6 del mattino.
Come ogni giorno, il detective Levi Ackerman si alza, dal letto, inizia a fare gli esercizi del giorno, si veste,va in cucina fa colazione e per ultima cosa, prima si uscire dal suo appartamento, si sistema i capelli corvini allo specchio posizionato poco prima la porta d'uscita.
Prende il suo cappotto color cammello ed apre la porta facendo entrate il gelido vento di Gotham. Il freddo gli entra nelle vene e sente I vestiti farsi congelati.
Velocemente chiude la porta dietro di sé e con uno scatto si allaccia la cinghia del cappotto in vita.Nel cammino per andare a lavoro pensava al nuovo psicoanalista che gli sarebbe stato assegnato da lì a poco, inseguito al brutto incidente avuto con un caso importante. Nessuno di quelli assegnati a lui fino a quel momento aveva mai cambiato la sua situazione, molti nemmeno ci avevano provato.
Un' indagine male andata può rovinare più di una vita.
Un urlo squillante interruppe i pensieri di Levi, era l'investigatore Mike con la sua spalla Nanaba.
<<Levii!! E arrivato fresco fresco un nuovo caso di omicidio! Lo vuoi tu oppure ci pensiamo noi?>>
Levi alzo lo sguardo verso il collega
<< hahaha MIKE lo sai, non dico mai di no ad un caso con un bel nome>>
Mentre questa frase si era ormai formata, dietro io detective si era palesato il capo generale della polizia, il dott. Zachary.
<< non così in fretta Ackerman, lei prima ha un appuntamento>>
Levi guardo il superiore con un'aria di sfida, come se indignato:
<< comandante generale, ritengo il mio percorso psicologico terminato, e gradirei lei la pensasse allo stesso modo.>>
Zachary appoggio il braccio sulle spalle del sottoposto.
<< Levi, parliamoci chiaramente, non è così; l'indagine su quella donna ti ha completamente fuso: ora le tue indagini sono sempre più lunghe del previsto e i tuoi attacchi di rabbia sono sempre meno controllabili. Perciò se ti rifiuti di farti seguire dal nuovo dottore, io sarò costretto, a ridurre la tua illustre carriera ad un insulso taglia carte.>>
Il corvino si levo dalle spalle il braccio fissando negli occhi il suo superiore.
<< va bene, ma il nuovo caso di omicidio, è mio>>
L'altro fece una faccia dubbiosa, ma subito dopo fece un segno di approvazione.Nella centrale le scrivanie dei poliziotti e dei detective erano divise in due colonne. La criminologia non ha bisogno di spazio.
Ma c'erano solo due persone che avevano l'esclusivo diritto ad uno studio privato: il comandante generale e il dottore, ovvero lo strizza cervelli, il cui computo è quello di far metabolizzare gli orrori che la polizia i detective vedono ogni giorno.
<< Ackerman! >>
Levi si alzo dal suo posto e velocemente si recò verso la porta dello studio, tutt'untratto si apri, rivelando una figura alta e possente; c'era un uomo con circa 27 anni, capello biondo e sistemato, nemmeno una ruga marcava gli zigomi perfetti. Dal viso si poteva vedere un naso prorompente ma che nel suo viso non stonava nemmeno un po. I suoi occhi erano di un azzurro acceso e luminoso. Sembravano due zaffiri incastonati alla perfezione.
<< Ciao! Tu devi essere Levi? Prego accomodati>>
Il detective con un aria preoccupata entro nello studio, che era completamente stravolto. Certo, ogni volta che veniva un nuovo dottore cambiava di poco lo studio, tipo prima la poltrona era rossa e poi diventa verde ma invece il nuovo dottore aveva cambiato tutto: inanzi tutto non c'erano delle potrone, c'era solo un enorme tappeto con intarsi dorati, c'era una scrivania ma era piena di strumenti musicali; tipo fisarmoniche e mandolini. Inoltre c'era anche un piano forte.
Agli angoli della stanza c'erano cateste di libri e fogli volanti.
Mentre osservava la stanza intorno a se, al detective. veniva la nausea, essendo un maniaco dell'ordine e della pulizia, non puo sopportare la vista di certe male accortezze.
Il dottore intanto si era seduto e aveva una chitarra in mano con la quale suonava una melodia.
<< Scusami per il disordine, sono appena arrivato. Sai cosa vuol dire traslocare, no? Ho gli scatoloni fino al collo...>>
Indossava un maglioncino marroncino con sotto una camicia bianca, con dei pantaloni eleganti sempre sui toni del marrone.
Levi corruccio lo sguardo e in segno di risposta annuí.
<< Che male educato... non mi sono presentato; Erwin, Erwin Smith>>
