9. Il bacio al cioccolato

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Quando li vede sorride.
- Sono per te.
Dam: - Uffa mi vuoi mandare dal dentista tu?
A queste parole scoppia la mia risata.
- Certo che hai la battuta sempre pronta eh.
Dam: - Dai prendine uno tu e poi leggiamo i bigliettini, così magari andiamo insieme dal dentista.
Ne prendo uno e lo scarto, lui prende quello che rimane e fa lo stesso.
- Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato. Questo diceva il mio bigliettino.
- Fai vedere. Dice Dam, ma io gil dico: - Eh no è privato. A queste parole lui se la ride, notando che stavo diventando rossa per l'imbarazzo. Poi lui apre il suo cioccolatino e prende il bigliettino. Stavo per leggere quello che c'era scritto quando Dam cercando di imitare la mia voce dice: - Eh no è privato...
- Certo che sei tremendo!
- Si lo so. Scoppiamo a ridere. Poi mi fermo a riflettere nel silenzio e decido di parlare e dirgli: - Grazie di esserci stato sempre per me, per esserti preoccupato di me, per esserti preso cura di me, per avermi fatto ridere, per avermi fatto dimenticare per un attimo la vita di tutti i giorni,insomma grazie di esistere. Concludo con la voce tremolante. Dicendogli questo lo guardo negli occhi, questa volta senza paura. È una delle poche volte che riesco a guardarlo senza abbassare lo sguardo dicendo qualcosa di sensato. Lui mi affera la mano e sorridendo senza dire una parola, la poggia sulla sua guancia. Quegli occhi scuri, sempre seri, adesso erano lucidi. Lui mi stava fissando e io fissavo lui. Poi con l'altra mano afferro il suo viso e lo guardo dritto dritto negli occhi. Questa volta non penso a niente. Mi sembra di stare nei suoi occhi. Lui va per accarezzarimi il viso con una mano ma subito dopo con l'altra mi afferra il collo. Poi lentamente si avvicina. Io mi avvicino. Adesso sento il suo respiro. Adesso le sue ciocche more e morbide sul mio viso. Adesso le sue labbra sulle mie. Si ci siamo baciati. Non so spiegare come è stato, so solo che è successo. Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato. Lui mi teneva tra le sue braccia e con una mano sistemava dietro l'orecchio la mia ciocca di capelli che mi era andata sul viso. Mi fissa con quei suoi maledetti occhi. Poi sulle sue labbra si stampa un sorriso. Mi prende la mano e mette qualcosa nel mio palmo. Incuriosita lo apro e vedo che c'è il suo bigliettino. C'era scritto: - Fu il tuo bacio, amore a rendermi immortale. Lui sorride e insieme sorrido anch'io. Non ho mai preso sul serio le frasi dei cioccolatini. Ma devo dire che dopo questa non crederò più nelle coincidenze. Qualche giorno fa ero qui, da sola e malinconica. Buttata tra i libri, incasinata. Adesso qui, nello stesso posto, con lui. Mano nella mano, mi teneva stretta a se come se potessi cadere da un momento all'altro e non potermi più riafferrare. Io sulle punte dei piedi mi alzavo per poterlo baciare.
- Ti ho mai detto una cosa? Mi domanda lui con voce chiara e bassa, con lo sguardo fisso nei miei occhi ormai abituati.
- No, cosa? Rispondo io. Già un sorriso si stava stampando sulla mia bocca.
- Ti amo, ti ho sempre amata. Sento che tra noi c'è qualcosa di speciale, sento di essere quello giusto per te, quello che non ti farà mancare mai nulla. Una lacrima salata bagna la mia guancia mentre lui con la mano mi accarezza il viso dolcemente.
Gli prendo la mano e la stringo a me.
- Ti amo anch'io Damiano David. Forse il destino vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrate quella giusta ed io ho incontrato te. Non voglio che tu sia il sogno della mia vita, ma la realtà dei miei giorni. La realtà della mia vita.
Queste parole arrivano dritte al
suo cuore ormai innamorato. Mi stringe ancora più forte. Sento il suo profumo e mi piace. Poi mi solleva da terra.
- Cosa stai facendo scemo? Gli chiedo io scherzando.
Lui mi prende in braccio. Mi tiene stretta sorridendo. Mi sento come una regina si sente con il suo re. Mi sento al sicuro con lui. Io mi tengo aggrappata al suo collo, anche se so che lui non mi lascerebbe mai cadere. Io sorrido. Guardandomi negli occhi e sorridendo mi dice: - Sei perfetta.
Lo bacio e continuo a ridere insieme a lui.
Poi mi porta nella mia stanza e mi poggia sul mio letto ancora disfatto dal famoso giorno.
- Adesso lasciami credere che questo sia reale, che non sia un sogno. Dico io.
- No non è un sogno, tu sei il mio sogno. Mi risponde lui. Poi mi da un pizzico sulla guancia.
-Ahi! Dico io.
- Visto, tutto vero. Mi dice con quei suoi occhi così maledettamente profondi, così profondi che ti ci puoi perdere per ore.
- Sei uno stupido. Gli dico io scherzando.
- Il mio stupido. Preciso dopo. Poi si siede vicino a me. Mi prende la mano e mi dice:
- Sei bellissima.

Torna a casa || Damiano David Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora