CAPITOLO 39 - Giustizia

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Padre:
"Sai Alex, ne è passato di tempo da quando ho visto il tuo bel faccino. Sei cresciuto."

Alex:
"Taci, lurido verme! Non pensare nemmeno di provare a fare il padre con me. Tu non sei più mio padre!"

Padre:
"Tutti hanno la capacità di compiere azioni sbagliate, qualche volta. Anche io ho commesso errori nella mia vita, non lo nego."

Alex:
"Qualche volta? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?!"

Padre:
"So che è difficile da accettare per un ragazzo come te."

Alex:
"Cosa dovrei accettare?! Io non accetto più nulla, tu per me non sei più nulla. Niente. Zero. Sei solo un uomo che mi sta intralciando. Se proprio volessi vederti come padre, dovrei accettare anche il fatto che ci hai abbandonati per il resto della nostra fottuta vita, me e mia madre, ci hai lasciati completamente da soli mentre cercavi di farmi dissezionare come una cavia da laboratorio. Che gran padre, eh..."

Padre:
"Su quello ho sbagliato, lo so. Ma è acqua passata."

Alex:
"No, non è affatto acqua passata... e non lo sarà mai. Se ho una vita di merda e il mondo è ridotto in questo stato è solo colpa tua! Se cerchi di farmi cambiare idea, stai solo sprecando tempo. Ne ho discusso anche con Nat e Giuly. Anzi, non so nemmeno perché sto ancora qui a parlarti e non ti abbia già fatto fare la fine che meriti. Andare a marcire all'inferno."

Padre:
"So il motivo per cui sei qui, il motivo più grande di tutti. Tu vuoi sapere la verità."

Alex:
"La verità? Tu non l'hai capito, io non voglio sapere più nulla da te! La verità ormai la so già tutta, ho messo insieme i pezzi. Se non ti ho ancora obliterato è perché io, a differenza tua, evidentemente ho un po' di coscienza."

Padre:
"Tu dici? Quindi, non vuoi sapere dov'è tua madre? Chi era in verità mio fratello, il Signor Hill? Non vuoi sapere perché ti ho abbandonato e perché sei stato scelto proprio tu? Ci sono un'infinità di cose, lì fuori, che tu ancora non sai. Il nostro incontro qui, oggi, è probabilmente il risultato di innumerevoli tentativi passati di distruggere il potere, in altre linee temporali."

Alex:
"Ma cosa diavolo stai dicendo.... t-tu stai delirando.
Voglio sapere solo di mia madre! Tu, sai dove si trova?! Rispondimi!"

Padre:
"Sì, io so dov'è."

Alex:
"Allora dimmelo! Dove l'avete portata?"

Padre:
"Se davvero vuoi saperlo, devi seguirci, devi metterti con noi. Noi ti proteggeremo, Alex."

Alex:
"Te lo puoi scordare!"

Padre:
"E va bene, l'hai voluto tu."

Lui cominciò a frugare nelle tasche con movimenti bruschi e convulsi, usando la sua mano sana, visibilmente tremante. Estrasse una specie di walkie-talkie, lo accese e con voce autoritaria pronunciò: «È arrivato il momento, Mery». Nel giro di pochi istanti, sentii una presenza dietro di me: era la Suprema. Il cuore mi batteva all'impazzata, e per un attimo mi paralizzai dalla paura. Non osai voltarmi, restai immobile a occhi chiusi. Tuttavia, non potevo restare fermo in eterno. Presi un respiro profondo, li riaprii, e con un colpo di volontà mi voltai, cercando di riprendere il controllo, pronto a confrontarmi con lei, mantenendo il tono fermo e deciso.

Il Mondo Oltre I Miei Occhi - Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora