▫️Camilla - 🎵Non lasciarmi cadere (Chiello)

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🗓Mart. 20 agosto

Claudia era appena uscita di casa per il lavoro, e io, dopo averla salutata, mi giro verso l'interno dell'appartamento. Mi assale subito lo sconforto pensando ai mobili che ancora dovevano arrivare, e che avrei dovuto portare su, e sistemare.

"È impossibile che ci riesca da sola", penso tra me e me, mentre mi rendo conto che magari avremmo dovuto pensarci prima.

Gli addetti al trasloco sicuramente mi avrebbero aiutato, ma una mano in più non guasta mai, così decido di chiamare Gino (un amico mio e di Claudia), e lui accetta dicendomi che sarebbe arrivato in circa mezz'ora.

Nel frattempo arriva anche il camion dei traslochi, così scendo, e iniziamo subito il lavoro.

Mentre poggio una scatola sul marciapiede perché troppo pesante, sento che mi squilla il telefono.

"Pronto?!"

"Pronto Millie!", mi risponde Gino, "Dove sei?"

"Sono sotto casa. Io e i signori stiamo già scaricando tutto"

"Ah siete voi quelli col camion. Stavo già bestemmiando perché mi copriva la visuale"

"Beh..."

"Scendo di macchina e arrivo"

"Vai sbrigati"

Gino veniva alle superiori con me e Claudia, eravamo tutti nella stessa classe.
Lui in realtà è due anni più grande di noi: ha cambiato due scuole prima di finire nella nostra.
Era bravo a scuola, ma non aveva voglia di studiare, e infatti non capisco perché si sia iscritto a psicologia. Per pagarsi gli studi deve lavorare, fa il cameriere in un bar cinque giorni a settimana, e la sera fino a tardi spaccia un po' di erba. In realtà quest'ultima cosa la fa già dal liceo, e conosce la gente giusta che compra. Quando ce lo ha detto, io e Claudia gli abbiamo subito chiesto che tipo di cose vendesse, ma ci ha subito assicurato che era solo erba.
Insomma, è un bravo ragazzo e ci aiuta sempre in tutto, anche se fa il solitario e ha sempre l'aria scocciata.
Spero che riesca a conciliare lavoro e studi, ci aiuteremo a vicenda anche in questo.

Così arriva anche Gino davanti al camion, e in mezz'ora portiamo tutto su con l'ascensore.

Dopo quasi due ore di spostamenti, mi siedo sul divano con lui.

Abbiamo appena finito di svuotare le ultime scatole, quando sento che si apre la porta dell'appartamento.
Vedo Claudia entrare con un sorriso a trentadue denti, e subito la guardo curiosa.

"Ciao ragazzi!", ci dice quasi gridando.

"Che è successo?", le chiedo io con tono stanchissimo.

"E a voi che è successo? Tutto bene?", ci chiede con un'espressione disgustata notando le nostre condizioni esauste e sudate.

"Sì Claudia... Cosa pretendi? Abbiamo spostato mille cose"

"Abbiamo?!", mi chiede Gino fulminandomi con gli occhi.

"Sì Gino. Ti ho aiutato tantissimo."

"Ma che cazzo dici? Ho fatto tutto io. Avrà spostato qualche sedia e guarda come sta messa", dice lui rivolgendosi poi a Claudia, che si mette a ridere.

"Sentite... Mi avete già rotto. Insomma Clap col
canetto tutto bene?", chiedo io a Claudia per cambiare discorso.

"Allora intanto non chiamarmi Clap. E seconda cosa, sì"

"Ma scusa, e il tizio c'era?"

"Ehm... SÌ", dice Claudia un po' in imbarazzo.

"Me lo sentivo! Racconta subito", la incito io curiosa.

Appartamento 31Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora