Re Elessar e Legolas cavalcavano nel Mark ormai da giorni.
Si erano fermati solo durante la notte, per concedere anche alle loro cavalcature un po' di riposo e avevano attraversato l'Estfalda indisturbati.
La loro partenza da Minas Tirith aveva inquietato gli animi della popolazione e in molti si erano opposti all'idea di lasciare solo il Re. Tuttavia, Elessar aveva insistito. Se fossero giunti ai confini del Reame Boscoso con un seguito di guardie armate, non si sarebbero potuti aspettare un caldo benvenuto.
Finalmente, giunsero in vista di Edoras, la quale spiccava maestosa sullo sfondo creato dai Monti Bianchi ad Est.
Poco distante, un branco di cavalli galoppavano sulle colline brune del Mark e con loro un Mearas dal manto argenteo, eccelsa cavalcatura dei Signori del luogo.
Con il sorgere del sole, Legolas e il Re degli Uomini fecero il loro ingresso nel Palazzo d'Oro di Meduseld, accolti da Re Éomer in persona. -Mio Signore Aragorn e Legolas Verdefoglia, è una gioia rivedervi.- Chinò rispettosamente la testa egli, dinanzi al Re di Gondor e Arnor, e i suoi occhi tradirono un sincero affetto. Gli anni avevano scavato rughe profonde sul volto fiero del Rohirrim ma nel corpo e nella volontà era ancora saldo e forte.
-Anche per me, amico mio.- Lo imitò Elessar.
Una volta puliti e rifocillati, i due viaggiatori si accomodarono nella Sala del Trono e sire Éomer con loro. Si fece serio, avvicinandosi con fare complice ai due ospiti: –Ho ricevuto il tuo messaggio Aragorn, e ho assistito all'avvenimento di quel giorno. Non so dove sia finita la stella ma Rohan affronterebbe con te qualunque pericolo a costo di trovarla.- Elessar scosse la testa, intimandogli di rilassarsi: -Ti ringrazio per la tua lealtà ma per ora non ve n'è bisogno. Saremo io e Legolas a indagare, poiché già conosciamo il luogo dove la stella è caduta. Gli elfi la chiamano Sillen ed ha toccato terra a Nord di Bosco Atro.-
Il Re del Mark spostò lo sguardo sull'elfo biondo, sollevando un sopracciglio: -Ormai Bosco Atro viene chiamato Bosco Foglieverdi. Non c'è alcun pericolo lì, da quando Celeborn e Thranduil l'hanno bonificato. Inoltre, sei il Principe di quel luogo, sarà facile trovare la stella, lasciando agli elfi del Reame Boscoso il compito di perlustrare l'intera area.-
Legolas non parve dello stesso avviso: -Mio padre regna con dedizione su quelle terre ma certamente non è un Re propenso a trattare. È molto probabile che abbia già trovato Sillen ed anche che la stia studiando.-
L'uomo non capì il motivo di tutta quella ritrosia: -Non è un bene? Gli elfi hanno conoscenze ed esperienza superiori a noi uomini e ora che Lórien e Gran Burrone sono stati quasi del tutto abbandonati, il Reame Boscoso è l'ultimo regno degli elfi ancora autorevole e potente.-
Fu Elessar a rispondere, posando una mano sulla spalla dell'elfo che, dispiaciuto, guardava in basso: -A Re Thranduil non interessa dividere con altri ciò che è suo. Qualsiasi cosa sia, Sillen apparterrebbe solo a lui e al suo Regno.-
Éomer alzò le spalle, risoluto: -Che se la tenga pure. Se fosse un pericolo sarebbe il primo ad averci a che fare! Non dovremmo curarcene.-
Elessar cercò di accendere la propria pipa, con le mani ancora dannatamente tremanti: la sensazione di pericolo non l'aveva abbandonato nemmeno un secondo e la sua preoccupazione andava via via intensificandosi. –Se fosse un pericolo, avresti ragione, amico mio. E se in vero Sillen fosse qualcosa di diverso?- Cercò di spiegarsi meglio, notando l'occhiata confusa del Re di Rohan: -Le stelle sono il dominio di Varda, come sai. Sillen potrebbe essere buona, benevola e chiarificatrice. Potrebbe essere stata mandata dai Valar per qualche motivo a noi ancora sconosciuto.- I tre si guardarono, rimanendo in silenzio a riflettere su quelle parole. Fu Éomer a parlare per primo: -Cosa intendi fare allora, Aragorn?-
Quello tirò una boccata di fumo e sospirò: -Per ora, possiamo solo trovare Sillen. È l'unico modo per venire a capo di questa situazione. Rohan si tenga sempre pronta e state all'erta. Se Thranduil non sarà disposto a collaborare, non so a che destino potremmo andare incontro.-
Il Rohirrim annuì. Il loro futuro era probabilmente nelle mani del Re elfico e pregò che fosse meno ostinato di come gli era stato presentato.
I tre amici furono improvvisamente distratti dal suono chiaro di passi frettolosi, dietro di loro, e una soave voce femminile li raggiunse. –Mio Signore, non sapevo avessimo ospiti.- Nella Sala del Trono avanzò una dama dalla lunga treccia scura e dalla ricca veste rossa e verde, in onore dei colori del vessillo di Rohan.
Legolas si alzò per primo, inchinandosi: -Vanimle sila tiri, (la tua bellezza risplende) Lothíriel di Dol Amroth.-
La Regina del Mark era infatti un elfo e fu ben lieta di sentir pronunciare quelle parole nella sua lingua madre. Sorrise, affiancando il marito: -Hannon le, (grazie) Legolas del Reame Boscoso. Dò il benvenuto ad entrambi.- S'inchinò a Re Elessar poi si rivolse ad Éomer, visibilmente irritata, senza curarsi di avere degli spettatori: -Sono sempre l'ultima a sapere le cose. Se mi avessi informata, avrei accolto molto più degnamente il Re di Gondor, non credi?-
L'uomo tossicchiò per dissimulare una risata e indicò i loro ospiti con uno sguardo. Lei si ricompose, lisciandosi la veste e sfoderando nuovamente un sorriso affascinante: -Perdonatemi, che sbadata, vi ho interrotti. Di cosa parlavate, se posso chiedere?-
Elessar e Legolas puntarono gli occhi sul Rohirrim che si limitò a guardare con tenerezza la bella dama e a sollevare le spalle, tentando di sviare il discorso. Non servì, perché il giovane principino di Rohan era entrato a sua volta nella sala e si era inchinato con garbo di fronte a Elessar e Legolas, attirando l'attenzione su di sé: -Buon giorno, mio signore Aragorn. E anche a te, mio signore Legolas.- Loro chinarono il capo, colpiti dal vedere tanta compostezza in un ragazzino.
La madre lo guardò orgogliosamente: -Molto bene. Proprio come si dovrebbe comportare un principe, Elfwine. Dovresti insegnare le buone maniere anche a tuo padre.- Sibilò, lanciando occhiatacce al marito.
Elfwine soffocò una risata e scambiò dei rapidi ed eloquenti sguardi con il padre, che s'inchinò brevemente ai suoi ospiti: -Vi lasciamo riposare, il viaggio è stato lungo e faticoso. A partire da domani vi scorterò personalmente ai confini con Lothlórien, se lo desiderate.-
Quelli annuirono e lui uscì in compagnia di Lothíriel, che ancora cercava di estorcergli qualche informazione: -Dimmi cosa vi siete detti Éomer, o giuro che non ti rivolgerò la parola per i prossimi cento anni!-
Elfwine sollevò le spalle e sorrise a mo' di saluto, quasi a volersi scusare dei modi poco ortodossi dei suoi genitori e i due viaggiatori lo guardarono allontanarsi, ridendo per l'intera scenetta.
–Re Theoden sarebbe felice di vedere tutto questo. Deve essere fiero di suo nipote.- Commentò Legolas.
–Lo vede. Lui e tutti i suoi antenati assistono allo splendore di Rohan.- Rispose Elessar, ricordando con nostalgia il precedente Re del Mark, con cui aveva combattuto molte volte e che aveva perso la vita al suo fianco, sul campo di battaglia.
Era stato un matrimonio insolito, quello tra Éomer e Lothíriel, la figlia del principe elfico Imrahil di Dol Amroth, ma gli abitanti di Rohan avevano amato e sostenuto i due regnanti sin dal principio. Ella era discendente di Galador il Mezzelfo e, inoltre, la sua natura immortale rendeva suo figlio Elfwine il primo erede di sangue elfico nella stirpe reale di Rohan. Era ancora un ragazzino ma Elessar aveva intuito la sua natura benevola ed era certo che, d'ora in avanti, le terre del Mark sarebbero state sempre più prospere e pacifiche.
STAI LEGGENDO
La Stella dei Valar
ФанфикFanfiction ispirata alle opere di J.R.R Tolkien. La Guerra dell'Anello è giunta al termine e la Terra di Mezzo prospera in pace. O forse no. Dal testo: "Tu sei nata per una ragione e il tuo cammino non può cambiare. Ma un destino scritto è anche una...