17. Alieno

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"Non abbastanza sobria per poterti venire a prendere, non abbastanza ubriaca per smettere di pensare a te."
-Fonte: Tumblr

Alexis

I ragazzi ridono per qualcosa che ha detto Theo, ma io sono troppo assente per prestare loro la mia attenzione. Sospiro pesantemente e vago con lo sguardo per l'intera sala, sussultando immediatamente quando i miei occhi si posano su Esmeralda. Mi metto a sedere composto, con il cuore che quasi mi balza fuori dalla gabbia toracica, e poi batto la mano sulla gamba di Olivier, in modo tale da attirare la sua attenzione, poi le indico Emi con un leggero cenno del capo.

"Quella è Esmeralda?" immagino l'abbia dedotto dalla mia espressione, mi sento come se fossi entrato già in crisi e dalla mia faccia non può che essere palese. "Sembra piuttosto... andata." commenta osservandola mentre balla e ride insieme a Doriano. Annuisco distrattamente, trovandomi d'accordo con Olivier. Credo sia molto ubriaca, e sento una strana sensazione espandersi in me al solo pensiero che si sia ridotta così a causa mia.

"Vado da lei." mi alzo in piedi e tutti i miei amici posano i loro occhi su di me, mentre Olivier si alza e mi si posiziona accanto, tenendomi il braccio come per bloccarmi. "Che c'è?"

"Non è una buona idea. Lasciale tempo." cerca di convincermi con uno sguardo quasi paterno, ma io scuoto comunque la testa. Ho assolutamente bisogno di parlarle. "Ale, cosa pensi che succederà se vai da lei ora? Non è in grado di affrontare un discorso nelle sue condizioni." la indica, come a farmi capire bene il concetto, mentre io scuoto le spalle. Non importa tutto questo, ci devo perlomeno provare.

"Oli, lei sta così perché sono stato uno stronzo. Devo provare a risolvere." lo osservo mentre si passa la mano sulla barba con fare pensieroso, poi sospira appena e lascia la presa sul mio braccio, lasciandomi così libero di spostarmi e fare ciò che ho detto e voglio. "Tu probabilmente hai ragione, ma io a questa ragazza ci tengo davvero troppo per risedermi e continuare la serata come se niente fosse, come se lei non fosse davanti a me e io non avessi rovinato ogni cosa."

Olivier annuisce e poi sposto l'attenzione su Leao, sentendolo parlare "Ti accompagno bro', meglio che non ti avvicini da solo, ok?" sorrido sinceramente sentendo che il mio amico vuole accompagnarmi, poi gli faccio un gesto del capo come per invitarlo a seguirmi, così lui immediatamente si alza. Ho raccontato anche a lui tutto ciò che ho combinato con Emi e, dopo avermi fatto una lavata di capo, ha cercato di rassicurarmi sul fatto che sicuramente presto sarei riuscito a sistemare ogni cosa. Non ne sono molto sicuro, dato l'odio che ho visto nel suo sguardo quando ha scoperto tutto, ma comunque ci spero.


Mi faccio largo tra la folla, per fortuna quasi del tutto ubriaca e incapace per questo di riconoscere me e il numero 17, e con fatica raggiungo Esmeralda e Doriano. Grazie al cielo, ora si sono un po' spostati e sono più in disparte rispetto a prima, ringrazio mentalmente per questo, almeno potrò parlare con loro senza urlare troppo.

Li saluto con un semplice 'ehi', ed entrambi si girano verso di me e Leao. Doriano mi rivolge uno sguardo che non riesco a decifrare precisamente, sembra un po' combattuto, mentre Esmeralda si porta la mano alla bocca come se fossi un miraggio e non fosse sicurissima che io sia davvero davanti a lei, poi avanza un passo verso di me e mi tocca il petto con l'indice, per poi indietreggiare come se si fosse scottata. "Dori, ma lo vedi anche tu?" mi indica mentre parla con il suo amico e, se fossimo stati in un'altra situazione, sarei scoppiato a ridere per la sua domanda.

Doriano annuisce appena, alzando poi gli occhi al cielo come se fosse stufo di tenerla a bada in queste condizioni. "Sì, lo vedo. Non è mica un'allucinazione."

Lei assottiglia lo sguardo e mi esamina attentamente, avvicinandosi appena a me "Anche a me sembra vero, ma forse è tutto un piano degli alieni e noi non stiamo vivendo questo momento." annuisce come se avesse detto la cosa più saggia e intelligente del mondo "Sì, noi non lo stiamo vivendo. Questo è un piano per fregarci e studiarci, ma domani nessuno di noi si ricorderà nulla. Nessuno."

Sento Leao, poco dietro di me, ridacchiare per le sue parole, mentre io poso lo sguardo su Doriano. "Ma quanto ha bevuto, scusa?"

"Non lo so, ho perso il conto." scrolla le spalle, trovandosi in difficoltà "Le ho detto di non esagerare, ma ovviamente non mi ha dato retta."

Scuoto appena il capo e mi concentro nuovamente su Emi, avvicinandomi a lei e prendendo la sua mano tra le mie. Lascio perdere la sensazione di intorpidimento che sento in tutto il corpo, solo perché ci siamo sfiorati, concentrandomi su quello che devo dirle. "Emi, che ne dici di andare a casa? Credo sia abbastanza tardi e tu hai bisogno di riposare."

Lei spalanca la bocca con meraviglia, poi si porta le mani davanti alle labbra per qualche secondo, come per nascondere così tanto stupore. "Certo che per essere non vero sei uguale al vero, mi chiami pure nello stesso modo."

Ridacchio intenerito dalle sue parole e decido di darle manforte "Hai visto? Per completare l'esperimento, però, dobbiamo andare a dormire."

Sembra così interessata a ciò che sto dicendo che, per un momento, mi fa male il cuore pensando che è così con me solo grazie all'alcool. Appena tornerà in sé, mi prenderà a calci e mi caccerà senza se e senza ma.

"Non andrà via con te, non è in sé e so che non vuole nemmeno vederti. Non è giusto prenderla in girò così." Doriano si intromette nel discorso e io gli lancio immediatamente un'occhiata assassina, sentendo la sua frase. Ma cosa crede? Che idea si è fatto di me?

"Volevo solo portarla a casa sua. Non la ingannerei mai."

Lui ride senza nessuna traccia di sarcasmo e, ancora prima che apra la bocca, so già cosa stia per dire. "Eppure non sembrerebbe, visto quello che hai fatto."

Mi inumidisco le labbra e mi zittisco prima di parlare quando la mano del mio amico si posa sulla mia spalla, come per fermarmi. Prendo un bel respiro profondo e decido di lasciar perdere, nonostante le sue parole non mi abbiano fatto piacere per nulla. Io non mi sono preso gioco di lei, io avevo buone intenzioni... ho solo sbagliato il modo di dimostrarlo.

"La accompagno a casa e me ne vado." è questa l'unica cosa che dico "Non le farò nulla di male, con me è al sicuro." ed è vero, non c'è luogo dove sarebbe più al sicuro. Nonostante abbiano perso la fiducia in me, non farei assolutamente nulla che possa metterla in pericolo in qualche modo. Per lei provo qualcosa di fortissimo e avrei fatto qualunque cosa per tenerla vicina a me e non perderla. E, per quanto sbagliato sia, è solo per questo che le ho mentito.

Doriano esamina attentamente prima me e poi lei, annuendo quasi in modo arreso, puntandomi subito dopo un dito contro. "Puoi accompagnarla, visto che con me non ha intenzione di smuoversi da qui. Ma la porti a casa e te ne vai, perché non è in grado di parlare con te o qualunque cosa perché tu ti sia avvicinato a lei, ok?"

"Ok, Doriano." mi giro verso Leao e gli chiedo il favore di spiegare agli altri la situazione, così lui mi batte una pacca sulla spalla e poi si allontana da me, sorridendo appena e facendomi un occhiolino come per augurarmi in bocca al lupo. Lo osservo raggiungere i ragazzi e poi riposo il mio sguardo su Esmeralda che mi sta ancora fissando, cercando di capire se io sia reale. "Beh, Emi, andiamo?"

Le prendo la mano e faccio intrecciare le nostre dita, poi la trascino fuori dal locale, dopo aver salutato Doriano frettolosamente. Ammetto che da lui, fin dal primo istante, mi sono sentito giudicato e sotto esame, immaginiamoci com'è tragica la situazione ora che pensa che io sia un bugiardo. Penso mi detesti anche lui, soprattutto sentendo le sue parole, ma è plausibile. Se qualcuno ferisse i miei amici, anche io ce l'avrei a morte.

Respiro l'aria fredda a pieni polmoni, poi mi tolgo il giubbotto e lo poso sulle spalle di Emi quando la vedo battere i denti, poi le accarezzo appena il viso e le sposto un piccolo ciuffo ribelle dietro l'orecchio. "Sei abbastanza gentile per essere un alieno. Quello vero non è così dolce come te, anzi, lo era, ma poi si è comportato male. Mi ha fatto soffrire... non vorrei vederlo mai più." deglutisco sentendo le sue parole, mandando giù il dolore e l'amarezza. "Ho sonno." sbadiglia subito dopo, così io cerco di riprendermi e la conduco verso la macchina, obbligandomi a smettere di pensare alle sue parole.

Sapevo già che ce l'avesse con me e quanto le avessi fatto male, perciò ora è inutile che quasi sembro caduto dalle nuvole. L'ho fatta davvero troppo grossa e questa ne è la prova. Lei, completamente ubriaca, non riesce a distinguere la fantasia dalla realtà, ma si ricorda comunque ciò che le ho fatto... sapere di averla ferita così profondamente, per me, credo che sia proprio un altro tipo di dolore che a parole non so nemmeno descrivere.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora