14. Back to School

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Il mio sogno viene interrotto dalla sveglia del cellulare. Uff odio svegliarmi presto, specialmente se devo andare a scuola. Il mio primo pensiero va a Damiano, che però non trovo accanto a me. Non appena me ne accorgo faccio uno sguardo confuso. Dove poteva essere andato?
Così mi alzo ma quando metto un piede a terra la porta della mia stanza si apre e subito lo vedo sorridente con in mano un vassoio con sopra latte, biscotti e un cioccolatino.
"Buongiorno principessa" mi dice lui sorridendomi e stampandomi un bacio sulle mie labbra , che vorrei non fosse finito più.

Dam: - Ti ho portato la colazione

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Dam: - Ti ho portato la colazione.
- Grazie amore, ma sei fantastico. Gli dico io abbracciandolo e ricoprendolo di baci.
"Meriti questo è di più". Mi dice mentre mi accarezza la guancia con l'indice, dove porta il suo anello color argento, freddo, che a contatto con la mia pelle mi fa rabbrividire per un attimo.
Dam: - Oggi a scuola allora?
- Ahimè si. Rispondo io sospirando.
- Che c'è che non va? Mi dice con uno sguardo perplesso, come se stesse cercando di scoprire il motivo leggendomi negli occhi.
- Niente. Dico io sbadigliando e cercando di togliere i miei capelli d'avanti agli occhi.

Bhe, in verità non volevo andare a scuola, ma sono obbligata. Non posso fare più assenze se no i professori saranno costretti a chiamare i miei e io non voglio più avere niente a che fare con loro.
Poi non ho un buon rapporto con i miei compagni di classe, diciamo che io sto lontana da loro e loro da me. Gli unici con cui vado d'accordo sono due persone:
Alice, ragazza alta, magra super simpatica ma anche timida come me. Occhi chiari e capelli lunghi e biondi la sua materia è sicuramente arte. Alessio ragazzo super intelligente e divertente. Alto occhi castani, capelli scuri e ricci, bravissimo in matematica. Loro sono i miei due e unici amici in quella sorta di giungla che chiamano classe. Diciamo che non parlo più di tanto con gli altri, mi limito a tenere il cappuccio della felpa alzato e le cuffiette alle orecchie. Questa è la mia filosofia.

Finisco di mangiare tutto e ringrazio Damiano ancora una volta restituendogli pure un bacio veloce e poi mi vado a cambiare e a lavare il viso.
Entro in bagno. Vedo riflesso nello specchio il mio sguardo stanco, insomma quello di chi aveva dormito appena 5 ore.
Mi lavo il viso per svegliarmi e mi trucco (almeno per sembrare più sveglia, ho ancora gli occhi chiusi). Mi pettino i capelli e li sistemo meglio con la piastra.
Ma accidentalmente, maldestra per come sono mi sono bruciata la guancia.
- AHIA!
Urlo io, attirando l'attenzione di Damiano.
- Hey Amore, tutto bene? Mi domanda, preoccupato.
- Si si, tutto bene, mi sono solo scottata con la piastra al solito, tutto normale.
Dam: - Mi hai fatto preoccupare!
Mi urla lui dall'altra stanza.
Sorrido come una sciocca allo specchio, consapevole della fortuna di avere un ragazzo così premuroso.
Adesso come ricordo ho una bella scottatura sulla guancia destra. Qual'è il miglior modo per iniziare la giornata se non questo?
Mi chiedo tra me e me.
Applico un po' di fondotinta e via, adesso la scottatura non si vede più.
Ora la parte più difficile: Che mi metto?
Così opto per un classico jeans a vita alta stretto e strappato sull ginocchia e una felpa larga color bordeaux.
Ok finalmente sono pronta!
Quindi ritorno nella mia stanza dove mi aspetta Damiano.
Dam: - Ma che bellaa la mia bella addormentata. Inizia a dire sorridendo e scherzando, afferrandomi per una mano.
Poi facendo una voce strana mi chiede:
- Posso accompagnarla al ballo.. ehm volevo dire a scuola?
Io scoppio a ridere e facendo un inchino e cercando di imitare la sua voce gli rispondo: - Certamente o mio sciocco principe.
Eh si. Ci eravamo persi, persi nei nostri sguardi, nei nostri occhi. Nelle risate che erano aria pura per me. Non capivo come lui riuscisse a captare ogni singola sfumatura delle mie emozioni soltanto guardandomi negli occhi. Dopo tutto dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima. Se così fosse Damiano legge la mia perfettamente attraverso i miei.
È meraviglioso non posso dirgli altro.
Aspetto Damiano che si sistemi e prendo lo zaino, giubotto così usciamo. La scuola non è tanto lontana, sono circa 10 minuti a piedi.
Camminiamo vicini. Lui mi tiene abbracciata. Oggi c'è freddino, solo 11 gradi, speriamo non piova. Durante la strada parliamo del più e del meno, ci scambiamo sorrisi e sguardi complici.
Per la strada sono ansiosa.
Cosa diranno i miei compagni rivedendomi dopo una settimana? Cosa potrei dirgli?
Boh inventerò una scusa... Viaggio? Nah troppo banale, e poi con chi vado che sono sola? Potrei dire che avevo la febbre?
No no lasciamo stare, poi vorranno il certificato e li sarà un casino.
Facciamo la classica scusa: MOTIVI PERSONALI, che in un linguaggio più aulico si traduce in CAZZI MIEI SCUSATE.
Nel frattempo Damiano si accende la sua sigaretta mattutina, credo una delle prime (non credo si alzi presto la mattina). Oggi ha fatto un' eccezione per me mi sa. Anche lui ha gli occhi stanchi, si vede, ma riesco lo stesso a vedere quella luce nei suoi occhi, segnati dalla matita nera un po' sbavata, ma sempre sorridenti.
- Chissà quante verifiche dovrò recuperare...
Dam: - So che sei intelligente ce la farai, ne sono certo. Anzi ti dirò di più... Vuoi fare una scommessa?
Mi dice tutto ad un tratto con un sopracciglio alzato.
- Sentiamo. Gli rispondo io con le braccia incrociate.
Dam: - Per me andrai bene a tutte le verifiche per te evidentemente no. Se vinci tu farò quello che vuoi ma se vinco farai tu quello che voglio io. Allora ci stai?
Io già sicura delle mie future sconfitte accetto la scommessa, pensando a cosa potrei chiedergli in cambio. (Come avete capito non ho molta autostima in me).
Ed ecco che finalmente arriviamo a scuola.
Non vedevo proprio l'ora di entrarci di nuovo (ironia ovviamente, non sono ancora pazza o almeno del tutto). Fuori ci sono tantissimi ragazzi e ragazze che parlano e scherzano fra di loro. In lontanza vedo già delle mie compagne che vedendomi con Damiano iniziano a squadrarci dalla testa ai piedi e buttandoci certe occhiatacce, che sembrava che stessero cercando di leggerci la mente.
Dam: - Oh gentili proprio le tue amichette, ci stanno a fissà da n'ora.
- Quelle non sono le mie amiche. Diciamo che sono le dive della classe, io ho il ruolo della ragazza normale piacere.
Damiano scoppia a ridere.
Dam: - Ma tu non sei normale, tu sei speciale tu e solo tu. Guarda come ti stanno fissando. Secondo me sono solo um po' invidiose.
- Invidiose di che? Domando, io aspettando una risposta sensata da Damiano.
Dam: - Di me ovviamente, sono bellissimo.
- Ma sei tutto scemo ed io pure che ti sto ad ascoltare.
Dam: - Sono invidiose della tua inconsapevole bellezza, sei stupenda. Con i tuoi occhi castani e i tuoi capelli lunghi, che mi piacciono accarezzare. Sei semplicemente perfetta.
Gli stringo ancora di più la mano mentre arrossisco.
*drinnn*
Suona la quella maledetta campanella, devo entrare in classe, mi aspetterà una luuuuuuunga mattinata.
Damiano di corsa mi stampa un bacio sulle labbra ma io lo blocco.
Dam: - Perché?
- Non voglio che mi vedano le mie compagne, poi ancora non lo abbiamo detto neppure ai ragazzi.
Così gli do un innocente bacio sulla guancia, mentre lui mi prende la mano e me la bacia.
Dam: - Quando ti senti pronta lo comunicheremo ai ragazzi. Non voglio che lo sappino da soli per mezzo di qualcuno.
Poi mi lascia la mano, e non staccando mai il suo sguardo dal mio mi dice:
- Sei bellissima, ti amo.

Torna a casa || Damiano David Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora