Wake me up.

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-Sherlock.-
Finalmente l'ho trovato. La polizia, Greg, Anderson. Tutti ce la stavano mettendo tutta per scoprire dove lo tenessero prigionerio. Ma, alla fine, l'ho capito solo io. L'avevano rapito ormai da tempo, e io non potevo più andare avanti. A dir la verità, ricordo molto poco di quei giorni. Quasi niente. Ricordo solo di essere riuscito a capire dove lo tenevano nascosto, ma è come se tutto cominciasse ora, dal suo corpo, sudato e insanguinato, dalle sue mani legate, dalla sua testa piegata di lato, dai suoi riccioli scuri che gli coprono il viso. Da quella bomba, legata alla sedia su cui è seduto, il cui timer segna ormai 40 secondi.
-Sherlock-, ripeto. La mia voce è così bassa che quasi non mi sente. Ma alza la testa e mi guarda negli occhi con i suoi due oceani.
Se questa è davvero l'ultima cosa che vedrò, allora Dio, o chiunque si trovi lassù, deve aver perdonato tutto il male che ho fatto.
-É finita, John. Questa volta è finita davvero.-, sussurra. Il suo viso si contrae ad ogni parola che pronuncia: deve stare davvero male.
-Scappa, John, tu hai ancora tempo. Non puoi salvarmi, scappa.-
Quelle parole. Quelle parole mi feriscono.
"Non puoi salvarmi."
Non posso salvarlo.
Sherlock sta morendo, e questa volta non tornerà indietro.
-No, non me ne andrò, no.-, sussurro.
La morte sta per afferrarci entrambi e portarci via con lei. Ma morirò guardando i suoi occhi, e questo è ciò che più mi importa.
Dopo ciò che sembra un infinito periodo di tempo, qualcuno mi cinge la vita e mi trascina via. Cerco di liberarmi da quella presa, ma non ci riesco.
-SHERLOCK!-, urlo.
-JOHN! JOHN!-, sento la sua voce, in lontananza. Deve fargli male, è troppo debole anche solo per respirare. Eppure, decide di usare la sua ultima energia e le sue ultime parole per pronunciare il mio nome. Vengo trascinato per corridoi e stanze, cerco ancora di ribellarmi, di gridare, ma non ci riesco. È come se mi fossi trasformato in una bambola di pezza, il mio corpo non mi risponde più. Sembrano chilometri e chilometri, quelli che abbiamo percorso, quelli che mi hanno fatto percorrere. Ma riesco ancora a sentire la sua voce, che mi chiama. Ed è l'ultima cosa che fa, perché proprio mentre penso a come mai la bomba non sia ancora scoppiata dopo così tanto tempo, un inquietante rumore mi riempe le orecchie.
Sherlock non c'è più.
Cado in ginocchio, non riescono più a sollevarmi o a trascinarmi. È come se avessi un enorme peso sulle spalle, che mi spinge giù. Lacrime cominciano ad uscire dai miei occhi, sgorgano giù, come fiumi.
Sherlock non c'è più.
E non sentirò mai più la sua voce.
Non vedrò mai più i suoi occhi.
Le sue labbra.
Il suo sorriso.
Sherlock non c'è più.

Mi sveglio di soprassalto. Era solo un incubo, un altro incubo. Sospiro, sollevato. Sherlock è vivo. Mi giro e vedo Mary, dorme ancora. Ma non era lei che volevo vedere. Non era lei. Mi sento in colpa per aver anche solo pensato una cosa del genere, e per un momento spero di tornare nell'incubo e saltare in aria, al posto di Sherlock. Non sono degno di lei, non sono degno di nessuno. Sono un debole, che nasconde i suoi sentimenti. Sono un debole. Scaccio via quei pensieri con un gesto della mano e controllo il cellulare. Sono le 7.30 del mattino. Noto che mi è arrivato un messaggio. Lo leggo:

"C'è stato un omicidio a Soho. Sì, a Soho, ma è un caso da otto e ha catturato la mia attenzione. Sbrigati, il gioco è cominciato. SH"

Sorrido. Dopo il dolore della sua perdita, che fortunatamente è ancora una volta finzione, lo posso affermare:
Sherlock è vivo.

Note della pazza:

Salve a tutti!
Se siete qui significa che avete letto la mia ff, e vi ringrazio molto per questo.
Se avete letto la prima storia che ho pubblicato, saprete che anche in essa è presente il tema del sogno. Bene, è fatto di proposito. I comportamenti dei due sono sicuramente diversi, le loro situazioni sono diverse. Ma credo che nei sogni si nasconda la vera essenza delle persone. E dopo una storia in cui la vita reale è l'incubo ed il sogno è solo un desiderio, volevo scrivere una storia in cui la vita reale supera il sogno: anche il solo sapere che Sherlock c'è, che è vivo, è una delle ragioni di vita di John. BENE, frasi sulla mia OTP a parte.
Spero di non essere stata troppo contorta e spero che questa ff vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate.
Credo che pubblicherò altre ff che ho scritto, la mia sorellina Sherlybatch (andate a leggere le sue storie, è bravissima) mi ha motivata.
Quindi, beh, a presto!

Con affetto,
Cumbertennant.

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