La sveglia suonò per l'ennesima volta alle 7:00 del mattino, era ora di prepararsi per andare a scuola, quindi mi alzai a sedere sul letto, afferrai la sveglia per poi scaraventarla violentemente contro la porta della camera e si ruppe. Avrei dovuto comprarne una indistruttibile perché non c'era sveglia che durasse più di una settimana.
Mi alzai in piedi e mi stiracchiai, sbadigliando e socchiudendo gli occhi. Sarebbe stata un'orribile giornata... INTERROGAVA DI STORIA! Su qualcosa riguardante la mitologia greca, questo "qualcosa" dimostra che non aprii neanche il libro... Solitamente sono costante nello studio, ma il giorno prima non ce la feci. Storia era alla seconda ora e io non avrei avuto tempo di studiare durante la prima, siccome la professoressa avrebbe cambiato la disposizione dei banchi e ci avrebbe assegnato un compito in classe.
Mi vestii in fretta e corsi giù per le scale, andai in cucina per andare a fare colazione. Mi preparai un toast con un uovo, li mangiai e subito dopo corsi a lavarmi i denti. Infine mi fermai davanti alla porta di casa, mi misi lo zaino di scuola, preparato il giorno prima, in spalle e uscii di casa senza le chiavi.
Una volta arrivata a scuola mi accorsi di cosa avevo dimenticato mi autoinsultai.
Mentre urlavo insulti a caso, mi si avvicinò Jordie, l'unico amico che avessi mai avuto a scuola.
Era il mio unico amico, non perché fossi asociale, ma perché con tutti i casini che mi erano capitati da... Da quando sono nata, non avevo avuto molto tempo per fare amicizia.
Jordie invece mi apprezzava per quello che ero, ossia una povera sfigata con problemi di iperattività e deficit dell'attenzione.
Ma non pensate che non mi facessi rispettare: al contrario, tutti i bulli della scuola mi stavano alla larga.
Sapevo anche di essere un po' scorbutica, ma Jordie mi sopportava. A dire il vero Jordie era un po' strano. Non so perché, ma dovunque, e con dovunque intendo anche in bagno, portava un cappellino rosso.
Era anche un po' troppo sviluppato per essere un quindicenne come me, e aveva non so quali problemi alle gambe.
Ma la cosa più strana è che una volta aveva strusciato una gamba contro il banco e il pantalone si era alzato... non avevo mai visto così tanti peli, nemmeno quando un giorno andai a vedere l'orso grizzly allo zoo.
Una volta la curiosità mi assalì, quindi gli chiesi come mai aveva delle gambe pelose e lui, fiero, sorrise alzando e abbassando le folte sopracciglia《Sexy, vero?》... Feci una smorfia e dissi qualcosa del genere 《Ehm... sí! 》ironicamente, ovvio. Lui si mise a ridere e mi circondó le spalle con un braccio 《Andiamo dove nessuno ci possa sentire e te lo sveleró》.
Entrambi andammo nel retro della scuola e lui si tolse scarpe e pantaloni, inizialmente rimasi scioccata, poi vidi che... insomma... ERA UN SATIRO! Mi scioccai di tale visione e mi svegliai... stavo sognando, che sollievo, peccato che dormii per tutta la prima ora e non terminai il compito. Mi sarei beccata un'insufficienza, il pochissimo studio dedicato alla mitologia greca mi aveva intasato la mente.
L'unica cosa positiva era che non mi sarei dimenticata facilmente dei satiri nell'interrogazione dell'ora successiva...
Solo che, dopo aver consegnato a verifica, entró nell'aula il professore di arte (odiavo quella materia). Quel professore era veramente strano: un signore di mezza età, grosso, alto e portava sempre gli stessi vestiti e le stesse scarpe. Mi sorrise coi suoi orribili denti gialli e storti, mentre si passò una mano fra i suoi puzzolenti capelli marroni - e grigi, lunghi come i miei, la cosa mi fece ancora più ribrezzo.
《Alex Thompson, venga subito nella mia aula》disse la balena per poi andarsene. Così, titubante e scocciata, mi avviai nel luogo richiesto e una volta arrivata il prof mi ringhiò contro e tentó di avventarsi su di me, ma io lo scansai velocemente.
Non sapevo se ridere, spaventarmi o entrambe le cose... un ciccione obeso che ti salta addosso non capita tutti i giorni.
Il prof chiuse la porta a chiave, buttó essa dalla finestra e io scoppiai a ridere, mancava solo un supereroe che entrava dalla finestra!
Poi sgranai gli occhi nel vedere Jordie, munito di clava, spaccare la finestra per entrare 《Alex dobbiamo scappare!》 Io lo guardai non sapendo il perché, allora lui sbuffò e mi ordinó di pigiare il ciondolo a forma di plettro che portavo al collo. Lo feci e l'ultimo diventò un'alabarda a doppia lama. 《Cosa cavolo...?》presi al volo l'arma e mozzai la testa del prof, il quale esplose in un nuvola di polvere dorata.
Devo ricordarmi di cancellare dalla mia lista delle cose da fare "uccidere il mio prof indemoniato".
《Sì okay, è stato figo, ma rivoglio il mio plettro! Che me ne faccio di una stupida alabarda?!》esclamai rigirando l'arma tra le mani, studiandola.
Jordie sospirò e mi ordinó di lanciare l'arma in aria.
《Ma sei scemo? Se mi cade addosso mi ammazza!》
Lui scosse la testa 《Okay, allora tirala verso di me, ma non troppo forte》.
《Va bene》e, con aria circospetta, lanciai l'alabarda.
Quella si trasformò in un plettro - il mio plettro! - e andò a finire in mano ad Jordie.
Egli mi guardó, e con aria soddisfatta - e di superiorità, che mi fece venire i nervi a fior di pelle - mi restituì il ciondolo.
《La prossima volta fidati di ciò che ti dico, secondo te ti avrei lasciata morire schiacciata da un'arma potenzialmente letale se usata nel modo sbagliato?!?!》
Scossi la testa perplessa 《Ehm... non ho mai impugnato un'arma del genere, avrei rischiato di mozzarmi la testa!》
Jordie mi guardò con gli occhi fuori dalle orbite e ridacchiò imbarazzato
《Ah giusto... dimenticavo!》
《Ma scusa, come mai tu invece sai usare la armi e, cosa più importante, PERCHÉ CAVOLO IL MIO PLETTRO È UN'ALABARDA?!?!》
《Ehm... perché la gallina non fa beeee...》Rispose con la prima cosa che gli passava in quella testa cocciuta.
《COSA?!?!》Iniziai a perdere le staffe, avrei voluto insultare qualcuno tanto per sfogarmi, ma mi limiti a ispirare profondamente e sorridergli.
《Vorrei avere dell...》Jordie mi interruppe 《Delle spiegazioni, lo so, ma fidati... andiamo via》infine decisi di scappare con lui solo perché alla seconda ora la prof avrebbe interrogato, o meglio, l'importante era saltare la scuola.
Jordie mi condusse accanto a Central Park e un taxi si fermò vicino a noi. Jordie mi fece segno di "accomodarmi" nel veicolo, nel quale si trovavano tre anziane signore dall'aspetto decrepito e dalla puzza nauseante.
Non avevo mai preso un taxi a New York, e menomale... 《Non pensavo che i tassisti fossero... così... così... così!》
Jordie mi fece segno di far silenzio sfiorando il dito indice con le proprie labbra, si adagió comodamente allo schienale e tiró fuori da una tasca dei suoi pantaloni una lattina di Pepsi. Io lo guardai con la coda dell'occhio per vedere cosa avrebbe fatto con tale oggetto, infatti, rimasi di sasso appena vidi Jordie "assaporare" la lattina.
《Ne vuoi un po'?》io scossi la testa con faccia scioccata.
《Mi stai mostrando la tua vera natura Jordie!》dissi ridendo.
Non so per quale motivo lui ebbe una faccia preoccupata...
《Sì, la mia vera natura...》
《La tua natura di maiale, no?》 Dissi sorridendo.
《Ah, sì, certo... maiale》e fece una risata forzata.
《Ehi... c'è qualcosa che non va?》 Chiesi guardandolo preoccupata.
《No, nulla... la lattina deve essere avariata, chissà da quanto tempo che è nella mia tasca...》disse gettando la lattina fuori dal finestrino.
Fu a quel punto che concentrai la mia attenzione sulle vecchie.
《Ehm... scusate... noi...》
Non riuscii a parlare perché le vecchie litigavano ogni tre per due.
《Dimmelo! 》
《No! Tocca a me oggi!》
《Sí, ma io l'hai tenuta solo la settimana scorsa!》
《Va be', ma ora guido io!》
Apparentemente litigano per un oggetto, alla fine della discussione si sentì un risucchio, accompagnato dalla risata soddisfatta di una delle vecchie e degli sbuffi dalle altre due.
《Dove devo portarvi signorini?》Chiese a vecchia al volante.

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Due vite a confronto.
AdventurePremetto che questa storia è stata scritta da me e da una mia amica. Il titolo è ancora provvisorio.