Capitolo 32

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Incapaci di affrontare il grave pericolo, alcuni magistrati del comune di Milano si rivolgono al governatore per sollecitare un aiuto economico diretto e per impedire il passaggio devastante delle truppe dei Lanzichenecchi nella zona di Milano. Insieme a questo episodio vengono fatti pressanti richieste al Cardinale Federigo per organizzare una processione con il corpo dello zio Carlo Borromeo. La richiesta viene inizialmente rifiutata per impedire la delusione rispetto a un mancato miracolo e per scongiurare un'ulteriore diffusione del contagio ad opera degli untori. In questo clima di terrore, vengono linciati e arrestati un vecchio innocente e tre francesi accusati di essere degli untori. Dopo un po' però Federigo Borromeo viene convinto e si iniziano i preparativi per la processione. Il giorno seguente il numero delle vittime per contagio aumenta vertiginosamente e vengono assunti dei "monatti" per trasportare i cadaveri nelle fosse comuni. Durante questo periodo non mancano le opere di bene, attuate dal Cardinale; ma non mancano neanche sopraffazioni e violenze di vario genere, come i saccheggi da parte degli stessi monatti. Gli effetti più dolorosi del dramma si riscontrano nel propagarsi delle dicerie sugli untori, considerati i soli colpevoli e artefici della peste. Alla fine, Manzoni fa una introduzione per dare il via alla fase finale della storia di Renzo e Lucia.

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