AVVERTO CHE SARÀ PRESENTE ANCHE UNA SCENA SMUT, AVVISERÒ QUANDO INIZIA E QUANDO FINISCE
Dopo anni c'erano finalmente riusciti, erano arrivati a giocare le olimpiadi assieme. I due ragazzi guardarono orgogliosi il campo da pallavolo in cui avrebbero giocato, le mani intrecciate e la testa persa nei pensieri. Pensarono alla loro vita assieme, al loro primo incontro e a come si fossero sempre aiutati a vicenda senza neanche saperlo; forse il loro legame esisteva da quando erano nati probabilmente, attorno al loro mignolo sinistro, si trovava il filo rosso del destino su cui circolavano tante storie e leggende. I due ragazzi si erano incontrati diverse volte, questo era sempre accaduto su un campo da pallavolo in squadre contrapposte. Avevano giocato svariate partite uno contro l'altro, avevano partecipato anche al ritiro per la nazionale maschile under 19 e, in quel caso, erano riusciti a giocare dalla stessa parte della rete. L'alzatore era attratto dallo schiacciatore, dal suo carattere schivo, dal suo modo di giocare, dalla sua misofobia che in campo sembrava sparire, dalla sua intelligenza e dai suoi polsi. Quei candidi polsi all'apparenza fragili avevano dato parecchio filo da torcere alla sua squadra a causa della loro elasticità. Il biondo, durante quel ritiro, aveva provato ad avvicinarsi e a parlare con l'altro ragazzo che evidentemente lo detestava, dato che lo allontanava e gli urlava contro.
Un primo passo di riappacificazione tra i due ragazzi era avvenuto durante un ritiro estivo che avevano fatto con le rispettive squadre, ma iniziamo dal principio. Gli allenatori delle squadre Inarizaki e Itachiyama di erano accordati per organizzare degli allenamenti congiunti per i loro atleti. Avevano così deciso di organizzare un ritiro estivo di una settimana a Tokyo e avevano avuto la "grande" idea di mescolare i loro ragazzi nelle stanze così da poter rafforzare il legame di amicizia creatosi tra i giocatori. Arrivato il giorno prestabilito le due squadre si ritrovarono davanti allo stabilimento in cui avrebbero dovuto alloggiare durante tutta quella settimana. I due allenatori salutarono e spiegarono cosa avrebbero fatto durante quel ritiro. << Bene ragazzi, le stanze saranno tutte composte da quattro persone tranne tre, che sono da due. Abbiamo deciso che per ogni stanza ci saranno due ragazzi di una squadra e due dell'altra. Una camera da due sarà di noi allenatori, un'altra verrà data ai due capitani e l'ultima sarà occupata da Sakusa e dal ragazzo di Inarizaki che pescherà il bigliettino con il numero 3.>>Disse l'allenatore dell'Itachiyama.<<Nei bigliettini che pescherete si trovano i numeri delle vostre stanze, avete capito ragazzi?>> Gli fece eco l'allenatore dell'Inarizaki.Tutti annuirono e i ragazzi iniziarono a pescare i bigliettini che si trovavano davanti a loro. Speriamo che sia una persona pulita e ordinata. Pensò Sakusa. I gemelli Miya speravano di capitare nella stessa stanza. Non sembrava ma, pur litigando continuamente, erano molto uniti. Già in passato avevano provato a separarli, e la cosa non era andata a finire bene. Atsumu era andato a dormire a casa dei nonni, il suo gemello si era invece organizzato per un pigiama party a casa di un compagno di classe. Quella notte il gemello più rumoroso andò in panico, urlò, pianse e si disperò; a nulla servirono le parole rassicuranti e gli abbracci amorevoli dei nonni, non sapeva se il suo gemello fosse al sicuro e questo lo agitava molto. Osamu, dal canto suo, si comportò normalmente per tutta la serata, pur sentendo come un vuoto nel petto. Quando si sdraiò sul suo futon, chiamò sottovoce il fratello diverse volte non ottenendo mai risposta. Quando si rese conto che in realtà la sua copia perfetta non era lì con lui a quel pigiama party, iniziò a piangere silenziosamente. La mattina seguente, quando i due bambini si rividero nella loro abitazione, si corso incontro e si abbracciarono stretti lasciando cadere grandi lacrimoni dai loro occhi. Per questo motivo, quando i gemelli Miya videro che il numero dei loro biglietti era diverso, si guardarono negli occhi e si presero per mano. Osamu mise in moto il criceto che aveva nella sua testa, voleva stare in camera con il fratello ma sapeva perfettamente di non poter rivelare quella cosa a nessuno. <<Tranquillo 'Samu, posso farcela. Alla fine siamo a un ritiro di pallavolo con altri ragazzi che hanno la nostra stessa passione. Siamo al sicuro e sei nella stanza accanto alla mia.>> Sussurrò Atsumu vedendo il fratello pensieroso. <<Sei sicuro 'Tsumu?>> <<Sicurissimo 'Samu!>> Rispose sorridente alla domanda. <<In effetti hai ragione 'Tsumu, in futuro non voglio portare in casa con me un gattaro single.>> Disse il grigio con tono strafottente.<<Bene, portate le vostre cose nelle camere in cui alloggerete, sistematevi e poi venite in palestra!>>. I ragazzi si avviarono nelle rispettive stanze, Osamu era in camera con Rintaro Suna, Komori Motoya e un altro ragazzo dell'Itachiyama. I quattro ragazzi chiacchierarono un po' mentre sistemavano il loro vestiario in armadi e cassettiere. Atsumu era invece in camera con Sakusa Kiyoomi. L'alzatore seguì il moro per i corridoi mantenendosi a debita distanza a causa della misofobia del compagno. Arrivati sulla soglia della porta lo schiacciatore si girò e parlò senza mai togliersi la mascherina <<Non rompere, fammi dormire, parla solo se strettamente necessario e, cosa più importante, IGIENE>>. Atsumu si limitò ad annuire impaurito e guardò il moro iniziare a pulire la camera. <<Sakusa-kun, posso aiutarti a fare qualcosa?>> L'interpellato si girò lentamente e, con la scopa ancora in mano, estrasse uno spray disinfettante da una delle sue valige <<Passa BENE armadio, cassettiera e mobiletti con questo, non tralasciare neanche un millimetro>>. Atsumu prese lo spray disinfettante e fece ciò che gli era stato detto mentre Sakusa lavava il pavimento con detersivi igienizzanti. I due ragazzi sistemarono le loro cose silenziosamente. Atsumu si stava trattenendo per non fare domande al compagno di stanza, poi pensò che, se proprio avesse ceduto, avrebbe dovuto chiedergli qualcosa di intelligente. <<Omi-kun - disse ricevendo un'occhiata inceneritrice dall'altro- dove preferisci mettere il futon questa notte?>> <<Non chiamarmi Omi-kun. Comunque il mio futon sarà vicino alla finestra>> <<Va bene Omi-kun>>. Sakusa sospirò sonoramente, sarebbe stata una lunga settimana. La giornata passò abbastanza velocemente e, tra un allenamento e l'altro, arrivò la notte. I ragazzi si lavarono, si diedero la buonanotte e si ritirarono nelle loro stanze. <<Notte 'Tsumu, per qualunque cosa sono nella camera accanto. Se succedesse chiamami.>> <<Tranquillo 'Samu, cosa vuoi che succeda? - disse spavaldo guadagnandosi un'occhiataccia dal fratello - comunque sogni d'oro, ma vedi non farmi apparire in troppi di essi, sennò mi sciupi.>> Questo era il piccolo scorcio di conversazione che Sakusa era riuscito ad udire. Di che problema parlano? si chiese lo schiacciatore; non ci pensò troppo e diede la buonanotte al cugino per poi infilarsi nel futon. L'alzatore entrò in camera, si sdraiò nel suo giaciglio e spense le luci. <<Notte Omi-kun>> <<Buonanotte Miya>>. Quella notte Atsumu si svegliò, non sentì il respiro caldo del fratello sul collo, non riconobbe il suo profumo in quella stanza, non lo vide sdraiato accanto a lui e non riconobbe la persona nell'altro futon. Il respiro del ragazzo accelerò, il suo corpo iniziò a tremare e calde lacrime bagnarono le sue guance. Il biondo iniziò ad annaspare e a chiamare il nome del fratello, l'aria fluiva nei suoi polmoni con difficoltà. A quel punto Sakusa si svegliò imprecando per il casino che l'altro stava facendo, era già pronto ad urlargli contro ma si pietrificò non appena vide le condizioni in cui versava il biondo. Lo schiacciatore sapeva che avrebbe dovuto aiutarlo a fermare quell'attacco di panico anche se questo avrebbe voluto dire andare contro la sua misofobia. Il moro si avvicinò tremante al futon dell'alzatore e abbracciò la figura che vi era seduta sopra. Provò poi a fargli tranquillizzare il respiro facendogli soffiare dentro a un sacchetto e, successivamente, gli parlò <<Miya, che succede?>> <<S-sc-scu-scusa O-Omi, suc-succede quando non d-dormo nella stessa stanza di 'S-Samu.>> rispose Atsumu ricominciando a piangere sulla spalla del ragazzo. Sakusa rimase rigido, non era mai stato così vicino a nessuno, solo a sua mamma quando era ancora molto piccolo. Lo schiacciatore, dopo un po', decise di portare le braccia attorno al busto dell'altro dando origine a un abbraccio impacciato. Nel frattempo, a causa del frastuono generato dal finto biondo, si erano svegliati anche gli altri ragazzi. Osamu e Komori, appena si resero conto da che stanza provenisse tutto quel baccano, si fiondarono nella camera dei loro familiari, dove vennero raggiunti dai due capitani e dagli allenatori. La scena che si parò loro davanti fece preoccupare Osamu, Kita e l'allenatore dell'Inarizaki. Non avevano mai visto Atsumu ridotto in quello stato, anche per il gemello era un evento più unico che raro vederlo piangere. I tre, preoccupati, fecero un passo verso le persone a cui apparteneva quella stanza. Sakusa li fulminò con uno sguardo facendoli fermare sul posto, successivamente rivolse una smorfia arrabbiata al cugino, al suo capitano e al suo allenatore, che avevano gli occhi che brillavano d'orgoglio perché, per la prima volta, aveva affrontato la sua misofobia per aiutare una persona a lui quasi sconosciuta. I sei, chi felice, chi preoccupato, uscirono da quella camera, tranquillizzarono gli altri ragazzi e tornarono nelle loro stanze. Osamu, Kita e l'allenatore dell'Inarizaki non riuscirono a chiudere occhio quella notte. Atsumu, dopo essersi tranquillizzato, aveva spiegato a Sakusa il motivo di quell'attacco di panico e poi si era addormentato abbracciato al moro. Nessuno disse cosa fosse successo quella notte, dopo la quale i due dormirono sempre assieme.
Passarono i mesi e i due conclusero il liceo. Atsumu iniziò la sua carriera di palleggiatore professionista nei MSBY Jackals, le tracce di Sakusa invece si persero, il ragazzo aveva intrapreso il percorso universitario ma, nel giro di pochi anni, il suo nome era tornato ad essere sulla bocca di tutti. L'ex giocatore dell'Itachitama, conclusi gli studi, si unì ufficialmente agli MSBY Jackals dove incontrò alcuni dei suoi vecchi avversari, Hinata Shoyo, Bukuto Kouataro e Atsumu Miya che avrebbe alzato per lui. Sakusa si ritrovò a dover condividere l'appartamento proprio con quei suoi tre compagni di squadra che sarebbero diventati anche il suo gruppo di amici. Il coinquilino più piccolo era Hinata Shoyo, il centrale era un concentrato di energia in un corpicino apparentemente fragile; era fidanzato da anni con Kageyama Tobio, palleggiatore degli Adlers, ed era quasi sempre in videochiamata con lui. Il più vecchio, ma meno maturo, degli abitanti di quell'appartamento era Bukuto Kouataro; era praticante un bambino nel corpo di un adulto; lo schiacciatore era molto confusionario, fin troppo, ma sapeva essere anche dolce e smielato, soprattutto con la sua "dolce polpettina", il giornalista Akaashi Keiji. L'ultimo, ma non meno importante, dei suoi coinquilini era Atsumu Miya che aveva la sua stessa età. L'incontro tra i due ragazzi fu un po' strano. Il coach aveva avvisato i tre ragazzi che, in quei giorni, sarebbe arrivato il loro quarto e ultimo coinquilino, senza però rivelarne il nome. Atsumu era in casa da solo, Bokuto e Hinata erano usciti con i loro fidanzati e, proprio per questo motivo, aveva deciso di farsi una lunga doccia rilassante e di dedicare un po' di tempo a sé stesso. L'alzatore era appena uscito dalla doccia, si era avvolto in asciugamano attorno alla vita e aveva messo una maschera al pompelmo rosa sul viso, quando sentì suonare il campanello. Il ragazzo uscì dal bagno e si diresse verso l'ingresso, Shoyo ha lasciato a casa il borsone con le cose che gli serviranno stasera o Kou ha dimenticato di nuovo le chiavi? si chiese aprendo la porta. Nessuna delle sue ipotesi era corretta. Tutto si sarebbe aspettato tranne quello. Davanti a lui, in tutto il suo splendore, si trovava Kyioomi Sakusa con una mascherina sul viso e circondato da numerose valige. Il biondo, che era solo in asciugamano, arrossì. <<Omi-kun, che ci fai qui?>> <<Ciao Miya, sono il nuovo giocatore dei MSBY Jackals. Mi hanno detto che alloggerò qui assieme a tre compagni di squadra, posso entrare?>>. A quel punto Atsumu si ricordò improvvisamente del possibile arrivo del nuovo coinquilino e si fece da parte <<Certo Omi-Omi, entra pure! Posso aiutarti con le valige? - Kiyoomi sospirò, alzò gli occhi al cielo e gli passò una valigia e un borsone - Ottimo! Seguimi Omi!>>.
I due entrarono in casa, chiusero la porta e si diressero verso il corridoio. <<Allora, ci sono due camere da letto, Kou e Shoyo condividono quella sulla destra, noi siamo nell'altra. Dammi il tempo di sistemarmi e ti faccio fare il giro della casa.>> disse Atsumu chiudendosi in bagno e lasciando lo schiacciatore nella sua stanza. Dopo aver fatto vedere l'appartamento al nuovo arrivato Atsumu si propose di cucinare il pranzo mentre l'altro sistemava le sue cose in camera. Quel giorno Sakusa scoprì che, stranamente, Atsumu era abbastanza ordinato ed era anche un discreto cuoco. Durante il pranzo i due parlarono e "recuperarono" il tempo pers. Sakusa gli chiese del problema "lontananza dal gemello" e Atsumu fu ben felice di rivelargli che l'aveva più o meno risolto dormendo in videochiamata con il fratello.
Con il passare dei mesi il legame tra i due si approfondì, anche i compagni di squadra si accorsero della strana chimica che si era creata tra i due. Pur continuando a insultarsi e litigare, l'alzatore e lo schiacciatore si capivano al volo, a volte non serviva neanche uno sguardo per capire cosa volesse fare l'altro. Un giorno i due avevano discusso pesantemente in casa, Hinata e Bokuto non avevano capito il motivo del litigio, erano concentrati a guardare la scena fatta di urla e "tu non puoi capirlo" che si parava davanti a loro. Agli allenamenti tutti notarono una certa freddezza e sguardi di fuoco tra i due. <<Noto una certa "tensione", avete litigato per chi fa il top e chi il bottom?>> intervenne Inuaki. Quella frase, che doveva essere una battuta pacificatrice, scatenò il putiferio. <<Cosa intendi affermare Inuaki-san?>> chiese Atsumu con finta aria innocente. <<Certo che sei stupido Miya!>> intervenne Sakusa. <<Io sarei stupido? IO? MA TI RENDI CONTO DI CHE STAI DICENDO OMI? SE IO SONO STUPIDO TU COSA SARESTI? INTELLIGENTE?>> Rispose a tono l'alzatore. <<Taci Miya>> lo schiacciatore era freddo, cercava di trattenersi dall'urlargli contro le peggio cose, le mani gli tremarono e il respiro non era regolare. <<NON PUOI COMANDARMI! NON PUOI DIRMI COSA DEVO O NON DEVO FARE! ANCHE PRIMA MI DICEVI CONTINUAMENTE DI TACERE E CHE NON POSSO, ANZI, NON POTRÒ MAI CAPIRE COSA TI STA SUCCEDENDO! MA SAI CHE TI DICO? SE SOLO TU MI PARLASSI POTREI CAPIRLO!>> Sakusa non ci vide più, anche lui alzò la voce e iniziò ad avanzare verso l'alzatore che, a sua volta, indietreggiava.
<<MIYA! SE TI DICO CHE NON LO PUOI CAPIRE È PERCHÉ È COSÌ! NON PUOI OBBLIGARMI A PARLARE, CRETINO! SONO COSE CHE NON POSSO DIRTI.>> <<NON PUOI O NON VUOI?>> Sakusa sembrò riacquistare un po' di lucidità e rispose con tono calmo. <<Entrambe.>> <<AH SI? IO MI SONO FIDATO E TI HO RACCONTATO TUTTO! TUTTO! PERCHÉ NON TI FIDI?>> Sakusa alzò nuovamente la voce vomitando decine di insulti contro l'alzatore. Intanto Atsumu andò a sbattere con le spalle contro il muro, anche a causa di qualche spinta di Kiyoomi, e i due litiganti si ritrovarono a urlarsi contro con i nasi che si sfioravano. I compagni di squadra e l'allenatore li guardarono allibiti, i due avevano già litigato altre volte davanti a loro ma mai in modo così violento. Bokuto e Hinata sbuffarono esasperati e portarono le mani a coprirsi le orecchie, era dalla sera precedente mattina che i loro coinquilini si urlavano contro e Atsumi era anche scappato di casa.
<<PARLAMI KIYOOMI>> Disse Atsumu con voce ferma e in tono talmente alto da sovrastare gli insulti di Sakusa. Tutti i rumori e le grida cessarono, si sentì un <<Per favore>> sussurrato dall'alzatore e il rimbombo di un pugno tirato sul muro a pochi centimetri dalla faccia di Atsumu. <<Vuoi veramente saperlo?>> Chiese il castano con aria ancora più seria del solito. Il ragazzo con la schiena appoggiata al muro annuì convinto. Sakusa chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, si avvicinò ulteriormente al ragazzo che si trovava di fronte a lui fino a far combaciare le loro labbra. Atsumu sbarrò gli occhi sorpreso e portò le braccia dietro al collo del ragazzo, per cui provava qualcosa sin dal ritiro del suo ultimo anno di liceo, proprio mentre il moro si stava per staccare perché pensava di non essere ricambiato. Dopo diversi secondi i due si staccarono e si guardarono negli occhi <<Omi, sei proprio uno stupido! Sono innamorato di te da quel ritiro che abbiamo fatto al liceo. - disse Atsumu dandogli un dolce bacio a stampo - Comunque, CON QUEL PUGNO AVRESTI POTUTO ROVINARE IL MIO BEL FACCINO!>> piagnucolò melodrammatico il biondo. <<E taci un po'>> esclamò Kiyoomi prendendolo dal colletto della maglia e baciandolo. I mesi passarono, i due ragazzi iniziarono ufficialmente a frequentarsi e la loro relazione, tra alti e bassi, andava a gonfie vele. I due innamorati comprarono una casa in cui andarono ad abitare assieme e, poco dopo, furono convocati per giocare alle Olimpiadi e, indipendentemente da come sarebbero andate, Atsumu aveva intenzione di fare una sorpresa all'amato ma, ciò che però non sapeva, è che Sakusa ne stava preparando una simile per lui. I due ragazzi erano appena rientrati dalle dure settimane olimpiche, purtroppo l'ultima partita, giocata contro l'Argentina, non li aveva visti vincitori. Nessun ragazzo della squadra olimpica osava minimamente immaginare cosa avrebbe "fatto" il loro preparatore atletico, Iwazumi Hajime, al suo ragazzo, Tooru Oikawa, palleggiatore della nazionale argentina. Scesi dal pullman Sakusa e Atsumu salutarono velocemente quelli che erano stati i loro compagni d'avventura in quelle settimane e si diressero verso casa loro. I due fecero appena in tempo ad entrare in casa e a togliersi le scarpe che Atsumu saltò in braccio a Kiyoomi baciandolo passionalmente. Lo schiacciatore non si fece cogliere impreparato, portò le mani sotto le cosce del compagno, che strinse con presa ferrea, e approfondì ulteriormente il bacio. Non ci volle molto perché la situazione divenisse ancora più infuocata e piccante. L'alzatore allacciò le gambe al bacino dell'altro e portò le mani tra i capelli scuri dell'amato tirandoli leggermente e facendolo mugugnare. Sakusa, dal canto suo, portò una delle due mani sotto la maglia del biondo accarezzandogli gli addominali ben definiti mentre con l'altra lo sorreggeva. In breve i vestiti iniziarono a cadere a terra formando un sentiero che conduceva fino alla camera da letto.