Capitolo 68 ‹‹ Influenza ››

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Il mattino seguente, seppure fossi di riposo e quindi potevo godere di qualche ora in più di sonno, dovetti svegliarmi ugualmente presto per portare Ariel a scuola.

Con calma mi lavai e vestii, poi andai in cucina a preparare qualcosina per colazione; dal frigo presi della frutta che riunì in un unico grande piatto che misi a centro tavola, poi preso il cartone del succo ace e lo misi a tavola insieme a due bicchieri, due piattini e un coltello per me.

Controllai l'ora sul telefono constatando che mancassero ancora dieci minuti prima del risveglio della mia piccola pulce, accesi i dati mobili e subito dopo mi apparve la notifica di un messaggio da parte di Gunhak.

_DolcePulcinoCoccoloso🐥_

Splendore, ospiteresti tre poveri morti di fame che non hanno nemmeno avuto il tempo di fare colazione?

Il solito scroccone pensai alzando gli occhi al cielo.

Dì che non avete voglia di prepararvi la colazione perché poi dovete pulire tutto.

Ti odio.😠

Ti voglio male anche io😘

Risposi sentendo in lontananza la porta della camera di Ariel venir aperta e poco dopo ella sbucò in cucina con il viso più pallido di un vampiro e un tremore per tutto il corpo.

<< Amore, hai freddo?>> le chiesi infatti vedendola avvolta nella copertina di Olaf che di solito lasciava sopra il suo lettino.

<< S-sì m-mamma>> rispose battendo i denti.

<< Vuoi mangiare qualcosa? Una pera, una mela?>> le chiesi sfregando i palmi sulle sue braccine provando a infonderle un po' di calore, ma lei scosse quasi subito la testa affermando di sentirsi poco bene e di avere un po' di nausea.

A quel punto la portai in bagno così nel caso le fosse venuto da rimettere non avrei dovuto pulire il pavimento rischiando di riversare anche il contenuto del mio stomaco e mai decisione risultò essere più giusta; pochi minuti dopo essere entrate in bagno, Ariel si diresse velocemente vicino al gabinetto, si inginocchiò e si liberò del contenuto dello stomaco.

Velocemente, copiai i movimenti di mia figlia e una volta in sua prossimità le spostai i capelli dal viso raccogliendoli in una mano mentre l'altra la poggiai sulla sua fronte bollente.

<< Amore mio, stai scottando>> le dissi mentre gorgolii misti a versi gutturali e forzati continuavano a fare eco in quello stanzino igienico.

Strappai un pezzo di carta igienica per poi avvolgerla e usarla per pulire la boccuccia sporca di saliva.

<< Passato?>> le chiesi e annuì.
La presi in braccio portandola in camera mia, aprì il primo cassetto del comodino ed estrassi il termometro per provarle la febbre. Mi sedetti sul letto con lei sdraiata di schiena contro il mio cuscino e lo strumento per la rilevazione della temperatura sotto l'ascella destra.

Il mio telefono iniziò a squillare.

<< Torno subito>> le dissi accarezzandole una gambina.

Mi alzai e andai in cucina a recuperare il telefono rispondendo alla chiamata; erano quasi le otto meno un quarto e non avevo ancora avvisato Youngjo della salute di Ariel.

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