Capitolo 30

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Diamonique era in casa a fare le faccende domestiche aveva da poco finito di pulire i bagni e cambiare le lenzuola, e ora stava stendendo la biancheria appena uscita dalla lavatrice. Come sempre la musica le teneva compagnia, voleva sistemare tutto prima che Morgan arrivasse quando suonarono alla porta di casa. Meravigliata guardò l'ora prima di andare ad aprire, era strano che Morgan tornasse dalla sua consueta partita di tennis dopo solo un ora, così con il sorriso in volto andò ad aprirgli la porta ritrovandosi però Evan e non il suo uomo.

<<Evan?>> Esclamò stupita della sua presenza.

<<Che cosa ci fai tu a casa mia?>>

<<Ti devo parlare Diamonique, è importante>> la pregò lui.

Lei ci rifletté un istante, non era poi così sicura di volergli parlare ma poi gli disse:

<<Se sono le tue solite cazzate Diaz, te le puoi risparmiare.>>

Evan la guardava serio, e in tono altrettanto serio le rispose:

<<Non sono cazzate fidati, sono cose serie, importanti, e soprattutto riguardano te>> precisò fissandola.

Diamonique allora si fece da parte e lo fece entrare in casa, dove
lo fece accomodare in cucina. Ritrovarsi nello stesso luogo dove avevano discusso l'ultima volta che si erano visti, aveva riacceso in loro vecchi ricordi, ma anche un imbarazzante silenzio. Diamonique lo guardava in attesa di sapere cosa avesse da dirle di così importante, si augurava che non la tormentasse con la cantilena della loro vecchia relazione, o peggio ancora che riguardasse la sua storia con Morgan, perché non aveva intenzione di ascoltare bugie, o scenate di gelosia sul suo conto.

Dal canto suo Evan seduto di fronte a lei la fissava intensamente ripensando a quanto era stato bello aver trascorso del tempo con lei. Le mancava così tanto, tutto con Diamonique era stato spontaneo, naturale, con lei era sempre stato felice anche quando battibeccavano in oreficeria. Non riusciva a toglierla dalla sua mente e soprattutto dal suo cuore, era così sexy e bella che avrebbe tanto voluto assaporare ancora una volta quelle magnifiche labbra, e baciarla fino perdere il fiato.

<<Che hai da dire parla>> lo esortò Diamonique impaziente.

Lui lasciò cadere i ricordi e si schiarì la voce sciogliendo il nodo alla gola che si era formato e parlò.

<<Ho saputo cos'è accaduto a Omaha nel 2009>> disse studiando la sua reazione.

Ovviamente Diamonique sgranò gli occhi incredula di quello che aveva appena udito, e d'istinto serró la
mascella innervosita.

<<Tu come fai a saperlo? Nessuno a Chicago o nell'intero Stato dell'Illinois ne è a conoscenza>> rispose in tono duro.

<<Ho assunto un investigatore privato>> ammise senza problemi.

<<Che cos'è che hai fatto?>> Chiese alterata.

<<Ho assunto un investigatore privato>> ripeté lui guardandola.

<<Come ti sei permesso di fare una cosa del genere?>> urlò rossa di rabbia.

<<Avevo bisogno di conoscere il tuo passato per capire realmente il tuo presente>> dichiarò in imbarazzo.

<<Dovevi sapere della mia vita? E perché mai? Io non faccio più parte della tua>> sentenziò.

<<lo so bene Diamonique, ma credimi l'ho fatto anche per colpa tua, perché non hai mai voluto farti conoscere>> cercò di difendersi lui, e lei lo incenerì con lo sguardo.

L'amore è sopravvalutato (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora