ɪ ᴡᴀɴᴛ ɪᴛ, ɪ ɢᴏᴛ ɪᴛ.

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𝐒𝐄𝐑𝐈𝐄𝐒:
𝐈 𝐠𝐨𝐭 𝐢𝐭 𝐟𝐫𝐨𝐦 𝐦𝐲 𝐬𝐮𝐠𝐚𝐫 𝐝𝐚𝐝𝐝𝐲
🥀









𝐒𝐄𝐑𝐈𝐄𝐒: 𝐈 𝐠𝐨𝐭 𝐢𝐭 𝐟𝐫𝐨𝐦 𝐦𝐲 𝐬𝐮𝐠𝐚𝐫 𝐝𝐚𝐝𝐝𝐲🥀

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ʏᴏᴜ ᴋɴᴏᴡ ɪᴛ' ɴᴏᴛ ᴛʜᴇ ꜱᴀᴍᴇ ɪᴛ ᴡᴀ








Il Sole entrò prepotente dentro la stanza da letto di Moon ed esso — furtivo quanto fastidioso — cercò l'occhio bazzicante dal sonno della ragazza. Si scontrò contro le lenzuola pulite, dipinte da un leggero tono lilla, le quali erano state tirate su fin sopra la fronte dell'addormentata. Era sveglia da qualche minuto; giusto il tempo di sentire la sua matrigna trafficare in cucina e il telegiornale pomeridiano di suo padre.

Merda, ma quanto ho dormito?, aprì gli occhi e maledì il Sole che penetrava il tessuto del suo letto sfatto. Allungò la mano e cercò il cellulare appoggiato sul comodino, cascarono un paio di cianfrusaglie per terra ma non se ne preoccupò.

Lo shock dopo aver visto l'ora — le quattro e mezza del pomeriggio — fu sicuramente più importante delle cianfrusaglie sparse in giro. Si alzò di scatto e si chiuse velocemente in bagno, scorse i mille messaggi di Jun e quelli di Yoongi inviati, addirittura, molto prima del suo rientro in casa all'alba.

Appena alzò il viso, verso lo specchio, le gambe iniziarono a tremare come gelatina; le mani raggiunsero immediatamente il collo, le clavicole e il petto coperto dal pigiama di cotone. Ogni zona era ricoperta da una cospicua quantità di succhiotti violacei, scorse un paio di morsi sopra la spalla sinistra e ne seguì le linee con i polpastrelli. Al tatto chiuse gli occhi e risentì la lingua lunga e bagnata dell'uomo viziarle la pelle, spinta dopo spinta, perché la tensione sui lombi era troppo forte da sopportare. Si ricordò di come sfogò i ringhi rochi, così come i gemiti, contro di lei...quasi come un timido urlatore.

Schiuse le labbra mordendosele.

«Jimin...» sussurrò da esse, portandole in un ghigno.

Moon urlò; le dita spinsero le unghie contro la carne che attorniava l'intera schiena muscolosa, ugualmente possente nella sua normo statura. Ansimava forte sul suo orecchio mentre i palmi delle sue mani agguantavano in modo indecente i suoi fianchi, spingendoli freneticamente verso il basso, sopra il suo cazzo intrappolato dal secondo corpo e finendo con l'ottenere dei sordi suoni trasmessi dalle cosce. Sentiva le appendici dei seni torturargli il petto e un navel piercing graffiargli la solcatura addominale.

Sei mia, sei mia, sei mia...

In risposta Moon, gli tirò i capelli completamente inumiditi dalla cappa di calore che si era creata dentro la Tesla. Si sentiva vicina; percepiva l'orgasmo spaccarle in due il corpo e Jimin sembrò cibarsene, portando entrambe le braccia sotto le ginocchia di Moon, alzandole e allargandole meglio per farla impazzire. Era così bagnata che scivolava dentro di lei senza nessuno sforzo, ridacchiò in una smorfia invisibile quando si preoccupò — in precedenza — della stazza minuta della ragazzina in rosa, impensierito che non riuscisse a tollerare la sua presenza. La sua strettezza mandò a cagare ogni razionalità, così come il ripensamento di quel sesso assolutamente troppo proibito per entrambi.

𝑰 𝑮𝑶𝑻 𝑰𝑻 𝑭𝑹𝑶𝑴 𝑴𝒀  𝗦𝗨𝗚𝗔𝗥 𝑫𝑨𝑫𝑫𝒀//- 𝐏𝐉𝐌Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora