capitolo 21: sei una stronza

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𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼

La giornata con Pansy passò benissimo e fù bellissima, fra le tante.
Avevamo passato tutta la giornata per i negozi, e abbiamo colto l'opportunità per fare anche i regali di natale. Ci abbiamo messo un bel po', ma le risate che ci siamo fatte girando i negozi, ci ha rese più felici del previsto. Non ho mai avuto un'amica come lei, certe volte, pensandoci, mi reputo fortunata ad aver l meglio accanto a me.
Finalmente torno in camera, sfinita, buttando tutti i pacchetti di ogni genere a terra, stiracchiandomi la schiena. Tiro un sospiro di sollievo e alzo lo sguardo notando Mattheo seduto a leggere un libro. Credo che sia il momento più bello della giornata... trovarlo qui a leggere, vederlo concentrato con quei ricci che li ricadono sulla fronte, le sopracciglia corrugate intente a capire qualcosa sul libro, la mano destra che sostiene il libro e con la sinistra che accarezza delicatamente ogni pagina, per poi cambiare pagina con un movimento lieve. 

ormai è routine che veniva da me a passare le sue giornate, diceva che stava più tranquillo e a suo agio. Io di certo non li ho negato nulla, li ho concesso il libero accesso.  

-passata una bella giornata?- disse posando il libro a lato del comodino, e alzandosi lentamente dal letto tenendo lo sguardo fisso su di me.

-si- sbuffai prendendo fiato, mettendomi una ciocca dietro i capelli -devo solo fare una doccia- aggiunsi e un'occhiata provocatoria comparì sul suo volto. Come devo fare con lui.  

-sai...- disse vago, come un bambino di due anni che vorrebbe convincere alla madre di comprare il suo giocattolo preferito. Le mani dietro la schiena, lo sguardo provocante e i passi che si facevano più lenti davanti a me -dovrei anch'io- Aggiunse con un sorrisino, ormai arrivato a pochi centimetri da me. Se solo potesse sentire il mio cuore in questo momento, avrebbe paura che mi uscisse dal petto. 

Cercai di aprire la bocca per obbiettare, ma nemmeno mi diede tempo che ero già sotto il getto d'acqua con Mattheo che mi "levava" gli indumenti. Levava era la parola più delicata che usassi, in realtà me li strappò proprio. 

L'acqua scorreva su di noi, era molto calda ma i nostri corpi la scaldavano di più. Le nostre bocche si soffocavano, i nostri fiati divennero corti e affannosi.. eravamo così pieni di eccitazione che nemmeno un terremoto avrebbe interrotto il momento.

Lui andò a fiondarsi sul mio collo, succhiandolo con aggressività, mordendolo la mia pelle. Lasciava lunghi segni indelebili e per un momento dimenticai i miei, perché erano quegli i segni che volevo veramente. Con la mano destra palpava il seno e con l'altra, teneva saldo il mio fianco, per poi scendere sul mio culo. 

Mi scappò un gemito, ma lui lo soffocò con un limone, per poi riportare la sua bocca alla mia per poi scendere lentamente sul mio petto. Tirai il collo all'indietro, avendo una sensazione di piacere e di gusto, niente avrebbe desiderato il contrario.
Arrivò all'estremità del mio reggiseno dove, con la mano che salì salda dal culo alla mia spalla, lo slacciò e cadde, a terra, scoprendo i seni. Si fiondò su di essi, mordendo i capezzoli e lasciando macchie viola, mentre soffocavo dal piacere. Non riuscivo a trattenermi, volevo di più, desideravo di più. Desideravo lui. 

Mi spinse sempre di più dietro, dove toccai le mattonelle fredde. La mia spalla si inarcò per il fresco di esse, ma il mio corpo, a contatto col suo, divenne caldo e promettente. Mi  fermai per qualche istante, a riprendere fiato e cercare di parlare.   

-dovremo-dovremo lavarci-  dissi senza fiato. Avevo gli occhi saldi sui suoi, le gambe tremolanti e il corpo pieno di segni del piacere.  

-dovremo ma voglio finire prima- disse roca, accarezzandomi con il pollice le guance,  per poi rifiondandosi su di me, o meglio.. sul mio corpo ormai divenuto la sua preda. 

𝑇h𝑒 𝑑𝑎𝑢𝑔h𝑡𝑒𝑟 𝑜𝑓 𝑡h𝑒 𝑑𝑒𝑣𝑖𝑙 / 𝑀𝑎𝑡𝑡h𝑒𝑜 𝑅𝑖𝑑𝑑𝑙𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora