'Me ne vado comunicando ai miei colleghi che oggi finirò in anticipo.
Basta. La voglio finire qua.'Mi dirigo verso l'uscita e, una volta all'esterno, inizio a correre improvvisamente, con lacrime che nuovamente si catapultato fuori per sfogarmi.
Ormai qui in Giappone non ho più nessuno su cui fare affidamento, non posso neanche mantenermi con il mio misero lavoro part-time. Come proseguirà da qui in poi la mia vita? Vivrò nel caos...? ...o la finisco direttamente qua, in questo istante, senza neanche pensarci troppo? Cosa sarebbe meglio fare d'ora in avanti?Mio fratello si trova all'estero a studiare, non può mica venire in Giappone per accontentare me e i miei inutili capricci e sofferenze. Potrei anche togliermi la vita a sua insaputa. Non farei del male a nessuno.
Vado a rifugiarmi a casa. Mi sfogo e magari... lo faccio. Darò fine alle mie sofferenze inutili. Inutili come la mia esistenza.
💮💮💮
Eccomi a casa. Finalmente silenzio e ordine nei miei pensieri.
Prendo svelta dalla cucina un coltello, uno di quelli belli grandi, e mi butto sul divano del salotto.
Il dottore che mi ha telefonato mi ha detto che la nonna sarà ricoverata in ospedale. Loro non possono fare niente per lei, l'operazione che si dovrebbe fare per farla guarire costerebbe un mucchio di soldi, cosa che non abbiamo, quindi non possono fare altro che tenerla ricoverata lì, con qualche minimo medicinale per farla vivere un poco di più, ma tanto è inutile. Morirà comunque. Mi è stato comunicato anche che questa malattia la ucciderà in una o due settimane, poiché lei fosse già affetta da questa rara malattia da oltre un mese, quindi anche se tentassi di racimolare dei soldi in più non farei in tempo.Scoppio in lacrime. Inizio a gridare e a dare pugni allo schienale del divano.
È solo dopo ad una decina di minuti che decido di sfogarmi come si deve.Prendo il coltello che avevo lasciato in disparte e mi scopro tutto il braccio dalla manica della maglietta, cercando un posto libero per nuovi tagli.
Tutti quei graffi che la nonna mi aveva scoperto non erano state quelle tre bulle, ma io. Questo è il mio sfogo. Sì, mi autolesiono. Decido infine di iniziare dal polso. Probabilmente prenderò una vena e morirò di emorragia, ma il mio intento è comunque morire, non m'importa in che modo.
Inizio ad affondare il coltello sul braccio, lentamente, ma la manica mi scivola in giù dandomi fastidio.
T/n:-Vado a cambiarmi velocemente.-Ok. Ora sono più che pronta.
Dopo due minuti di grida di dolore e disperazione, mi ritrovo con l'avambraccio già tutto pieno di profondi graffi, ancora sanguinanti, che pulsano e mi fanno a pezzi.
Mi piace sfogarmi così, all'inizio è anche piacevole provare un lieve dolore, che dopo diventa sempre più grande, fino a farti gridare.
Stringo forte il manico di legno del coltello, stringo i denti e il battito cardiaco mi si accelera."Dling dlong"
Chi mai potrà essere? Non ho voglia di aprire e ho anche il braccio sinistro pieno di sangue. Sono in pantaloncini corti e in canottiera, è il caso di farmi vedere così? Massì, tanto dopo nessuno si ricorderà più di me.
Mi alzo a fatica e mi dirigo verso la porta, aprendola di poco.
Vedendo chi è la apro totalmente fregandomene di come sia ridotta.T/n:-Ciao-
Draken:-Oggi ti ho visto piangere durante le tue ore di lavoro. Va tutto bene?-
T/n:- ... -
Non rispondo, muovendo lo sguardo di lato, verso il basso.
Draken:-Capisco...-
T/n:-Vuoi venire dentro?-
Eh? Ma cosa cavolo sto a chiedere?
Draken:-Si dai-Io mi sposto per farlo passare dentro al mio piccolo appartamento, lui tenta un passo in avanti, che però ferma appena nota tutte le mie ferite su gambe e braccia. Io vedo che ha lo sguardo fisso lì così lo prendo delicatamente dalla felpa e gli faccio segno di entrare e di accomodarsi sul divano a pochi metri da lì.
Una volta seduti entrambi lui spalanca gli occhi alla vista del coltello insanguinato in cima ad una pila di libri sopra al tavolino del salotto.
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"Non dimenticarmi di nuovo..." ~ MikeyxReader || IN PAUSA
Fiksi PenggemarHai un orribile passato alle spalle, hai avuto soltanto due amici in vita tua che ormai hai perso, poiché dopo un tragico incidente uno abbia eliminato incidentalmente il ricordo dalla sua memoria della tua esistenza, ed il fatto che tu, un giorno...