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Domenica mattina: rumori sommessi dalla cucina, profumo di caffè e calde brioche.

Si stiracchia pigra nel letto  e pensa che è  un peccato doversi alzare, ma ha fame e deve andare in bagno.

Si tira su a sedere scalciando indietro tutte le coperte , si infila le ciabatte e cerca un morbido maglione da mettere sulle spalle. Quel vizio lo ha preso da sua madre.

Durante il giorno o la sera poteva vagare anche nuda, ma al mattino appena alzata doveva coprirsi le spalle o avrebbe tremato per due ore! Suo padre le prendeva sempre in giro per questa loro stranezza, solo una delle tante in cui si assomigliavano.

Lo raggiunge al tavolo mentre sta addentando la sua colazione. Ha già  preparato tutto anche per lei: succo, brioche alla marmellata di albicocche e qualche gheriglio di noce.

《Buongiorno tesoro! Tutto bene?》le chiede Gabriele .

《Ciao papà. Sì sì tutto ok! Tu hai dormito bene? Spero di non averti svegliato stanotte!》gli risponde abbracciandolo stretto.

《No tranquilla. Divertita ieri sera? 》risponde sorridendo.

《Sì. Mi ha riportata a casa Deb!》

《Come Deb?》alza lo sguardo interrompendo ciò che sta facendo.

《Sì. Suo fratello miracolosamente ha preso la patente quindi ora lei ha il motorino! 》sorride ma un po' forzatamente.

《Marco ha preso la patente? Questa sì che è una novità! Cioè.. una bella notizia! Sarò  esonerato dal fare il taxista ogni volta!》

《 Ah ah ah che simpaticone.》

《Ti vedo un po' strana comunque. È successo  qualcosa?》

Indecisa per la prima volta se parlarne con suo padre, lo guarda. Pijama blu a righe e marmellata che cola sul labbro inferiore. Pensa al loro rapporto e decide di buttarsi raccontandogli tutto.

《Sì. Papà sai che ti dico tutto ma promettimi che starai calmo. Ok?》 respira e, vedendo che la osserva in silenzio, prosegue:《Ieri sera sono uscita dal pub per prendere un pochino d'aria e fare quattro passi. Mi sono allontanata senza pensare che non c'era nessuno nel parcheggio e ho fatto un brutto incontro.  Un uomo ubriaco mi ha dato fastidio e  mi ha inseguita ma non mi ha nemmeno sfiorata con un dito. È intervenuto un ragazzo che mi ha aiutata e subito dopo sono tornata a casa con Deb.》

Suo padre la fissa in maniera inquietante e pericolosa.  Ci mette qualche minuto prima di riuscire  a parlare e lo fa con una lentezza quasi esasperante.

《Non ti ha toccata. Sei stata fortunata. Jessica non ti allontanare più da sola. Non voglio fare il poliziotto  cattivo o essere un padre iperprotettivo. Ma se fai un'altra stupidata del genere non ti faccio uscire di casa fino ai diciotto anni. Chiaro?》

《Sì  papà, scusa. 》

Abbassa lo sguardo e lo fissa in un punto imprecisato della tovaglia a fiorellini. Si aspettava una risposta sul genere.  E' un genitore molto aperto e giovanile e hanno un ottimo rapporto, ma da quando sua madre era morta era diventato intransigente sulla sua sicurezza. Non lo biasima anche se a volte si sente come una bambina colta in fallo.

《Hai detto che ti ha aiutata un ragazzo.  Lo conoscevi?》

《Non proprio. Viene alla mia scuola ma non ci siamo mai parlati.》

《Ah. Com'è? Carino?》

Presa alla sprovvista si sente avvampare. Ovviamente se ne accorge anche lui.

《 Oh oh oh. Stai sorridendo e sei diventata rossa? Cosa è successo alla mia Jess?》

《Ma smettila! È  solo un ragazzo normale che mi ha salvata. 》

Ti amo fino a quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora