Non solo Yoomin è stata lasciata dal fidanzato che ha preferito la carriera alla loro vita insieme, ma quello stesso fidanzato -ormai ex-, proprio quando lei ha deciso di ricominciare e trasferirsi in un nuovo appartamento... È diventato il suo vici...
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"Dove l'appoggio questo coso?" "Questo coso vale più di te, deficiente! Mettilo là, accanto alla lampada"
Minho, il migliore amico che nessuno vorrebbe, si è offerto di aiutarmi col trasloco. Non fraintendetemi, se siamo amici ci sarà un motivo, solo che ancora mi sfugge. È il classico ragazzo a cui importa di sè stesso, di sè stesso e indovinate un po'? Di sé stesso. Pensa di essere in grado di fare ogni cosa, ma finisce sempre per fare casino. Per questo mi sale il terrore quando lo vedo avvicinarsi e maneggiare i miei oggetti di valore.
Un tonfo rimbombò nel salotto ancora vuoto.
"Cazzo Minho, delicatezza, sai che significa?" "Perfettamente. Piuttosto, Yoo, come hai intenzione di restituirmi il favore?" "Cosa!? Io non ti ho chiesto alcun favore, hai-"
Il castano allungò il braccio sulle spalle e guardando fuori dalla finestra, mi invitò a fare lo stesso.
"Lee Minho non si concede gratuitamente, dovresti saperlo" "Il fatto è che nessuno vuole un Lee Minho nella propria vita, dovresti saperlo"
Si voltò di scatto verso di me e inclinò la testa.
"Non dici sul serio"
Io sbuffai e mi liberai dalla sua stretta.
"No, no, ora però finiamo di portare gli scatoloni, ne mancano altri-" "Faccio io! Tu intanto vai al bar e prendimi una birra! Ghiacciata grazie" "Come scusa!?" "Ok, prendici!"
Rise, correndo fuori a recuperare il resto delle scatole, io uscii dal giardino posteriore e mi diressi al chioschetto, il piccolo baracchino che si trovava accanto alla mia nuova casa. Sarà un problema averlo così vicino... Spero solo di non diventare una cicciona.
Ah, comunque mi chiamo Song Yoomin, ventidue anni, capelli castani, occhi marroni, frangetta. Lavoro come grafico in un'azienda pubblicitaria della zona. Conduco una vita da coreana media. Kimchi a colazione, lavoro, sbronza serale coi colleghi e poi via a casa. Tutto normalissimo, se non fosse che la sera mi trasformo in Catwoman e vado a svaligiare gioiellerie. Naaah, scherzavo, non sono così fica. Semplicemente mi diletto nello scribacchiare delle canzoncine che nessuno potrà mai sentire perché non solo non so suonare uno strumento, ma sono anche stonata come una campana. Riflettendoci bene... Quando è nata questa attività controproducente? Ah, giusto, quando mi sono fidanzata con...
Lasciamo perdere.
Tornai al mio nuovo appartamento con le birre e trovai Minho seduto al centro della stanza. Delle goccioline di sudore gli scendevano dalla fronte.
"Sei talmente sudato che i capelli ti stanno in piedi da soli" "E di chi credi sia la colpa? Quegli scatoloni sono pieni di robaccia" "A proposito di robaccia, ho ancora i tuoi boxer, quelli blu" "Oh, puoi tenerli, ti stavano piuttosto bene" "Ma che dici!? Me li hai prestati perché mi era arrivato il ciclo all'improvviso" "Che c'entra? Ciclo o non ciclo ti facevano un bel culo"
Gli sorrisi compiaciuta. Ecco perché siamo amici. Siamo due primedonne del cazzo, ci piace ricevere attenzioni e complimenti. Dovremmo farci un bel bagno di umiltà.
"Senti Min, domani hai da fare?"
Fece un lungo sorso di birra e poi si accasciò sul parquet.
"Non credo, perché?" "Ma tu non lavori mai?" "Credevo mi stessi per chiedere qualcosa" "Giusto... Non è che verresti con me a comprare un materasso?"
Alzò un sopracciglio e mi squadrò da capo a piedi.
"Yoo, ti voglio un bene dell'anima, sei speciale per me, ma sei e sarai per sempre il mio migliore amico" "Hai la merda nel cervello! E poi... Bell'amicizia la nostra, non ti sei nemmeno accorto che ho le tette!" "Mh!? Tette??? Non sono mozzarelline quelle?" "Tu, brutto-"
Gli diedi un pugno sul braccio e poi mi rialzai.
"Su, finiamo di sistemare qui, stasera sushi, offro io!"
Gli porsi la mano che non esitò ad afferrare.
"Affare fatto!"
Dopo circa un'altra mezz'ora di sudate e sollevamento pesi, terminammo di svuotare le scatole.
"Aaaah, che stanchezza!" "Tu sei anche allenato, pensa a me che sono una delicata margherita di campo" "Delicata margh- pff non ci credi nemmeno te!"
Scoppiamo a ridere.
"Esco a chiamare per la cena. Solito?" "Yes please!"
Andai all'ingresso, chiusi la porta dietro di me e composi il numero dell'Hana, il nostro ristorante giapponese di fiducia.
Quanto ci mettono a rispondere?? ... Vabbè è sabato, saranno pieni...
Camminai avanti e indietro lungo il vialetto, in attesa, quando una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.
"Yoo-min...? Yoomin! Da quanto tempo! Che ci fai da queste parti???"