Capitolo 54.1: Sensi di colpa

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Torno al tavolo con Can alle mie spalle e il vassoio tra le mani

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Torno al tavolo con Can alle mie spalle e il vassoio tra le mani. Sulle mie labbra, c'è ancora un sorriso di pura gioia, che non vuole accennare ad andare via, e sono così felice per come sia migliorata la mia vita in poco tempo, e tutto questo proprio grazie a quest'uomo che mi segue passo dopo passo.
Poso il vassoio sul tavolo e dopo aver lanciato un occhiata a Can che non smette di fissarmi per un secondo, prendo posto pronta per lavorare alla nuova campagna ottenuta grazie a Deren.
Mia sorella che per tutto il tempo è rimasta seduta accanto a Denize, si alza e dopo avermi lanciato un occhiata piena di curiosità e sospetto, saluta tutti con un "Buon lavoro, ragazzi".
Bulut e Denize, gentilmente si offrono di farle compagnia mentre aspetta il taxi che verrà a prenderla, e tutti e tre dopo qualche minuto, spariscono dalla nostra visuale. Sicuramente Leyla, sospetta qualcosa..
Al tavolo ormai, siamo rimasti solo noi della squadra creativa e Deren, come suo solito, senza perdere tempo, ci invita ad iniziare a pensare a cosa poter realizzare per questa campagna che dev'essere davvero importante.

Cerco di concentrarmi sul tema, provando a pensare a cosa possa piacere, pensando a qualcosa di veramente geniale e sicuramente sarebbe tutto più facile, se gli occhi di Can non fossero incollati su di me.
Nessuno sembra avere idee e nel frattempo il silenzio si fa largo intorno al tavolo, mentre ognuno di noi, apparentemente sembra alla ricerca di una qualche idea. Passano dieci, trenta minuti, il tempo scorre veloce e dopo un'ora, nessuno ha proferito neanche mezza parola. Nessuno che abbia avuto un'idea, anche piccola.
«Non abbiamo ancora niente per la campagna "Gare di Yacht"» dice Deren, mettendo fine a quel silenzio quasi imbarazzante. «Can, dimmi qualcosa! Dimmi qualcosa di tecnico, sul mare, sul vento.. Magari se siamo ispirati, funzionerà! Se non siamo ispirati, allora perderemo questo lavoro!» aggiunge e dal suo tono di voce, sembra essere quasi il ritratto della disperazione, con tanto di caschetto.
Penso alla richiesta di Deren e devo ammettere che mi piacerebbe davvero sapere qualcosa da Can su questo argomento, in particolar modo cosa si provi ad andarsene via, lasciando ogni cosa alle spalle.

«Quando te ne vai.. Quando vuoi, e te ne vai.. ecco.. Quando un giorno lasci le persone, e te ne vai.. Di solito, questo giorno com'è?» gli chiedo, cercando di mostrarmi totalmente distaccata dall'argomento. Mostrati professionale, Sanem! Dai, Can.. dimmi tutto!
Can, mi sorride come se avesse colto la mia curiosità, e dopo un attimo di silenzio, mentre i suoi occhi si perdono dentro quei pensieri, e un sospiro, ecco che inizia a raccontare.
«Il mare per me, è una specie di viaggio» dice, venendo interrotto da Deren che, entusiasta lo avvisa che prenderà qualche appunto.

«Ogni nuovo posto che vedo, per me di solito, è una scoperta. E mi ricorda sempre la mia libertà..» continua Can, e sentirgli proferire queste parole, mi fa rendere conto che per lui, questi viaggi, sono l'essenza della sua anima, esattamente come per me sono le mie essenze, le mie creme e i miei profumi.
«Ad ogni modo, penso questo..» aggiunge, mentre i miei pensieri iniziano ad ingarbugliarsi e inizio a sentire una strana sensazione in me, come un presentimento. Sento che prima o poi, andrà via.. Se ne andrà..
Immediatamente capisco che se Can è ancora qui, è a causa mia e di ciò che mi è capitato. Ho privato quest'uomo della sua anima, del suo essere.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora