Capitolo 28

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Olivia's Pov
I funerali furono i più strazianti a cui io ricordo, i giorni che proseguivano andavo sempre a raccogliere le rose blu, le preferite di Nike e delle rose gialle, diceva sempre che il giallo li ricordava Ermete e il loro amore. Raccontavo della mia giornata e restavo a fissare i loro nomi sulla loro tomba fin quando non tornavo all'accampamento per stare con Olimpia. Anche se ormai Nicholas era abituato a trovarmi lì mi rimprovera di avvisarlo prima che fossi stata lì.

Tre giorni. Erano passati tre giorni da quando se ne erano andati e per me sembrava un'eternità.

"Olimpia per favore mangia" la pregai per la centesima volta. Da quando Nike era morto si ostinava a non voler mangiare.

"Non ho fame" negò un'altra volta.

Non so più cosa fare. Se non torna a mangiare al più presto diventerà uno scheletro.

"Lascia fare a me Olivia" Nicholas che era alla soia della tenda si fece avanti.

"Sei sicuro?" lui annuì e lasciai un bacio sulla guancia ad entrambi prima di uscire dalla tenda e lasciarli soli.

Spero riuscirà a convincerla.

I miei occhi si puntarono nel cielo e nel sole che splendeva più che mai. Ho paura di ciò che succederà d'ora in poi. Ne ho tanta. Non per me ma per le persone a cui tengo e per tutti gli uomini che combattono ogni giorno al mio fianco.

"Principessa."

"Dimmi Ascario."

"Perseo vi vuole parlare."

"Arrivo" sospirai chiedendomi cosa volesse ancora.

Camminai di fianco ad Ascario che stava in silenzio con un cipiglio sul volto mentre guardava il vuoto. Entrammo dentro la tenda vedendo che Perseo fosse solo se non per i due servitori che aveva regolamento per proteggerlo da solo gli dei sanno cosa.

"Mi volevate vedere?"

"Sì, Principessa" si alzò dal suo trono facendo qualche passo verso di me.

"Vi ho chiamato per parlarvi."

"Di cosa?"

"Ditemi, è frequente che le vostre schiave vadano in giro per l'accampamento come se niente fosse pensando di passare inosservate?"

"Perché mai me lo state chiedendo?"

"Ho visto una vostra schiava. Capelli marroni, occhi scuri, un bel portamento. La conoscete?"

"Affatto."

"Voi mentite."

"Da cosa lo deducete?"

"I miei informatori. Dicono che è vostra cugina."

"Magari si sbagliano."

"I miei informatori non si sbagliano mai, Principessa."

"Quindi a meno ché voi non abbiate altre preferenze, quella ragazza è vostra cugina e voi non avete detto niente."

"Perché avrei dovuto?"

"Passerà nelle mie mani" annunciò all'improvviso senza rispondere alla mia domanda.

"Non osate."

"Voi mi avete dato un'affronto e adesso ne pagherete le conseguenze. Andate a prenderla."

"Voi non le farete niente. Dovrete passare sul mio corpo."

"Ancora meglio se è morto. Spostatevi Principessa."

"Per colpa vostra ho perso un fratello, non perderò anche Olimpia" toccai con una mano la mia spada rimanendo nella stessa esatta posizione.

"Olimpia, è così che si chiama. Un leggiadro nome, soprattutto da sussurrare a letto" schiusi le labbra e lui rise forte insieme ai sui due uomini. La sua risata era così tanto forte da farmi salire il sangue al cervello.

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