19. Impostore

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"Ma quanti strappi può reggere un cuore?"
-Fonte: Tumblr

Alexis

"E tu che diavolo ci fai qua?" mi sveglio di soprassalto sentendo una voce urlare questa domanda e poi delle mani spingermi via. Mi metto immediatamente a sedere, aprendo gli occhi di scatto e portandomi la mano sul petto per lo spavento che mi sono preso nell'essere svegliato in malo modo, poi alzo lo sguardo su Emi. Vedo il suo viso teso, mentre mi osserva come se volesse farmi fuori al più presto. Maledizione, mi sarei dovuto svegliare prima di lei, ma pare che qualcosa sia andato storto.

"Non ti ricordi nulla di ieri?" scuote la testa in risposta alla mia domanda "Ti ho incontrato in un locale ed eri così ubriaca che sei voluta andare via solo con me, così ti ho riaccompagnata a casa."

Mi guarda con un cipiglio, mentre si allontana sempre di più da me, mettendosi sul bordo del suo lato del letto. Sospiro davanti al suo gesto, fingendo che non mi faccia nessun effetto. Sapevo che una volta sveglia, la magia che si è creata tra noi ieri notte sarebbe completamente sparita, ma vederla mentre si vuole mantenere il più lontano possibile, non è comunque piacevole, per nulla.

"Non ricordo niente, ma penso che dovrò fare un bel discorso con Doriano. Mi ha voluto accompagnare alla serata per controllare che non facessi cazzate e poi mi ha permesso di andare via con te." lo dice quasi come se fossi il maggiore dei suoi problemi "Dannazione, perché sei rimasto qua? Te ne sei approfittato immediatamente a quanto vedo, spero che non sia successo nulla tra noi."

Inarco un sopracciglio, alzando gli occhi al cielo subito dopo. Io me ne sono approfittato? "Fino a prova contraria, mi hai quasi pregato di dormire con te perché eri spaventata dagli alieni e da altre cose che ti sei messa in testa per quanto avevi bevuto."

Lei abbassa la testa e inizia a fissare un punto indefinito del lenzuolo bianco che le copre appena le gambe... resta così per qualche secondo, che sinceramente mi sembra un'eternità per colpa della pesantezza che c'è nell'aria, poi finalmente rialza lo sguardo su di me. Vedo i suoi occhi luccicare e penso che mi piacerebbe avere il potere di leggere tutto quello che le sta passando in mente in questo momento, poi eliminare i cattivi pensieri e farle capire quanto ci tenga a lei e a quello che abbiamo condiviso insieme. Invece non posso, devo solo stare qua, immobile, a vederla mentre mi scivola sempre di più dalle mani e dalla vita.

"Non saresti dovuto comunque restare. Io non ti conosco, Saelemaekers. Non so chi tu sia, per me sei solo un bugiardo e un impostore. Tutto qua." vedo una lacrima bagnarle il viso e non so davvero se sia più doloroso questo oppure le sue parole "Non voglio dormire con qualcuno che non so chi sia, non sono la tipa. E ora puoi pure andartene, non ho nulla da dirti..."

Si alza di scatto dal letto e fa per uscire dalla stanza, ma io ho la prontezza di raggiungerla e fermarla tenendola per il polso. Non voglio che vada via e che metta maggiore distanza tra noi. E poi odio davvero troppo sentirla chiamarmi per cognome, odio che faccia tutto questo per allontanarmi e per cacciarmi dalla sua vita. Non posso permetterglielo, non ora che so cosa vuol dire farne parte.

"Aspetta, Emi. Non sono un impostore, lo so che ti ho ferita, lo so che sicuramente mi odi per questo, ma io sono sempre Alexis. Sono lo stesso che ti ha invitata a mangiare con me la prima notte, quello che ha chiacchierato con te nell'auto. Sono lo stesso con cui hai fatto sesso sul divano di là, come se mi conoscessi da una vita." sposto la mano sul suo viso e la accarezzo delicatamente, mentre lei chiude gli occhi qualche secondo come beandosi del mio tocco "Sono lo stesso che ti fa sorridere e ti ascolta. Non sono un altro. Ok, ho sbagliato a mentire, ne sono consapevole, ma sono sempre io... gioco a calcio nella vita, non faccio il benzinaio, è questa l'unica differenza."

Vorrei davvero mi sorridesse e mi permettesse di baciarla, ma so già che questo non accadrà, visto che appena finisco di parlare, si irrigidisce e poi mi allontana. Vedo i suoi lineamenti diventare duri e scontrosi, mentre scuote la testa più e più volte. "Il fatto che tu mi abbia nascosto la tua vera vita, cancella tutto ciò che credevo di te. Tu non sei più quello che pensavo. Credevo fossi naturale, cristallino e sincero, poi ho scoperto che sei venuto a letto con me fingendoti un altro, una persona che non sei. Hai addirittura preso un appartamento e hai finto che fosse il tuo, probabilmente per nascondermi il lusso in cui vivi."

Abbasso il capo sentendomi colpito in pieno, ma riprendo a guardarla immediatamente. I suoi capelli chiari sono leggermente spettinati, mentre i suoi occhioni castani riflettono tutta l'amarezza e la rabbia che prova nei miei confronti.

"Mi farò per sempre schifo per averti fatto questo... ma non posso tornare indietro. Voglio solo provare a recuperare."

Sgrana gli occhi sentendo ciò che ho appena detto e poi scoppia a ridere, ma non c'è nessuna traccia di divertimento nella sua risata. È nervosa più che mai. Vorrei buttasse fuori tutta questa rabbia. Vorrei si sfogasse, magari anche contro me... ma non voglio che si chiuda in sé e faccia di tutto per odiarmi.

"Non puoi recuperare, Alexis." scrolla le spalle con fare ovvio "Abbiamo chiuso nell'istante stesso in cui ho scoperto la verità. La colpa è solo tua, avresti potuto evitare tutto questo... hai preso delle decisioni e ti hanno portato a sbagliare in questo modo, ora ti arrangi. Prenditi le tue responsabilità."

Arriccio le labbra e poi scuoto appena il capo, sentendo una fitta dolorosa e fastidiosa alla bocca dello stomaco. "Non posso, Emi. Non posso farlo. Non posso starti lontano. Non riesco."

"Sono affari tuoi, a me non riguardano queste stronzate." vedo i suoi occhi luccicare, mentre la sua voce tentenna un po', e questo mi fa capire che non è vero che non gli importa... è terribilmente dispiaciuta per come sta finendo tra noi, ma non vuole darmi la soddisfazione di farmelo vedere. "E ora fuori da casa mia. Hai già passato troppo tempo qua, non ti voglio tra i piedi."

Sbuffo nervosamente e poi, senza pensare, mi avvicino più a lei. Punto i miei occhi nei suoi e avvicino il viso al suo, per esserle più vicino. "Lo sai anche tu che non possiamo starci lontani. Tu provi qualcosa per me, così come io provo qualcosa per te. Possiamo provare a negarlo, possiamo cercare di combatterlo, ma non può funzionare per davvero. E lo sai benissimo. Ora mi caccerai, ma ci rincontreremo, perché non abbiamo altro posto dove stare se non insieme."

Lei si morde le labbra, quasi per trattenere il pianto, poi abbassa lo sguardo e, quando mi osserva nuovamente, il suo viso è completamente cambiato. Ora il suo sguardo è freddo e mi sorride in modo sarcastico.

"Non so cosa tu ti sia messo in testa, ma non sei così importante per me. È finita, Saelemaekers. Qualsiasi cosa ci fosse tra noi, è finita, e così sarà per sempre." si allontana da me e, distogliendo lo sguardo dal mio, indica la porta della sua stanza "E ora, veramente, vai fuori di qua, perché la tua presenza mi irrita ed è inopportuna."

Resto fermo a guardarla per qualche secondo, sperando che questa maschera cada, ma non lo fa. Resta apatica e distaccata, mentre continua a osservare tutto fuorché me. Prendo un bel respiro profondo, ignorando questo senso di soffocamento e, dopo averle lanciato un'ultima occhiata, mi infilo le scarpe, esco dalla sua stanza e subito dopo dal suo appartamento.

Mi passo le mani sul viso, una volta che sono lontano dai suoi sguardi, mentre mi chiedo se riuscirò davvero mai a sistemare le cose... lei non sembra voler cedere e io non so se sono in grado di sostenere questa sua freddezza senza farci troppo male... mi sento davvero come se fossi in un vicolo cieco.

Semplicità||Alexis SaelemaekersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora