Capitolo 3. La Tenebra e la Luce

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Ormai l'eccitazione del primo giorno mi era scivolata via, come se avessi indosso un impermeabile

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Ormai l'eccitazione del primo giorno mi era scivolata via, come se avessi indosso un impermeabile.

Per il resto della giornata non feci altro che pensare al povero Cal... ero assorta nei molteplici ricordi da noi condivisi, nei quali io venivo sempre battuta miseramente da lui in qualche prova atletica o magica.

Il suo potere era molto più prestante del mio, nonché più importante: lui manipolava le tenebre, una capacità che racchiudeva l'essenza stessa di Hypnos, era uno dei motivi per cui spesso mi sentivo rodere il cuore dall'invidia. Io sono cresciuta guardandolo dall'ombra della mia mediocrità, mentre tutto il mio popolo lo acclamava.

Sul nostro pianeta sia lui sia suo padre erano elogiati da chiunque! Io, per quanto ne fossi l'erede, avevo l'orecchio avvelenato dai mormorii sommessi della gente a cui non piacevo. Ero una macchia nera persino sul mio stesso pianeta. Sentivo che, se ci fosse stata la democrazia, Cal sarebbe stato sicuramente eletto al governo, mentre io, nel migliore dei casi, avrei scaldato qualche sedia in parlamento.

Davano tutti per scontato che lui avrebbe sempre avuto più successo di me nella vita, che Radius lo avrebbe apprezzato, preso sotto la propria ala protettiva e finanziato affinché studiasse e avesse successo qui a Magix. Invece, il re di Solaria preferì me.

Ad Alfea ero costretta seguire delle lezioni degli anni precedenti, in base agli esami da me non superati, così avevo un programma del tutto personalizzato e realizzato su misura per me.

Il professor Avalon era il mio mentore, lui gestiva personalmente i miei recuperi e considerai questa una gran bella fortuna.
Durante quel movimentato primo giorno ad Alfea ci fu giusto un breve incontro conoscitivo, in cui mi lasciò la libertà di raccontarmi. Fu difficile riassumere tutta la mia situazione in un'oretta, soprattutto se vi sommiamo i miei tentativi di spiegare perché la distorsione m'impedisse di lasciare Hypnos e studiare fuori. Tuttavia fu un'ora decisamente gradevole, fissare i suoi occhi violacei, sottili e arguti come quelli di una volpe, risultava idilliaco comparato al tedio appena vissuto nelle prime due ore.

In ogni caso, incontrare Avalon era meglio che stare spaparanzata in classe ad ascoltare il caotico blaterare di Wizgiz, quell'imbranato di Palladium che ogni dieci minuti digrediva perché s'era scordato di spiegarci una nozione o, peggio ancora, quella megera di Griselda.

Sono abbastanza sicura che, durante la lezione pomeridiana con lei, mi guadagnai il suo odio: stava introducendo un discorso interessante quanto una mattonata sulle gonadi e, parlando delle forme di vita più diffuse, mi domandò quali piante note a Magix crescessero pure su Hypnos.

- Oppio. - Avevo distrattamente risposto, mordicchiando una penna.

Il suo pugno contro la cattedrà mi destò repentinamente dai miei pensieri, facendomi saltare sul posto. Ovviamente non mancarono le risatine delle mie simpaticissime compagne.

Peccato che qui non ci sia Tecna, lei mi sembra l'unica fata intelligente in quest'oceano di marionette patinate. Era un corso di due anni precedenti, uno dei pochi che non ero riuscita a superare, purtroppo.

Erede dell'Oblio||𝒲𝒾𝓃𝓍 𝒞𝓁𝓊𝒷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora