Capitolo 2-Rivalità

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Gp dell'Arabia Saudita, 2022

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Gp dell'Arabia Saudita, 2022

Oh, the misery
Everybody wants to be my enemy.


Charles

Avevo duellato con Verstappen fino alle fine. Non volevo mollare. Sorpasso e controsorpasso, ma poi l'ha spuntata lui.

L'avevo sempre rispettato come rivale fin da quando eravamo ragazzini e ci sfidavamo con i kart.

Adesso, ci aspettava una stagione,  nella migliore delle ipotesi, a rincorrerci per il titolo mondiale in F1. Ero pronto. Avevo studiato, ero migliorato e la macchina finalmente mi dava la possibilità di competere, come desideravo.

Lo sapevo perfettamente, era tutto nelle mie mani, mi sentivo spesso sotto pressione, volevo vincere per i tifosi, per la squadra, per tutti. Ma c'era un ma.

Qualche giorno fa mi era ricomparsa davanti, come una visione, l'attraente ragazza, che avevo visto alla festa dello scorso weekend in Bahrein.

Stava parlando e ridendo amabilmente con due degli ingegneri del team, sembrava la ragazza più felice della terra e, a quanto pare, conosceva perfettamente il francese, siccome non aveva il minimo problema a comprendere i due ingegneri, che io conoscevo e sapevo bene non avere una parlata standard.

Sapevo a malpena il nome di quella ragazza così particolare e le avevo parlato solo una volta, e diciamo anche che l'avevo forse un po' provocata.

Ma sono pur sempre un pilota di Formula 1, se non lo faccio io il simpatico con le ragazze, chi lo deve fare?

In ogni caso, lei era la prima ragazza per cui provavo un qualcosa di simile all'interesse dopo la mia ex.

Mi aveva risposto a tono, mi aveva lasciato lì a ingoiare il rospo e poi, mi aveva fatto una bella radiografia uscendo.

Complicata come un rebus.
Quello che mi serviva forse.

Ma veniamo al famoso "ma" a cui accennavo prima, io dovevo concentrarmi e essere il più lucido possibile per potermi giocare questo titolo mondiale, ma quando vedevo quella ragazza, Elena sì, dentro di me scattava qualcosa.

Era un bene, era un male?
Non lo sapevo, sapevo solo che ero determinato a ritrovarla quella sera.

Così fu. Festa post Gp, divanetto azzurro, vestito nero con dettagli argento, flûte di champagne nella mano destra, sguardo perso in chissà quali pensieri, bella più di tutte le top model presenti in quella sala.

Mi avvicinai deciso a farla parlare più dell'ultima volta.

《Ma chi si rivede, Elena, giusto?》dissi senza rinunciare a un briciolo di sarcasmo.

《Ah il predestinato, di nuovo.》replicò lei.

《In persona, però che strano, da quello che aveva detto Mattia, avremmo dovuto lavorare di più insieme questa settimana, ma non ti sei fatta vedere o sbaglio?》volevo sapere se avesse deciso di proposito di evitarmi.

《Sbagli, ho lavorato con i tuoi ingegneri tutta la settimana, quindi ho lavorato insieme a te, o quanto meno, per te.》disse lei, una lingua affilata come una lama.

《Certo, però avrei preferito fossi venuta a parlare anche con me, siccome ti ho intravista a lavoro con due miei fidati ingegneri. Io seguo molto il loro lavoro, di conseguenza,  avrei avuto piacere a confrontarmi anche con te.》cercai di essere più diplomatico.

《Immagino Charles, immagino. Beh, ho avuto piacere a confrontarmi con altri, e ora se vuoi scusarmi vorrei andare a ballare, sta iniziando la prima canzone ballabile di tutta la serata》senza indugiare troppo, si alzò e si diresse verso il centro della pista da ballo, sembrava fosse nata per brillare e attirare gli sguardi.

La seguii ma mi bloccai, non appena vidi qualcuno avvicinarla e iniziare a parlarle.

Era niente di meno che il mio rivale.

Non mi andava a genio tutto ciò, per nulla, prima mi sorpassa negli ultimi giri del Gp, poi chiacchiera con una delle poche ragazze con cui io abbia parlato stasera. No Max, non posso rimanere indifferente.

A passo svelto, li raggiunsi, e fu lì a due metri da lei che mi resi conto che no, lei non lo stava calcolando, stava parlando con un ingegnere. Nel frattempo Max parlava con una modella lì vicino a lei. Avevo immaginato tutto.

La situazione era quindi più grave di quello che pensavo, non volevo che nessuno le ronzasse intorno.

Dovevo riuscire a gestire le mie emozioni e i miei sentimenti, dovevo riuscire a dare il massimo, non potevo distrarmi fino a quel punto.

Abbandonai la festa, senza salutarla, dovevo rimanere solo con i miei pensieri. Dovevo fare attenzione.

Era bella ma era anche dannata.

Imprevisto-Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora