Dove Louis Tomlinson , capitano della squadra di calcio del Doncaster , si trova a giocare la semifinale del suo penultimo anno di scuola. Ma come sempre nella sua vita qualcosa andrà storto e si ritroverà chiuso in una struttura ma non sarà solo, e...
"Louis ascoltami dopo di che vai per favore, vorrei semplicemente scusarmi per non averti detto la crudele realtà, in queste ultime ore mi son sentito vivo dopo anni, ho sentito le farfalle nello stomaco e il mio volto allagarsi più volte in un ampio sorriso, grazie Louis Tomlinson, dopo anni mi hai fatto sentire vivo, dopo anni ho trovato la mia ancora, e per un momento avrei pensato di potercela fare, insieme a te, e ci sarei anche riuscito se solo avessi avuto le forze, ma ormai è troppo tardi, è tardi come rifarmi una vita, avvolte ho pensato di star toccando il limite ma poi mi chiedevo 'ci saranno molte più persone di me che in quest", lo bloccai prima che potesse solo dire qualcos'altro cosa.
Ero frustato, in quel momento riuscivo a vedere noi, perché dopo tutto un 'noi' esisteva.
Come ogni cosa, quel aggettivo poteva crescere, come qualunque persona, il destino riservava queste cose, ma noi non facevano parte di essi, perché il destino infondo è bello se provi a guardarlo dalla giusta direzione.
Ma il nostro viaggio finì in quel momento in cui il dolce viso di Harry, sovrastato tra le lacrime, iniziò a perdere colore e quello fu la prima cosa delle tante che non mi fece più sentire i nostri singhiozzi metà strozzati per goderci il momento il più possibile.
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Una vibrazione sovrastò i nostri respiri mentre i docili occhi di Harry si iniziarono a chiudere, il petto mi si chiude in un unico dolore, "Hey Harry no no ascoltami non andartene ora", non ora, in quel preciso istante.
Non in quella vita
"Lou ricordati solo una cosa, io", ma le parole li morirono in gola, soffocare dal desiderio di scoprire la sua ultima frase.
L'ultima vita.
Nel momento in cui i suoi occhi si spensero, quando il suo volto assunse in espressione tranquilla e serena, una di quelle che solo un angelo poteva ottenere.
Mi sentii tranquillo a con un vuoto più grande di qualunque cosa all'interno, ma lui fu sereno, per la prima volta in vita sua.
Sereno e tranquillo.
Un espressione che non sarebbe mai più apparso sul mio viso, perché una nave senza ancora non potrebbe mai andare allargo mare.
Ed io in quel momento mi sentii così, incompleto, come un pezzo di carta spezzato e in riutilizzabile.
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"HARRY", quel umile strillo mi fece alzare il volto che qualche secondo prima era posizionato sull'addome senza vita del piccolo Harry.
E da lì in poi fu solo un miscuglio di lacrime, pianti e gridi pieni di dolore non solo da parte mia.
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"E oggi onoriamo la scomparsa di un botto fratello, Harry Edward Styles", sentii solo quelle parole prima di cessare le lacrime che non smettevano di riprodursi dal giorno prima.
"Va Louis", mi sussurrò la donna. E mi sentii in dovere.
"Vorrei solo dire di essere fieri di Harry, ci fermiamo quasi sempre alle cose che potrebbero fare le persone ma mai a quelle che hanno fatto, ed Harry è stato così. Non mi sono accorto della sua sofferenza ma nel periodo in cui ci siamo conosciuti posso dirvi senz'altro che lui è stato un esempio per tutti, a partire da me stesso".
Lì le lacrime iniziarono a scorrere, non potevo farcela.
