6. Non al centro, un po' a sinistra

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[Passo di volata a lasciarvi il capitolo: spero che vi piaccia e, nel mentre, vi ricordo che domani esce il cap 1 di "Una stanza piena di gente"]


Alessandro non glielo dice mai, che a volte ha bisogno di silenzio – e, anche quando non parla, Riccardo riesce a urlare i suoi pensieri senza aprir bocca: riesce a scatenargli dentro un casino immane anche rimanendo fermo. Ha qualcosa, in quello sguardo.

Qualcosa che sa di incertezza, di dubbio – qualcosa che lo ferisce – ma Alessandro, mentre ridendo gli disegna ghirigori sulla schiena con il bagnoschiuma, si morde il labbro e non domanda: Riccardo riempie la doccia in uno scroscio di parole, ma è quando tace che si gioca la vera partita.


6. Non al centro, un po' a sinistra


Riccardo ha sicuramente moltissimi pregi – la calma, quando comincia a vagare per Sanremo come se qualcosa gli stesse azzannando l'anima, non è tra questi: Alessandro sospira e lo segue, inquieto, pronto a frenarlo nel caso in cui decidesse (cosa che effettivamente fa) che un bagno a mare è quel che gli ci vuole.

«E dai, Ale, non essere noioso!» strilla, quando Alessandro lo rinchiude in un abbraccio per tenerlo fermo. «Perché Sangio sì e io no?».

«Se dovessi essere responsabile anche di Sangiovanni, sarei fuggito anche prima del festival» commenta Alessandro, scuotendo il capo. «Non farai nessun bagno a febbraio, fa un freddo porco e se ti raffreddassi...».

«Eddai, papi».

«Ti ho detto di no» sibila Alessandro. «Riesci a non fare il marmocchio iperattivo per cinque minuti?».

Lo fa ridere – ma poi si volta di scatto e fa per stampargli un bacio sulla guancia, facendolo sobbalzare: e, quando allenta la presa con aria sorpresa, ne approfitta per correre via sollevando sabbia a ogni passo. Alessandro rimane a guardarlo, interdetto, mentre Riccardo va a bagnarsi i piedi (ma, per orgoglio, finge di non star morendo di freddo).

«Dobbiamo litigare anche questa volta?» gli domanda, avvicinandosi. «Quando cercherai di buttarti in acqua e io, inevitabilmente, dovrò incazzarmi perché sei irresponsabile e...».

«Solo se poi facciamo pace» Riccardo lo gela, con quello sguardo divertito. «Sono aperto a suggerimenti sul come».

Lo guarda, inclinando il capo come un pulcino, quando Alessandro non risponde – ha lo sguardo basso e si torce le mani: Riccardo non gliel'ha detto mai. Che, anche se pensa d'esser uno silenzioso, pure i suoi pensieri sanno essere assordanti.

«Oh no, eh» borbotta il ragazzo, tornando verso Alessandro. «Non di nuovo».

«Cosa?».

«Le tue cazzo di pare» commenta Riccardo, scrutandole con attenzione. «Le hai scritte in fronte, sai? Che domani ci saranno le interviste, che saremo distanti, che... che cazzo, Ale! Non possiamo trovare una soluzione e basta?».

«Che soluzione vuoi trovare?» gli domanda, acido. «Tu puoi fingere che sia diverso, ma dovrai tornare a casa tua, dalla tua ragazza e io...».

Gli si spezzano le parole, come capelli troppo lunghi o un sogno sul confine della sveglia: Alessandro lo guarda e, quando Riccardo sorride (e fa solamente finta), qualcosa gli si incrina anche tra le costole – sposato a sinistra: anatomicamente, il cuore è posizionato male. Ed sarà per questo, allora, che Riccardo cammina sempre e soltanto alla sua sinistra, come se avvertisse uno squilibrio di battiti da quella parte – l'amore che sa di non meritare – e li seguisse, come una scia di bricioline di pane e brioche che sanno di rivoluzione e quindi di lui.

Nudo con i brividi || BlamoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora