7 - Abbracci lunghi, caldi.

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Tornammo a casa il giorno prima dell'ultimo dell'anno. Un ragazzo della scuola avrebbe organizzato una festa, e aveva invitato praticamente tutti. Matthew e Luke non sarebbero venuti. Un ragazzo della squadra di Luke faceva una festa e Matt decise di andare con lui per cercare "pollastrelli". Così sarei andata con Grace; mi spiegó che questo ragazzo ogni anno organizzava il capodanno, e che era una sorta di ballo di fine anno, solo non organizzato dalla scuola e non a fine anno.
Decidemmo assieme come vestirsi. Mettemmo entrambe le calze nere con degli shorts, io neri e lei rossi bordeaux, e io una maglia grigia e lei una bianca. Le Vans nere, che avevamo entrambe, e un filo di trucco, dato che nemmeno Grace amava truccarsi.

Mi passó a prendere suo padre. Salii nel sedile posteriore, dietro a Grace.
- Pronte? - disse suo padre mentre usciva dal vialetto.
- Certo. - Esclamai, e Grace rise.
Arrivammo con qualche minuto di ritardo, ma non c'erano orari precisi. Dal cancello si sentiva la musica alta. Appena vidi la casa la mia faccia esprimeva un unico e semplice "wow". Piscina, veranda, una casa enorme tutta di vetro, migliaia di ragazzi. Troppa confusione per me. Non conoscevo quasi nessuno, tranne alcune facce familiari della mensa o di qualche corso.
Grace sparì, andò a salutare tutti i suoi amici. Io, non avendone, andai verso il salotto: davanti c'era un tavolo con aperitivo e antipasti, iniziai a mangiare qualcosa, ma poi mi sedetti già stanca di tutta quella confusione e di tutta quella gente.
Trovai una mia compagna del corso di Matematica, Jessie, ci avrò parlato massimo cinque volte, ma per i corridoi mi salutava sempre.
- Oh, Abby, che strano vederti qui! - mi voltai.
- Ehi, Jessie. Che c'è di strano? -
- Boh, ti credevo una ragazza più solitaria. - rise e si sedette.
Mi stava dando dell'asociale indirettamente, grazie tante.
- Ah, no sono qui con un'amica, ma non la trovo più. - mi guardai in giro cercando una via di fuggita.
- Vieni a ballare? Ci divertiamo. - mi tiró su per un braccio prima che potessi dire "no grazie preferisco dormire su questo comodissimo divano in pelle".
Ballammo qualche canzone, e mi divertii davvero. Poi andai verso il bagno e tirai fuori il telefono. Un messaggio. Mia madre.
Passó il tempo, trovai Grace e andammo fuori aspettando la mezzanotte. Partì un coro.
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"BUON ANNO A TUTTII!!"
Io e Grace ci abbracciammo, poi iniziai a fare gli auguri a degli sconosciuti, baci, abbracci, risate, così proprio alla cazzo. Inviai un messaggio a Luke e a Matt, che mi risposero dopo qualche ora.
Mio padre ci venne a prendere e Grace dormì da me. Il giorno dopo mia madre preparó lo stufato e invitó pure il padre di Grace. È stato più gradevole del previsto. Mio padre e suo padre parlarono continuamente di pesca, e mia madre parló con il fratello di Grace (che mi è stato sconosciuto fino a quel giorno) di cucina; aveva tredici anni, e se ne intendeva non poco sulla cucina.
Grace e suo fratello andavano molto d'accordo, magari non ero attenta quando me ne parlava, oppure la sera che ero da lei, suo fratello non c'era. Fatto sta che appena arrivó lo credevo uno dei bambini dei vicini, che per farsi bella figura mandano i figli con dei biscotti per ogni casa.

Verso le sei mi incontrai con Luke. Matt, dopo due giorni, avrebbe avuto la gara di musica, perciò stava provando.
Arrivai in ritardo di dieci minuti, e Luke era appoggiato al tronco di una quercia del parco mentre fingeva di inviare messaggi, in realtà giocava a Subway Surfers, la sua unica grande passione. Non lo vedevo da più di due settimane, perciò ero contenta. Si era tagliato i capelli: rasato ai lati, e un accenno di cresta. Stava bene, e ogni ragazza che passava per il parco si fermava a guardarlo. Un classico di Luke; il giocatore più figo della scuola che ne cambia una al giorno. Io non ci trovavo nulla di che, esteticamente.
- Abby! - disse, e mise via il telefono.
- Ehiehi, nuovo taglio? -
Rise.
- Com'è andata da tua nonna? - si sedette e mi fece cenno di fare lo stesso.
- Oh, benissimo direi, ho mangiato un sacco, e ricevuto il solito maglione di lana. Tu? Da tuo padre? -
- Tutto liscio. C'erano pure le mie due sorelle, non le vedevo da un po'. Una vive a Londra e l'altra in Australia. -
- Non pensavo avessi sorelle. - In un solo giorno scoprii l'esistenza di ben tre fratelli.
- Beh, sono sorellastre. Sono figlie della prima moglie di mio padre. È alla numero tre ormai. - rise.
Parlammo per un po' e mi diede un passaggio a casa. Arrivati al vialetto scese pure lui, e mi abbracciò.
Non l'aveva mai fatto prima.
Uno di quei abbracci lunghi, caldi, consolanti. Quasi non mi staccavo più. Poi, così dal nulla ridemmo entrambi. Ero contenta di aver trovato un amico così, anzi, ben tre amici.

Tornai a casa e rimasi tutto il resto della sera attaccata al mio Mac, e passandomi tutte le canzoni dal mio vecchio catorcio all'iPod nuovo di zecca.
Per il resto della settimana studiai, qualche volta uscii con Grace e a cena con Matt e Luke da Paul's, eravamo clienti affezionati il mercoledì, ormai.

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