M.H

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Numerosi corpi sudati, una musica assordante, mani che si toccavano ed io ero in cerca di aria. Mi facevo spazio tra la folla per cercare l'uscita, ad un tratto sentii la mia mano a contatto con quella di qualcun altro, mi girai di sbotto e vidi Andrea. Lei era una delle mie tre migliori amiche. La vidi mentre rideva come una sguaiata e cercava di mantenersi in piedi
"Andrea che cazzo fai?" Urlai sulla musica nel suo orecchio.
"Portami fuori ti prego" quasi pianse. La guardai in tutta la sua bellezza, i suoi occhi verdi erano lucidi e rossi e i suoi capelli rossi disordinati mentre cercava di mantenersi in piedi. Le afferrai la mano e nuovamente mi feci spazio tra la folla portando Andrea con me. Una volta raggiunta l'uscita la misi a sedere su una delle tante panchine, lei mi guardava quasi come se volesse scomparire e non capivo il perché cinque minuti prima rideva mentre adesso sembrava una morta con gli occhi aperti.

"Cosa succede?" Mi decisi a parlare, ma non ebbi risposta. Mi sedetti accanto a lei cacciando il mio pacchetto di sigarette e prendendone una anche per lei. Le misi la sigaretta in bocca e l'accesi, così feci anche con la mia. La guardavo mentre fumava la sua sigaretta e attendevo una risposta.
"Andre-" non mi fece finire la frase
"Sto bene, torno dentro a ballare, che fai vieni?" Disse in uno sbuffo
"No, rimango a prendere un po' d'aria" sorrisi. Mi lasciò un bacio sulla guancia e si avviò verso l'entrata.

Buttai la mia sigaretta ormai finita e presi il mio cellulare, guardai l'ora e indicava ancora le 21:30, sbuffai. Non mi piacevano molto le feste di questo genere, non si riusciva neanche a ballare per la troppa gente. Mentre ero immersa nei miei pensieri sentii un brivido per tutto il corpo causato da un soffio sul mio collo, gemetti al brivido accompagnato da baci su tutto il collo. Fermai le mie voglie e mi girai incredula. Vidi un riccio con degli occhi stupendi, che mi fissavano le labbra per poi passare al seno ed infine incontrarono i miei di occhi.
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"Maya" sorrise con voce roca.
"Cosa? Cioè che vuoi? Io non ti conosco." Sobbalzai in piedi.
"Piacere tutto mio, sono Harry, Harry Styles." Le sue prole suonarono come musica nelle mie orecchie, questo ragazzo ha un fascino che neanche Dio può dirlo.

Mi domandai come sapesse il mio nome, ma senza neanche darmi il tempo di porgli la domanda, mi afferrò la mano portando la mia schiena a contatto con il pilastro freddo. Avevo come la netta sensazione he non gli fregasse niente di tutta la gente che c'era, penso che però, nemmeno ci guardassero. Le sue labbra si attaccarono al mio collo cominciandolo a succhiare, non avevo idea di cosa stava succedendo ma mi piaceva. La mia testa era inclinata al lato e cercavo di tenere gli occhi aperti, così guardai in basso verso le sue all star bianche e potevo ammirare i suoi pantaloni neri aderenti, poi salii alle sue mani che mi cingevano la vita. Chiusi gli occhi per il troppo piacere e lui si fermò ridendomi in faccia
"Cosa c'è Maya?" Sorrise spavaldo
"Vaffanculo" spinsi il suo petto ma lui rimase immobile. Cercai di andarmene da lì ma mi riuscì impossibile, afferrò la mia mano e mi condusse all'interno, quindi dovevamo passare tutti quei numerosi corpi sudati che si muovevano a ritmo di musica. Si fermò ad un punto del gran locale e mi spiaccicò nuovamente vicino ad un muro. Poggiò la sua fronte sulla mia mentre continuava a guardare le mie labbra e poi i miei occhi. Mi leccai il labbro inferiore, e lui segui ogni singolo movimento della mia lingua. Ad un tratto le sue labbra furono a contatto con le mie in un modo dolce ma allo stesso tempo volgare. Unimmo le nostre lingue e fu una sensazione magnifica. Sapeva di vodka ma mi piaceva, e come se mi piaceva. Le sue mani erano ad entrambi i lati delle mie guance mentre le mie erano lungo la mia figura. Ad un tratto morse il mio labbro inferiore così da farmi gemere, una risatina vibrò nella sua gola, mentre continuava a mordere e succhiare il mio labbro. Si allontanò e ci guardammo
"Cosa vuoi che faccia Maya?" Sorrise maligno sapendo che mi aveva intrappolata
"Va a quel paese" lo spinsi e lui mi fermò prendendo il mio avambraccio
"Due secondi fa non mi avresti mandato a quel paese" disse divertito. Esaminai le sue parole ma era diventato abbastanza per me, dovevo andarmene da lì, avevo solo bisogno di andare a casa e dormire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 19, 2015 ⏰

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