Incontro |1|

148 7 0
                                    

Il rumore dell' arrivo del treno mi distrae dai miei soliti inutili pensieri mattutini. Oggi ha fatto un ritardo di ben trenta minuti e, a giudicare dai vari sbuffi e smorfie generali sembra che la gente non ne sia per nulla contenta, giacchè, di questi tempi, perdere il lavoro per un semplice ritardo è diventata ormai una fatalità all'ordine del giorno.
Musutafu, sebbene sia una città apparentemente tranquilla, vivendo qui è facile rendersi conto che non lo è affatto. Negli ultimi tempi, il tasso di criminalità è aumentato del 50% e il numero di Villan presenti in zona sembrerebbe essere raddoppiato, causando così una drastica detrazione degli aiuti umanitari, nonostante la presenza continua e confortante di All might, che sta prendendo carico alla maggior parte del lavoro che gli eroi ostentano a fare. Ricordo infatti quanto fosse sporadico incontrare un senzatetto in stazione, dal momento che il Giappone è sempre stato un paese molto cooperativo per aiutare i più bisognosi; eppure rispetto a qualche mese fa, all'interno della sala attesa del treno ne sono comparsi già due.

Mi chiedo quanto ancora potrà continuare questa storia dell'eroe numero uno che salverà tutti. Dopotutto, All might non vivrà per sempre e qualcuno dovrà pur prendere il suo posto..

"Gentili signori, siamo arrivati a destinazione vi preghiamo di scendere dai vostri rispettivi treni e allontanarvi dalla linea gialla, grazie"

Un sospiro profondo di stanchezza abbandona le mie labbra e, a passi lenti e sfiancati, le mie gambe varcarono nuovamente il confine della mia città natale, venendo immediatamente inondata dall'incessante traffico di auto tipico della prefettura Shizuoka, che, anche se pur sempre rumorosa, fastidiosa e, per per certi versi poco raccomandabile, è l'unico quartiere dove, per ora, io possa permettermi una casa dignitosa adatta ai miei bisogni. Non che io sia ai limiti del guadagno, ma purtroppo si sa: una giovane donna appena laureata, senza alcun tipo di spalla coperta e con tanti fardelli da portare con sè,  non vivrà mai la stessa vita di una ragazza cresciuta nell'incoraggiamento e nella forza di qualcuno che crede nelle sue capacità lavorative appoggiandosi ad un aiuto economico di un genitore sostenitore per i i propri figli...

Camminai per un pò; attraversando le varie strade stracolme di gente avvolta nei propri giubbini caldi ed imbottiti per proteggersi dalla glacialità affilata del periodo invernale. Tra le mani, buste e pacchi di ogni dimensione e sfarzo da regalare ai propri cari, dopo probabilmente, averli spettegolati e denigrati per l'intero anno, che ennesima stronzata. Finalmente, dopo una decina di minuti passati a guardare la stravaganza di quel reiterante periodo annuale, arrivai al supermercato più vicino casa per comprare gli alimenti fondamentali da farmi bastare, almeno, per i prossimi quattro giorni a venire.

Uscì fuori il banco frigo e finalmente non sentii più l'aria gelida dei condizionatori solleticarmi la pelle sbiancata, tipica del periodo lavorativo attuale, il più stressante di tutti. Posai lo sguardo sul mio carrello ormai pieno, e controllando attentamente, mi accertai che dalla lista non mancasse nulla:del ramen istantaneo, una confezione di soba precotta, del salmone, del tonno e del riso kome... e se a casa avessi tutto l'occorrente per prepararmi degli allettanti Gyoza ripieni da gustarmi questa sera.

Uscita dal supermercato con due buste stracolme e pesanti, decisi di prendere la prima fermata del bus per ritornare a casa. Il ritorno durò su per giù dieci minuti, percepiti da me come infiniti, poichè, per quanto siano convenienti questi mezzi... il fastidio, la confusione e l'affollamento rendevano perfino l'idea di ritornare a piedi non completamente sgradevole.

Arrivai finalmente alla fermata più vicina e, con qualche spintone qua e là, riuscii a uscire da quell'ingombrante ammasso di persone a cui poco importava che dovessi scendere e che magari avrebbero dovuto farsi da parte per farmi un po' di spazio. Feci qualche altro passo, ma fortunatamente la mia casa si trovava esattamente vicino alla fermata, e questo penso sia una delle poche fortune capitate nella mia vita che mi affievolisce, seppur di poco, la fatica giornaliera. Arrivata dinanzi alla porta, l'aprì, fiondandomi poi nel ripiano cucina dove appoggiai le buste della spesa sul tavolo, sentendomi finalmente le braccia libere ma indolenzite da quel peso incessante.

||Belong with you|| DabixOc ||In revisione||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora