Young royals.

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Quel giorno di giugno in camera di Simone circolava una leggera aria fresca grazie alla porta finestra aperta, Manuel era sdraiato sul letto vicino a quello di Simone, quello che non aveva scritto il suo nome sopra, ma poco ci mancava.

Il minore entrò in stanza con due ciotole piene di gelato in mano e ne porse subito una a Manuel prima di sedersi sul suo letto. Il riccio si tirò su con la schiena osservando i gusti scelti e, senza chiederglielo, l'altro aveva scelto i suoi guati preferiti che ormai in quella casa venivano comprati solo ed esclusivamente per lui.

«hai scelto che vedè?» Simone alzò gli occhi al cielo portandosi il cucchiaio alla bocca, gesto che venne seguito millimetro per millimetro da Manuel.
«Manu ogni volta che vieni qua rompi le palle perché non te va mai bene quello che scelgo, scegli direttamente te e basta» Manuel ridacchiò afferrando il telecomando abbandonato sulle lenzuola dell'altro.
«giuro che non dico niente, dimme che mette e io lo metto senza commentá»

Simone lo guardò in silenzio per qualche secondo e pensò ad una serie di cui gli aveva parlato Laura ma che lui non aveva mai avuto tempo di vedere.

«young royals»
«eh?»
«young royals» ripeté più lentamente Simone, Manuel prese un respiro profondo per trattenersi dal dire qualsiasi cosa e digitò in titolo con le frecce del telecomando aprendo immediatamente il primo episodio. Passarono quei quarantacinque minuti a mangiare e commentare le varie azioni di tutti i personaggi.
«se avessi aspettato due secondi avremmo letto la trama»
«è più divertente così» disse Manuel posando la coppetta vuota sul comodino.

Appena partí il secondo episodio il riccio guardò la scena della colazione in totale silenzio, decisamente in contrasto con la parlantina avuta poco prima. Guardava gli occhi leggermente impauriti di Wilhelm mentre tutti insinuavano che fosse stato con una ragazza la sera prima e guardò anche gli occhi imbarazzati di Simon che era l'unico a conoscere la verità. Gli venne quasi da sbuffare una risata esasperata pensando a quella somiglianza di nomi e di sensazioni da entrambe le parti, guardò il ragazzo al suo fianco che sembrava preso dalla serie e sorrise, guardando come la luce della televisione gli illuminasse leggermente il viso.

«questo sicuro usa Sara pe le pillole» fu la voce di Simone a farlo tornare con l'attenzione sulla serie e si accorse di essersi penso una parte dell'episodio, quindi si limitò ad annuire senza rispondere.
«ma quindi che è? Na festa?»
«na serata horror»
«e che è na serata horror? L'americani na cosa normale non la sanno fa?»
«Manu ma che serie stai a guardá? So svedesi non so americani»
«vabbè è uguale»

Simone ridacchiò guardando il riccio che fissava i due ragazzi sullo schermo che, a loro volta, stavano guardando un film. Lo vide distogliere lo sguardo e muoversi nervosamente sul letto, solo quando guardò anche lui la televisione si rese conto del perché, Simon e Wilhelm si stavano prendendo per mano. Simone aggrottò le sopracciglia chiedendosi da quando a Manuel desse fastidio che due ragazzi si tenessero per mano, dischiuse la bocca ed afferrò il telecomando per fermare l'episodio, attirando l'attenzione di Manuel.

«che è successo?» chiese Manuel con sguardo confuso.
«non lo so dimmelo te» il maggiore non aveva idea di cosa volesse dire Simone in quel momento, aveva visto quella scena ed aveva pensato a loro due, ma dubitava che l'altro avesse capito tutto questo in quei pochi secondi.
«che ho fatto?» si strinse nelle spalle con tono basso.
«hai distolto lo sguardo appena si sono presi per mano, da quando te fa schifo che due ragazzi se tengano per mano?»

Manuel spalancò gli occhi perché non poteva credere che Simone avesse pensato una cosa del genere, a lui una cosa simile non gli aveva nemmeno sfiorato il cervello e gli venne voglia di tirare uno schiaffo all'altro anche solo per averlo detto.

Se un giorno a Roma | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora