Capitolo 11

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In questo capitolo Manzoni compie un passo indietro e ci riporta a venerdì 10 novembre 1628 per mostrarci cosa è accaduto in paese dopo la notte degli inganni. La scena si apre con Don Rodrigo che, impaziente e inquieto, attende l'arrivo dei bravi e, non appena li vede comparire all'orizzonte, scopre che il piano è fallito. Il signorotto interroga dunque Griso sull'accaduto e, quindi, gli ordina di spedire due uomini ad intimare silenzio al console del paese, due nel casolare a riprendere la portantina e, infine, di mescolarsi tra le gente per carpire le chiacchiere e cercare di riscostruire come si sono svolti i fatti. Il mattino seguente Don Rodrigo racconta la vicenda al conte Attilio che, certo che la colpa del mancato rapimento sia da attribuirsi a Fra Cristoforo, promette di rivolgersi al conte zio affinché esso venga punito. All'ora del desinare, finalmente la nebbia si dirada grazie al racconto del Griso che è riuscito a parlare con diversi testimoni: Perpetua, Gervaso, la moglie di Tonio e i genitori di Menico. Grazie alle loro testimonianze è a conoscenza del fatto che i due promessi sposi si sono rifugiati a Pescarenico. Inviato subito sul posto scoprirà la loro destinazione finale e, il mattino successivo, partirà con due bravi alla volta di Monza lasciando Don Rodrigo a meditare su un modo per allontanare i due innamorati. Intanto Renzo è giunto in una Milano piuttosto insolita in cui le strade sono ricoperte di farina e le persone girano cariche di farina e di pane. Il giovane capisce allora di trovarsi in una città in cui da poco vi è stata una sommossa. Il capitolo si chiude con il ragazzo che, giunto in convento, non trova padre Bonaventura e, quindi, decide di fare un giro in città.

I Promessi SposiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora