Nebbia

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Rotta, annebbiata, triste, offuscata, depressa. Rachel era piena, sommersa, schiacciata da queste parole ogni giorno. "Perché sei così Rachel?", "Noi ti vogliamo bene!", "Non puoi lamentarti. Ricordati che c'è gente che sta peggio di te". "Perché?" chiedevano sempre i suoi genitori ma non c'era mai una risposta, solamente un silenzio lungo e assordante.
Rachel ogni sera si guardava allo specchio e rimaneva a contemplare il suo corpo: "Hai le cosce troppo larghe", "I polsi non si possono vedere, coprili", "Hai la faccia quadrata, che schifo" e poi, il dolore. Fiumi d'acqua inondarono il suo viso, il fiato sempre più corto, "Non fare rumore Rachel, calmati" quella voce risuonava nella testa come una sirena, un allarme che non si può spegnere, un suono continuo che alimenta il panico, troppo vicino per rimanere calma ma troppo lontano per poterlo spegnere.
Le unghie nella pelle, gli occhi serrati e poi la sua voce "concentrati, pensa ad una cosa bella, un ricordo bello, puoi farcela". Rachel sfrecciava tra i ricordi come un'astronave tra dei meteoriti fino ad atterrare nel suo preferito. Lei con Andrew, il calore del suo petto, il rumore del ruscello, il vento che li coccolava e l'erba che accarezzava la pelle. Nessuna parola, solamente la calma nel cuore e nella mente. I battiti rallentano, le unghie si staccando dalla carne, gli occhi si schiudono e Rachel torna a respirare. Prende il telefono ed avvia la chiamata "È successo di nuovo?" nessuna risposta, "metti il telefono sul letto, dormiamo insieme". Con un passo apatico andò in camera, di mise nel letto e con la mano accarezzò il telefono, "Grazie" e poi la notte.
Vestiti larghi, sguardo basso e non sbagliare erano le regole. "Devi essere sempre perfetta Rachel" "E se non riesco?" "Non ti vorrà più nessuno, sarai sola per sempre. Non puoi sbagliare. Ora sorridi che ci sono i tipi amici, non vuoi che facciamo come i tuoi vero?" un respiro e poi il sorriso. Al momento della consegna delle verifiche la voce schiacciava Rachel come un masso di roccia, "Hai preso solo 7? Il 7 non è buono, i tuoi compagni hanno tutti preso 8, tu 7. Fai schifo, impegnati!". Rachel sentiva le lacrime salire nel suo corpo, una molotov pronta ad esplodere ma c'era qualcuno lì con lei pronto a disinnescarla. Andrew le strinse la mano e disse quello che serviva senza parlare. Le lacrime tornarono dentro di lei. "Perderai anche lui, come puó sopportarti?". Rachel strinse la sua mano "Scusami Andrew" "Sarò sempre con te".
Prima di girare la chiave di casa un sospiro, entrò e vide sua mamma servire il pranzo "Com'è andata a scuola amore?" "Normale, noioso come sempre" "Hai fame? Vieni c'è il pranzo pronto" "Non ho fame ora" un silenzio separò la fine dall'inizio "Rachel sono preoccupata, anche tuo padre lo è. Devi parlare con noi, per favore. Ti amiamo".
Lei urlò, urlò per quella voce, urlò per quelle cosce, urlò per quei polsi, urlò per quel viso, urlò per quel cibo, urlò per la scuola, urlò per quegli sbagli, urlò per quella paura, urlò per quell'ansia. Urlò per Rachel.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 13, 2022 ⏰

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