L'uomo Di Latta

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Sebbene nessuno avesse aperto la bocca per tutto il tragitto, dentro la mia testa, sentivo ancora rimbombare il replay delle loro voci e della loro saccenza. Un copione visto e rivisto ma che faceva sempre lo stesso effetto: mi lacerava l'anima.

Cercai più volte lo sguardo di Anita, nella speranza di trovarci il suo solito bagliore, ma quello che vidi stavolta mi lasciò l'amaro in bocca. Stringeva il labbro inferiore nervosamente e la sua mano sinistra era umida, sintomo che era molto tesa. 

La strinsi ancora una volta sperando di darle sollievo, ma lei non mostrò nessun segno di consolazione. Mi sentii morto dentro.

Non volevo che quello accadesse, ma aimè si stava materializzando proprio davanti a me. Entrammo in sala, insieme ai miei genitori che si sedettero immediatamente ai loro soliti posti dandoci poca scelta. Nell'aria sentii Chopin con il suo Nocturne op.9. no2, sinfonia molto apprezzata dal Dottor Mancini Carlo. Mi avvicinai alla sedia di Anita e, spostandola di qualche centimetro, la feci accomodare vicino mio padre, per poi sedermi alla sua sinistra vicino a mia madre.

Odiavo quel tavolo da pranzo quadrato, da sempre poco comodo per nascondersi dai loro sguardi inquisitori.

Finalmente, dopo svariati minuti di silenzio collettivo, mia madre si decise a parlare e a deliziarci con la sua voce suadente. 

« Per il menù di stasera ho scelto di preparare l'arrosto di vitello. È un'antica ricetta della nonna di Dario, ma che ho fatta mia nel corso di questi anni… spero che sia di tuo gradimento cara, magari tu sei abituata a fare delle diete strane o vai dietro alla moda del momento… », affermò Laura facendo una smorfia finale alzando il coperchio della casseruola contenente la pietanza.

« No… io, io.. non faccio nessuna dieta particolare signora Mancini… in verità sono anche una buona forchetta! », disse Anita con tranquillità sistemandosi il tovagliolo sulle gambe. 

« Ma in realtà, mi era balenata l'idea che non seguissi alcuna dieta… ammiro però la tua sincerità! », rispose sprezzante guardandola ridendo.

« Mamma, Anita non ha bisogno di fare diete! E’ inutile che fai queste constatazioni del cazzo! », esclamai prendendo anche io il tovagliolo poggiandolo senza tatto sulle mie gambe.

« Dario, non c'è bisogno di dare spettacolo… stiamo solo conversando! Giusto Cara? », 

« Giusto… Dario, va tutto bene, davvero… », aggiunse Anita prendendo la mia mano nella sua. Era gelata.

« Ok.. », sibilai portando la sua mano alla mia bocca lasciandomi un bacio.

« Ma ditemi un po ', dove vi siete conosciuti voi due? », domandò mio padre prendendo tra le mani il piatto con i piselli. 

« Sono la cugina di Claudia, la moglie di Mirko… »

« Quindi vi siete conosciuti al matrimonio? », continuò mio padre super interessato. Di solito non era molto propenso al dialogo, ma si vedeva che la situazione lo intrigava parecchio.

« In un certo senso sì… », replicò Anita guardandomi complice. Di certo non poteva raccontare il nostro incontro al Rencontre.

« Io adoro Claudia! E’ una ragazza bella, delicata e molto educata! Però non vi somigliate molto…lei ha degli occhi splendidi… », la voce di mia madre, che sembrò aspettare quel momento da una vita, squillò facendoci girare nuovamente verso dalla sua parte. Che stronza.

« Si… lei assomiglia molto a sua madre… io invece ho preso dalla mia… », la voce di Anita si abbassò nuovamente sentendo in lei un certo imbarazzo. 

« E’ un vero peccato che tu non l'abbia ereditati… sembrano di cristallo… », asseri mettendo il boccone in bocca.

Iniziai a stringere i pugni. Non sapevo dove volesse arrivare, ma non mi piaceva per niente la piega che stava prendendo quella serata. Mi sentii come in trappola.

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