capitolo 1

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Correvo.

Avevo le gambe che a malapena mi sorreggevano ma correvo,non potevo fermarmi.

NON dovevo.

Correvo da ore ormai, senza concedermi sosta e privo meta.

Non osavo guardarmi alle spalle, era un rischio troppo grande da assumersi che per giunta era pure inutile. Sapevo lei mi avrebbe trovato ma non immaginavo sarebbe successo prima che io fossi pronto.

Mi perdo in questi pensieri scegliendo a casaccio i vicoli da attraversare.

Non si vende niente per colpa della notte e della nebbia che copre un poco anche quella piccola parte di luce che avevo a disposizione. La mia vista si era abituata a vedere in quella penombra quel poco che bastava per sapere dove avrei dovuto mettere i piedi.

Non sentivo più i passi. L'avrò seminato?

Sto per fermarmi e guardare alle mie spalle quando ricordo ciò che mi dissero in passato su di lei. No, impossibile seminarla. Non devo assolutamente fermarmi. In quel piccolo frammento di esitazione non mi accorgo di aver rallentato ed ecco che lei guadagna terreno.

Preso dal panico prendo la prima stradina che mi si para davanti senza degnarla di uno sguardo ma ecco che arriva un problema ancor più grande. Un ostacolo così grande che scommetto che se avessi guardato la via non l'avrei presa. Un muro mi para la via. Vicolo ceco.

Penso a cosa posso fare ma il tempo scarseggia e lei avanza. In lontananza sento i suoi passi che prima erano solo dei rumori distanti. Questi aumentano, sia di velocità che rumorosità.

Non può finire così. Devo trovare un modo. Nascondersi? No, non era una buona opzione, era in grado di inseguirmi nel buio figuriamoci se non sarebbe riuscita a trovarmi da fermo e con il fiatone. Sono troppo assorto nei miei pensieri e non mi accorgo di averla alle spalle.

"È finita, arrenditi" dice lei, quasi sussurrando l'ultima parola con voce serpentesca. Nonostante io stia osservando i dintorni non riesco a trovarla. Davanti alla mia esitazione la sento ridacchiare in modo acuto. Il suono proviene da ogni parte. Non c'è una fonte, riecheggia tutto.

Mi metto in posizione di combattimento anche se so che non servirà a niente. Nel buio inizia a brillare una luce fioca dal pavimento. Prima una linea a sinistra, poi una a destra un subito dopo un cerchio compare. Da qui inizia una sfilza di segni che si collegano fra loro, creando una luce sempre più splendente. Non sono disegni a caso. Le rune di un incantesimo iniziano a mostrarsi sempre più vivide.

Grazie alle lezioni avute qualche settimana prima capisco di che tipo di sortilegio si tratta. Uno proibito a causa del suo procedimento e scopo.

Non so cosa fare, ho poca esperienza in campo e senza nessun aiuto sono spacciato.

Una figura prima sfocata e scura si palesa davanti alla luce ormai accecante.

"Credevi veramente che saresti riuscito a sfuggire, eh Geryon?" dice lei, prendendo poi una pausa per ammirare la sua opera.

Come avrà fatto a creare un incantesimo così potente in così poco tempo? Per essere attivata deve essere tracciata sul momento e poi toccata, ciò significa che o ha trovato un modo di infliggere l'incantesimo sul momento oppure aveva già previsto il mio arrivo in questo vicolo. Ma come? Le mie ipotesi sono una più impossibile dell'altra. Più ci penso più domande mi sorgono. " bhe? Vuoi startene lì impalato e morire subito o ci divertiamo un po'?" dice lei sorridendo malignamente. Devo pensare alla mia prossima mossa scrupolosamente, peccato che io non abbia il tempo di esaminare l'area e la situazione nell'insieme.

Davanti alla mia titubanza il suo sguardo passa divertito ad annoiato. Per lei questo è solo un gioco. " speravo potessimo avere qualche attimo di azione, ma a quanto pare finirà in fretta". Mentre parla inizia a camminare verso di me. Si avvicina sempre di più. Alla vista della sua avanzata indietreggio, palpandomi le tasche alla ricerca di qualcosa. Prego di trovare qualcosa, qualsiasi cosa, basta che sia il asso nella manica. Passo all'ultima tasca rassegnandomi all'idea della morte, proprio in quell'istante sento qualcosa, un coltellino.

Ormai lei è a pochi mentre da me. Lascio che si avvicini e poi le tiro la piccola lama sperando di beccarla e guadagnare un po' di tempo. Fallisco, lei ora mi guarda in modo sorpreso e poi fa una smorfia. "Davvero? Un coltellino? Sapevo avresti fatto qualcosa per mettermi i bastoni tra le ruote, ma lanciarmi un'arma contro ti ha fatto solo perdere l'unica speranza presente per te. Una mossa avventata e alquanto stupida direi"

non aveva tutti i torti in effetti, la disperazione di sopravvivere mi aveva influenzando troppo, mettendo a repentaglio la mia vita, ironico direi.

La vedo avvicinarsi sempre di più. E stavolta e veloce.

MOLTO veloce. Troppo veloce. Riesco solo a vedere l'attimo nel quale si piega e poi parte come un fulmine.

Mi sento colpire nello stomaco con una forza immensa. Ma appena si allontana noto che qualcosa non va. Poco dopo sento qualcosa cadere. Un rumore a malapena percettibile come quello delle gocce. Guardo in basso verso il punto colpito e vedo una ferita enorme da arma da taglio. C'era del verde misto a delle particelle fluorescenti.

Veleno. Cado a terra e la vista inizia ad indebolirsi. Davanti alla scena lei ride concedendosi un momento di pausa dal breve scontro per poi prendermi per i capelli e trascinarmi fino al centro delle rune di resurrezione. "Non sei il migliore dei sacrifici ma me lo farò bastare" dice appena guardandomi storto. Sussegue una breve pausa nella quale la "vedo" mettersi. Una volta pronta inizia a pronunciare parole senza significato. Parole antiche forse? Potrebbe anche essere l'udito a giocarmi brutti scherzi. Inizio a perdere coscienza. Fa una pausa e non la sento più. Intorno a me solo silenzio e buio. Mi sento cadere verso il basso. Attendo la mia morte. Sapendo di aver perso. Poi la la caduta si arresta, sono stato preso da qualcosa. Poi un dolore mi trafigge la gamba sinistra. Per me ormai era troppo. Cado in un sonno profondo.


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⏰ Last updated: Apr 12, 2022 ⏰

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