22 - IL PARADISO NON è PER TUTTI

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Tre giorni dopo

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Tre giorni dopo

Roma, 21 luglio 2016

L'autostrada corre veloce da ore, come il tempo e come il vento.

Alberti continua a fissare la strada e il navigatore, suda e si lamenta da mezz'ora dei trenta gradi centigradi e dell'afa e del solleone e dell'estate in generale.

«Io detesto l'estate» si giustifica, mostrando il fazzoletto intriso di sudore, in un gesto d'imbarazzo. «Mi sono comprato una piccola baita in montagna, sì, in Trentino... ci vado appena ho un attimo, preferisco le alture... sai... non sopporto il caldo...»

Anna sorride di questo déjà-vu.

«Me lo ha già detto all'andata, dottore. Sa... quando siamo arrivati al Quadrilatero, una settimana fa» poi si incupisce. Possibile che una sola settimana le abbia cambiato la vita?

Alberti ci pensa un momento, poi aggiunge malinconico: «Lo so... ma il caldo non lo sopporto. Purtroppo quella baita dovrò venderla per pagarmi l'avvocato.» Capisce di aver commesso un errore a dirlo, quando la vede rattristarsi ancora di più. Così aggiunge solerte: «Ma da oggi le cose andranno meglio, piccola. Uberto Frey, tuo zio di Ginevra, si prenderà cura di te. Sei contenta?»

Anna si osserva in questo paio di jeans lisi che Alberti le ha rimediato. «Chissà che impressione gli farò... lui sarà super elegante...»

«Bé, a dire il vero, non faceva in tempo ad arrivare, sai per via del lavoro... ma ha mandato un rappresentante legale...»

Alberti continua a parlare, la sta portando dal notaio, oggi è il fatidico giorno della firma per la sua tutela, e Anna ripensa a quello che entrambi hanno perso.

«Che ne sarà di loro?» domanda a bruciapelo.

Alberti sa che si riferisce ai suoi parenti e ai parenti di David.

Emette un lungo respiro.

«Li processeranno, ma ognuno avrà una diversa pena detentiva, sono implicati a vario titolo nel reato. Ai tuoi cugini, con un buon processo, potrebbero andare i domiciliari, niente cella. Diciamo che i tuoi zii sono quelli messi peggio per via dell'omicidio. I capi d'accusa che gli imputeranno saranno diversi.»

Anna chiude gli occhi per un momento. «Lo zio non era cattivo.»

Alberti la guarda di lato, la fronte corrugata. «Definisci "cattivo".»

«Voglio dire... lui mi voleva bene.»

«Questo non fa di lui un uomo onesto.»

Lei scrolla le spalle. «In fondo sono solo persone disperate.»

«Se tutta la disperazione generasse criminalità, saremmo all'inferno, Anna.»

La fa sorridere. «Perché? Non ci siamo già?»

NON SIAMO FATTI PER LA PIOGGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora