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Un anno prima della sua entusiasmante vita da investigatrice, Mirai si era diplomata in una scuola prestigiosa: l' istituto di Arti Occulte di Tokyo.

Già, Mirai era uscita da quella scuola come un vero e proprio stregone, tuttavia la realtà che voleva vivere non era quella.

Mentre raggiungevano il cinema, Mirai ricordò le sue giornate da liceale, mentre giocava con la catenina della sua collana, la quale aveva un ciondolo a forma di sole.

Era vero, dopo il diploma avrebbe potuto insegnare in quella scuola, che tutto sommato non era poi così male...tuttavia doveva accettare la realtà.

E la realtà era che lei non avrebbe mai potuto vivere una vita così, lei era una persona qualunque. Era riuscita a nascondere questa "scuola" secondaria ai suoi genitori, ma non sarebbe mai riuscita a continuare a mentire a lungo.

Per fortuna erano persone molto assenti a casa, perciò non sapevano quasi nulla della sua vita quotidiana...ma se c'era una cosa che non sopportavano era la sua "stranezza" e il fatto che per loro era solo una normale figlia lunatica.

"Mirai siamo arrivati" la richiamò il suo collega.

Come previsto ad aspettarli c'erano le due pattuglie che erano state mandate sul posto e stavano lavorando sul caso, riportando le informazioni dei testimoni.

" La scientifica?"

Il poliziotto interpellato scosse la testa " Mi dispiace non è ancora arrivata, tuttavia il signor Nanami è già arrivato e sta visionando la scena." poi si guardò intorno e continuò "inoltre...pare che si sia portato dietro un ragazzo. Forse suo figlio?"

Nanami non aveva figli e questo Mirai lo sapeva bene. Un uomo come lui, perennemente legato al suo orologio non aveva il tempo di badare ad un figlio.

"Va bene ho capito" senza mostrare la sua curiosità sull'argomento, entrò nel cinema.

La cosa certa...era che avvertiva una lieve quantità di un residue magici, tuttavia al di sopra delle loro teste...ne avvertiva una grossa quantità.

Lei era sempre stata brava ad avvertire la magia, un po' come se fosse una sensitiva. Ma non ci fece molto caso quella volta, pensò che probabilmente era la presenza di Nanami a farle percepire quella quantità di magia.

Dopotutto non era abituata a lavorare o vivere con stregoni e l'unico con cui non aveva perso i contatti era Nanami stesso, con cui più di una volta aveva risolto casi di questo tipo.

Entrando nella sala incriminata, lo scenario fu raccapricciante. Le teste di questi tre studenti erano deformi e probabilmente se non fosse stato per il loro tesserino scolastico, nessuno avrebbe capito che fossero ragazzini.

I poliziotti che stavano raccogliendo informazioni, evitavano di guardare i volti dei tre ragazzi...la scena era molto inquietante...tuttavia quello per Mirai non era niente di che.

Ed era anche questa una cosa che odiava profondamente, ormai...anche se non era un vero e proprio stregone, rimaneva impassibile davanti a maledizioni o scenari raccapriccianti.

"Mirai, queste sono le telecamere di sicurezza"

Jiro le passò il tablet, contenenti le scene della sala. Si poteva vedere bene che in quella sala erano presenti solo quattro ragazzi e nell'arco di pochi secondi, le teste delle tre vittime diventò deforme.

Chiaramente c'era qualcosa di strano...ma dopotutto la ragione per la quale non era possibile vedere il colpevole era perché le maledizioni non risultano visibili a occhio nudo, figuriamoci dalle telecamere.

Tuttavia rimaneva il sospetto per quel quarto ragazzo presenta nella sala con le tre vittime.

"Dove si trova Nanami ora?"

Il suo collega le indicò il tetto, proprio dove Mirai avvertiva una forte quantità magica. E senza perdere molto tempo prese quella direzione.

Lungo il tragitto, le impronte di residuo magico si facevano sempre più lievi, ma Mirai constatò che quelle non appartenevano a Nanami.

Una volta uscita sul tetto, dovette chiudere il giubino, lì faceva un po' di freschetto.

"Nanami, cosa è successo qui?"

Proprio come diceva il poliziotto, Nanami era in compagnia di un ragazzo. Era un po' più alto di lei, ma dal volto aveva sicuramente poco più di quindici anni. Inoltre, a giudicare dalla sua uniforme doveva appartenere all'istituto di Arti Occulte.

"Ti stai occupando del caso anche tu?" le chiese Nanami, pulendo la sua giacca dal sangue.

Poco prima del suo arrivo, c'era stato uno scontro con degli strani spiriti maledetti, tuttavia non era nessuno di loro a manifestare tanto potere magico.

E per esclusione l'unico che rimaneva era proprio il ragazzino di Nanami. Non percepiva così tanta quantità magica dai tempi del liceo, quando c'era Gojo Satoru.

" Lui è Itadori Yuji, un nuovo studente dell'istituto" lo presentò Nanami.

"Piacere" i due si strinsero la mano e fu allora che Mirai ebbe la conferma. Era lui che emanava quella grande quantità di energia.

"Se te lo stai chiedendo, si è lui il contenitore di Sukuna" si unì nuovamente Nanami.

"Contenitore di Sukuna?" chiese meravigliata Mirai.

"Ma come non lo sai? Eppure credevo che fossi rimasta in contatto con Gojo"

Ricordando quel nome, Mirai alzò gli occhi al cielo "Non frequento più nessuno dell'istituto dal mio diploma"

"Sei stata un'alunna di Gojo sensei?" chiese divertito Itadori.

" Sua proprio no! Quell'uomo ha qualche rotella fuori posto..." sbuffò, per poi tornare al discorso iniziale "ma che significa che lui è il contenitore di Sukuna?"

"Mmh...te lo spiegheremo più tardi, adesso dovresti dare un'occhiata a questi..." Nanami si avvicinò ai due spiriti maledetti che avevano appena sconfitto, per dare un'occhiata.

Erano nelle stesse condizioni dei ragazzi nella sala, ma questa volta non era solo il corpo ad essere deforme. " La scientifica non è ancora arrivata" Mirai si allontanò dai due corpi "siete ancora in tempo per portarli da Ieiri e controllarli"

"Cosa pensi che siano? Abbiamo ucciso...delle persone? Persone vere?" le chiese Itadori, prima di andare via.

"Beh...chi lo sa! Non possiamo ancora esserne certi di cosa siano..."

Dopodiché Mirai tornò dal suo collega "Non ho trovato nulla di sopra, se abbiamo finito sarebbe il caso di tornare in centrale" disse.

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An ordinary person 𑁍  Gojo x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora