A: "Amore sei tu?", chiesi dalla cucina. Non ricevendo nessuna risposta andai verso il salotto e vidi Marco, palesemente ubriaco, che mi guardava con odio e disprezzo.
A: "Amore tutto bene? Hai uno sguardo strano".
M: "SE VA TUTTO BENE? SPERO TU STIA SCHERZANDO?", urlò mentre veniva verso di me.
A: "Marco mi stai spaventando, cosa succede?", dissi mentre indietreggiavo il più possibile fino a che non senti la mia schiena contro il muro.
M: "COSA SUCCEDE? E ME LO CHIEDI PURE?", disse tirando un pugno sul muro poco sopra la mia testa; "LO SAPEVO! L'HO SEMPRE SAPUTO CHE TU ERI UNA BUGIARDA!".
A: "IO UNA BUGIARDA? MI SA CHE NON TI RICORDI PIÙ CON CHI STAI INSIEME"
M: "E INVECE LO SO BENISSIMO CON CHI STO INSIEME, CON UNA BUGIARDA E ANCHE TRADITRICE!"
A: "E sentiamo con chi ti avrei tradito di preciso?"
M: "CON QUELLA LESBICA DEL CAZZO", disse riferendosi ad Haru.
A: "PRIMA DI TUTTO NON TI PERMETTERE DI PARLARE DI HARU IN QUESTO MODO HAI CAPITO?", dissi tirandogli uno schiaffo, "SECONDO, IO NON TI HO TRADITO NE CON HARU NE CON NESSUN ALTRO".
In quel preciso istante tutta la mia vita è cambiata. Marco in un attimo mi mette entrambe le mani intorno al collo cercando di soffocarmi, ma riesco a liberarmi colpendogli le parti basse con una ginocchiata. Trascinandomi, provo a raggiungere il divano ma in quel momento sento un dolore atroce provenire dalla mia gamba destra: Marco mi aveva appena pugnalato alla coscia e, con il coltello, iniziò a scendere giù fino al ginocchio, creando cosi una ferita lunga più di 10 centimetri.
Urlai con la poca voce rimasta, poi tutto iniziò a girare. L'ultima cosa che vidi fu il mio sangue che colava dalla mia gamba e Marco che continuava ad urlami addosso. Poi nero.
A: "No... No... Noooo"
N: "Piccola? Svegliati"
A: "No ti prego!!". Mi svegliai di colpo, non riuscivo a respirare, avevo la tachicardia ed ero tutta sudata.
N: "Ehi è tutto okay sono qui, non ti lascio", disse Nam abbracciandomi e accarezzandomi dolcemente i capelli. Piano piano, grazie a lui, iniziai a calmarmi, il respiro si regolò e i battiti tornarono normali.
N: "Hai avuto un incubo? Ne soffri da tanto?", mi chiese continuando a tenermi stretta al suo petto.
A: "Si... è più di un anni che vado avanti", dissi staccandomi da lui per poterlo guardare in faccia. "Hai presente la cicatrice?", spostai il lenzuolo per fagliela vedere, "Ecco, ti ho detto che me la sono fatta a causa di un incidente..... non è cosi...."
N: "Se non te la senti di continuare tranquilla, mi racconterai tutto quando vorrai", disse stringendomi le mani tra le sue.
A: "No tranquillo, oramai siamo colleghi da mesi e penso qualcosa di più da stasera, quindi è giusto che tu lo sappia." Così gli raccontai tutta la storia, con il nodo alla gola, le mani che tremavano e le lacrime che mi rigavano il viso. In tutto questo, Namjoon con un mano mi asciugava le lacrime mentre con l'altra mi accarezzava le mani cercando di farle smettere di tremare.
N: "Io sono senza parole... Come può un essere umano, solo per gelosia, arrivare a fare tutto questo. Mi dispiace cosi tanto che tu abbia dovuto subire tutto questo, non te lo meritavi ... nessuno merita di vivere ciò che hai passato", disse abbracciandomi e dandomi dei piccoli baci sui capelli. "Ora capisco tutto: perché all'inizio eri cosi fredda con tutti, non riuscivi ad aprirti, parlavi poco con noi... Sappi che, se tra noi due dovesse nascere una relazione, io non ti farò mai del male. Probabilmente non mi crederai e lo capirei... però non sono la persona che fa del male agli altri, piuttosto lo fa a se stesso. D'ora in poi mi prederò cura di te."
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Destinated ~Kim Namjoon~
أدب الهواةIntroduzione: Lei, fredda e timida. Con un passato turbolento e un carattere difficile da interpretare. Un giorno decide di voler voltare pagina: prenota il primo volo per Seoul e raggiunge la sua migliore amica Haru. Li si troverà a dover fare i co...