31. Insieme

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Il cigolio del letto accanto mi fa sussultare, facendomi alzare di slancio con il cuore che batte senza freno. Sposto lo sguardo su tutta la stanza per controllare che non ci sia una potenziale minaccia, ma non vedo nessuno di sospetto e tutti gli altri dormono profondamente.

Sospiro, stanca e frustata per le poche ore di sonno, e mi sdraio, allungando i muscoli della schiena per rilassarmi. Le palpebre pesanti premono per chiudersi di nuovo, ma i movimenti agitati della persona stesa alla mia destra mi impediscono di farlo.

Osservo il corpo di Glad in preda agli spasmi e scosto le coperte per avvicinarmi senza svegliarlo. Ha gli occhi chiusi e il respiro pesante. Probabile che stia facendo un brutto sogno. Inarca le sopracciglia e una smorfia di dolore gli solca i lineamenti, mentre i suoi denti premono sul labbro inferiore quasi a trattenere un urlo.

Senza accorgermene, mi trovo a sfiorare la sua spalla e solo adesso mi rendo conto del suo petto nudo. I miei occhi cercano subito la sua schiena e, dove pensavo ci fosse lo squarcio provocato dagli artigli della pantera, scorgo una cicatrice rosata che parte dalla scapola fino alla colonna vertebrale.

«Glad, si svegli, è soltanto un incubo» sussurro per non disturbare nessuno.

Aumento maggiormente la pressione delle dita e le sue palpebre si spalancano di soprassalto. In una frazione di secondo, mi ritrovo distesa supina sul materasso con il suo corpo che preme per immobilizzarmi. Sento il suo respiro affannoso sul collo e le sue mani tremanti che tengono bloccati i miei polsi.

«Glad, è tutto ok.»

Solleva il volto fin quando le sue iridi scure si fermano a pochi centimetri dalle mie. Non so cosa abbia sognato, ma il turbamento nel suo sguardo è leggibile, così tanto che appena lo vede riflesso nel mio serra gli occhi. Flette il ginocchio e io mi preparo ad alzarmi, ma lo ristende tra le mie gambe prima di sprofondare sul materasso accanto a me, senza lasciare i miei polsi e impedendomi di muovermi. Il suo mento sfiora i miei capelli e riesco a sentire il suo respiro pian piano diventare regolare, mentre i muscoli tesi si rilassano.

Trascorriamo alcuni minuti nell'immobilità, poi, lentamente, elimina la sua presa sulle mie mani, lasciando il braccio sinistro rilassato sul mio ventre.

«Glad.»

«Lo so che è l'ultima cosa che vorrebbe fare, ma potrebbe rimanere, qui?»

«Perché?»

«Gli incubi non mi fanno dormire» sussurra prima di sospirare e appoggiare la guancia sul mio capo.

Provo a sollevare il braccio, mettendolo alla prova, ma la sua presa su di me rimane leggera. Ho la possibilità di andare via quando voglio. «Ad una condizione. Risponda a una mia domanda.»

Rimane in silenzio e comprendo che è il suo invito a parlare.

«Se non è vincolato da questa famiglia da nessun legame sentimentale né legale, perché è diventato il loro burattino?»

Sogghigna. «Crede che abbia avuto una scelta?»

«Per quanto poco la posso conoscere, so per certo che lei avrebbe trovato il modo di ribellarsi.»

Si sposta e avvicina le sue labbra al mio orecchio, provocandomi dei brividi istintivi che non riesco a controllare. «Che cosa le fa pensare che non lo stia facendo proprio adesso?»

Rifletto sulla sua domanda senza trovare una risposta, sentendomi ancora più stupida e ignara.

«Tutti siamo dei burattini manipolati da qualcuno, Iris, bisogna solo capire chi sia il nostro burattinaio per riuscire ad anticipare le sue mosse.»

Iris - Il regno di FloraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora