Capitolo 51

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T/n: "Villa Malfoy?" lo guardo scioccata, non pensavo l'evento si trovasse qui. Le domande mi tartassano la testa; perché non mi ha detto che sarebbe stato qui? Perché sono venuta?

I miei pensieri vengono interrotti dal portone che si apre, rimango spaesata dal fatto che non ci sia nessuno al di là della porta ma abbassando lo sguardo comprendo chi l'ha aperta. Un elfo piuttosto timoroso con gli occhi verdi si nasconde parzialmente dietro la porta.

X: "Benvenuti a Villa Malfoy" fa un passo avanti prendendo coraggio "io sono Dobby, l'elfo domestico della famiglia Malfoy."

James: "James Burke" l'elfo fa un piccolo cenno e poi mi guarda aspettando che io mi presenti.

T/n: "Io sono il suo più uno" varchiamo l'ingresso della casa.
James si sfila il cappotto e lo prende un maggiordomo mentre Dobby mi tocca una gamba e mi giro nella sua direzione.

Dobby: "Dobby vuole sapere il suo nome signorina" gioca con le sue mani e distoglie lo sguardo non riuscendo a sostenere i miei occhi.

T/n: "T/n... T/n Johnson" mi chino leggermente su di lui sorridendo. I suoi occhi verdi sorpresi guizzano immediatamente nei miei, mi guarda come se non fosse la prima volta che sente il mio nome, come se sapesse perfettamente chi sono.

Prima che io possa domandargli qualcosa però James mi richiama a sé porgendomi nuovamente il suo braccio, mi guardo indietro per vedere Dobby ma lui non è più lì. Mi sollevo e prendo il braccio del ragazzo prestando finalmente attenzione alla bellissima casa nel quale mi trovo.

Le stanze sono imponenti ed ogni singolo oggetto che le compone trasuda ricchezza. I pavimenti prevalentemente neri e le pareti in avorio danno l'idea di eleganza ma anche di oscurità, purtroppo le luci che sono accese non bastano per illuminare a pieno questo posto. Nonostante questa casa sia curata nei minimi dettagli non mi dà l'idea di calore, di famiglia, sembra un museo e non un posto nel quale delle persone ci vivono tutt'ora.

Nel momento in cui entriamo nel salone dove si trovano tutti gli invitati cala il silenzio e tutti gli occhi dei presenti si puntano su di noi, in particolare su di me. La causa probabilmente è il mio vestito rosso che risalta su tutti gli altri scuri che primeggiano.

La sensazione di non appartenere a questo posto mi si trafigge nel petto e rimane lì bloccata come gli occhi delle persone in questa sala su di me. La sudorazione nelle mie mani aumenta ad ogni secondo incessante che passa e il pensiero 'perché sono qui?' continua a martellarmi le tempie.

Io non appartengo a questo posto, non conosco nemmeno le mie origini, per i loro occhi sono solo una sporca mezzosangue, o peggio, una sanguemarcio e probabilmente hanno ragione.

Quale famiglia purosangue abbandonerebbe mai il proprio figlio? In me compare la consapevolezza che chiunque sia la mia famiglia, non è tra queste persone.

In realtà non è una rilevazione, è solamente una cosa che sapevo da tempo ma che solo adesso sono riuscita ad ammettere a me stessa.

Mentre i miei occhi vagano tra la folla una donna richiama l'attenzione dei presenti che finalmente distolgono i loro occhi penetranti e giudicanti da me per puntarli sulla voce. Faccio lo stesso e vedo una donna alta, sicura di sé con un lungo vestito verde smeraldo che le mette in risalto perfettamente la sua carnagione.

La mia attenzione però viene attirata dai suoi capelli; corvini nella parte superiore mentre biondo platino in quella inferiore come quelli di Draco.

X: "Ringrazio tutti voi di essere venuti la vigilia di Natale, la mia famiglia è felice di avervi qui" sorride calorosamente e nel luccichio dei suoi occhi rivedo Draco ed in modo completamente involontario sorrido anch'io.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2022 ⏰

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