Samuele lo ha guardato senza sapere cosa dire. Ci sarebbe stato un martire in ogni caso e un abbandono doloroso e rimpianti negli anni a venire.
«Spero possiate perdonarmi» mi appello alla loro clemenza non potendo fare nient'altro; «proverò a far pressione affinché Schneider vi riservi un trattamento migliore. È il minimo che vi devo.»
Ciò che in altra sede non si sarebbe mai accettato, qui diventa la prima ambizione; niente è troppo basso o umiliante e persino una raccomandazione volta a ottenere il favore del proprio persecutore è come la manna che apparve nel deserto agli israeliti affamati: un dono provvidenziale. Federico è il più propenso a superare il limite dell'onore; non perché sia ignobile, solo perché meno orgoglioso, prudente e, perciò, accomodante. Non è possibile sputare in viso al nazismo - qui incarnato nella persona di Rüdiger - e salvare la pelle; sono due propositi che si autoescludono, perlomeno nella loro condizione. Lo scarto, ovvero la zona in cui è possibile promuovere una qualche forma di resistenza, non è sufficientemente ampia da poter contenere i propositi, legittimi ma presuntuosi, di un singolo prigioniero disorganizzato. Quest'agitazione mi porta a palesare pensieri che non avrei mai espresso a voce alta: «lo dico e lo ripeto; fino a che calpesterò la terra entro il perimetro di questa casa io cercherò di aiutarvi. Poi, però, dovrete adeguarvi. Non conoscete ancora nulla del mondo là fuori e lo spazio per fare gli eroi è piuttosto ristretto. Se non rizzano la testa nonostante siano in netta maggioranza non è perché sono codardi, è chiaro? L'istinto di preservazione è più forte di tutto; si prendono gioco dei vostri sentimenti, fanno leva sul vostro ruolo di fratelli, padri, figli e mariti nello stesso modo in cui Schneider ha circoscritto i miei affetti, costringendomi a scegliere il bene di molti piuttosto che la libertà dei miei cari. Perciò vi prego, non fate sciocchezze.» Ho esaurito le cose che avevo da dire; non ho altre scusanti, né voglio trovarne. Non sono degli sciocchi o degli ingenui, sono sicura che il mio fiato non sia andato sprecato.
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Unsere Schatten - Le nostre ombre
Historyczne[EX CANONE INVERSO - BEHIND ENEMY LINES] Estate, 1942. Alle porte di Auschwitz-Birkenau una ragazzina corre a perdifiato, cercando di sfuggire al suo destino. Cade dal suo scranno dorato; non sa nulla del mondo, tanto più dei bui anni quaranta, un...