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DEPRESSIONEHyunjin aveva affrontato anche un'altra giornata, l'ennesima delle tante che si sarebbero susseguite, in un continuo, ripetitivo, ciclo senza tregua, fino alla fine dei suoi giorni.
Giorni lenti, interminabili, grigi, noiosi e monotoni, come era la sua vita da anni e anni ormai.
Aveva perso il conto di quante ore della sua insignificante vita avesse speso in occupazioni del tutto inutili e prive di senso per cercare di arrivare in qualche modo alla mattina successiva, sperando di far cessare un giorno quel perpetuo e incessante dolore che lo aveva fatto suo prigioniero, ma dal quale Hyunjin sapeva, in fondo, di non poter mai scappare, liberarsi.
Era un labirinto senza fine, la vita che lui stava conducendo o, meglio, si stava sforzando di vivere.
Il ragazzo non riusciva più a trovare nulla che stimolasse la sua curiosità, che suscitasse il suo interesse, quello vero, genuino, non provava nè gioia, nè entusiasmo, nè soddisfazione, solo e sempre la più totale indifferenza.
Era diventato completamente apatico, non aveva nemmeno uno scopo, una meta, da raggiungere nella sua vita, un desiderio da realizzare, non sapeva chi volesse diventare in futuro, non aveva piani, alcun progetto da attuare, sogni nel cassetto.
Hyunjin era semplicemente vuoto, la sua anima si era inaridita fino all'estremo, il suo sguardo era diventato spento e inespressivo, privo di colore, freddo.
Era da tempo ormai che non provava nessun sentimento intenso nei confronti di qualcuno, da anni non aveva più avuto occasione di sperimentare di nuovo cosa fosse l'amore.
Non che lo avesse mai saputo in realtà, aveva sempre amato senza mai essere ricambiato dall'oggetto del suo desiderio e, di conseguenza, aveva imparato nel corso di quegli anni di amori non corrisposti a soffocare, a reprimere, tutti i sentimenti che più assomigliavano all'amore.
Di tanto in tanto cedeva ancora a quell'impulso che fa parte di ogni essere umano, quello di desiderare l'amore, ma quando succedeva correva subito ai ripari per proteggere il suo povero cuore martoriato da quelle cicatrici mai disinfettate e non ancora guarite del tutto.
A dire la verità, Hyunjin dubitava che sarebbero scomparse un giorno, avrebbero sempre fatto parte di lui, ne era più che sicuro.
Non gli restava altro da fare che cercare di uccidere il suo amore, i sentimenti che iniziava a provare nei confronti di qualcuno quando si sentiva particolarmente bisognoso di attenzioni e affetto, di qualcuno che si prendesse davvero cura di lui, cosa che però non succedeva mai, ma Hyunjin si era ormai abituato.
Il ragazzo attribuiva la colpa della sua infelicità alle persone che aveva avuto la sfortuna di incontrare nell'arco della sua breve vita, al loro comportamento nei suoi confronti, meschino, crudele.
Gli altri lo avevano definitivamente rovinato, gli avevano dato il colpo di grazia con la loro finta gentilezza, i loro sorrisi falsi, la loro amicizia a doppia faccia, lo avevano fatto sentire speciale e importante quando in realtà lo consideravano un fallito, uno buono a nulla, un incapace, simpatico, ma non abbastanza per poter essere accettato nella loro cerchia ristretta di privilegiati.
Gli altri lo etichettavano come strano semplicemente perchè preferiva più ascoltare che parlare, odiava dare aria alla bocca solo per noia, come facevano parecchie delle sue conoscenze, deridevano il suo essere solitario e asociale, condannavano senza alcuna pietà la sua depressione, prendendola per un gioco, non una malattia seria di cui trattare con estrema cautela e tatto, attenzione.
Lo avevano sempre fatto sentire escluso e non voluto, lo ignoravano.
Hyunjin era un ingranaggio rotto in un sistema perfettamente in equilibrio, quello della società che lo circondava e di cui faceva parte, se così si poteva dire.
Vedeva gli altri essere felici, sorridere, essere costantemente attivi e vivaci, impegnati in mille attività.
In un certo senso li invidiava, perchè erano stati capaci di trovarsi qualcosa in cui credere, investire del tempo, qualcosa per cui provare passione.
Lui, invece, non era stato in grado nemmeno di procurarsi dei piaceri che potessero distoglierlo dai pensieri ossessivi e difenderlo dai mostri che albergavano dentro di lui, non aveva trovato nulla che potesse anche solo minimamente avvicinarlo di almeno un gradino, un passo, alla felicità, l'unico obiettivo che aveva avuto da sempre.
Alla fine si era rivelata essere una ricerca vana e un grande spreco di tempo, perchè Hyunjin non aveva concluso nulla ed era rimasto a bocca asciutta, senza risposte a tutte le domande che si era posto nel corso degli anni.
Non riusciva a stare bene nemmeno grazie a delle illusioni che la sua stessa mente creava di tanto in tanto, nel tentativo di confortarlo e rasserenarlo.
Era tutto inutile, Hyunjin non aveva niente a cui appigliarsi per cercare di risalire su, al contrario sentiva di star sprofondando negli abissi della sua solitudine e del suo dolore, senza nessuno che gli tendesse una mano e provasse a salvarlo, si accorgesse delle sue silenziose suppliche di aiuto.
Era solo, nel vero senso della parola, solo e abbandonato a se stesso, gli altri avevano di meglio da fare che soccorrerlo, erano impegnati a costruirsi la loro vita.
Hyunjin non li biasimava per questo, ma avrebbe voluto un po' di attenzione in più, soprattutto da persone che affermavano con estrema convinzione di volergli bene.
Era tremendamente, infinitamente, stanco, in particolar modo da se stesso.
Non riusciva più a guardare il proprio riflesso allo specchio senza fare una smorfia di disgusto, detestava il proprio aspetto fisico, si considerava pieno di difetti, di imperfezioni che non avrebbe mai potuto cambiare, aggiustare, migliorare.
Probabilmente anche gli altri lo vedevano allo stesso modo, pensavano di lui ciò che lui pensava di se stesso, forse lo odiavano addirittura.
Hyunjin se lo chiedeva spesso, cosa pensassero gli altri della sua persona, ma non sapeva rispondere a quella domanda, nè avrebbe potuto chiedere a qualcuno di sua conoscenza.
Lo avrebbero preso per pazzo, ma lui non voleva che succedesse, era meglio evitare ulteriori beffe, rendendosi ancora una volta ridicolo ai loro occhi.
Avrebbe solo voluto essere esattamente come tutti gli altri, una persona normale, un adolescente qualsiasi con un'infinità di sogni nel cassetto da realizzare da grande, pieno di vita ed energia.
Chiedeva forse troppo?
Voleva soltanto essere felice, il suo desiderio era forse dettato da puro egoismo, da eccessiva avidità?
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it's too cold for you here // hyunlix
ФанфикTW DEPRESSIONE, AUTOLESIONISMO, DISTURBI MENTALI, GENITORI ABUSIVI, VIOLENZA VERBALE E PSICOLOGICA COMPLETATA STRAY KIDS HYUNLIX Hwang Hyunjin e Lee Felix Hyunjin incontra la sua anima gemella nel modo più inaspettato possibile ma nel profondo...