" Simò te devi da sbrigà"
" Manuel sto uscendo"
" Non è vero manco pe niente , lo sai come 'o so? Sono le 7:25 e tu a quest'ora ti starai ancora a spruzza quer profumo der cazzo sui polsi prima di chiuderti i polsini della camicia e infilarti er majone"
" Non vorrei distruggere la tua così ben elaborata descrizione delle componenti della mia routine, ma sono già a sistemarmi il colletto della camicia"
"Non dì cazzate"
"Te lo giuro e poi scusa ci saremmo preparati insieme la mattina al bagno mezza volta da quando vi siete trasferiti qui e ti ricordi a menadito come e quando indosso i miei indumenti?"Manuel a quel punto schiacciando lievemente la fronte sul legno della porta e posizionando le mani a coppa dietro alla nuca ispirò quanto più ossigeno potesse e rilasciò con lentezza quel fiato che gli si era incastrato tra cuore e labbra ad aver compreso il peso di quanto detto dettato dall'ansia crescente di far tardi per uscire, proprio quella mattina tra tutte.
"L'ho capito quello che stai cercando de fa' simò"
"Sarebbe?"
"Stai prendendo tempo perché sicuro come 'a morte stai ancora a cerca de allaccià i bottoni de 'a camicia. Te serve na mano?"
A quel punto Manuel avvertì uno sbuffare sommesso provenire dall'interno del bagno che si andò a mischiare ad un vibrato quasi impercettibile , segno che simone stava cercando di celare un principio di risata che gli stava scuotendo il corpo dalla gabbia toracica alla punta dei piedi. Manuel un suono così lo avrebbe voluto approfondire, aveva immaginato più volte di quanto fosse disposto ad ammettere di muovere come un musicista le sue mani sul suo costato e farne uscire una melodia che ricordasse quella emessa da uno xilofono sotto studiate percussioni.Improvvisamente la porta si spalancò e Simone gli rivolse un sorriso sbilenco che mostrava una fossetta sul lato sinistro del viso e si indicò tutto fiero , esibendo una camicia perfettamente abbottonata; spostando lo sguardo manuel incrocio il suo e vi lesse... Affetto? Complicità? Un velato luccichio di qualcosa che sapeva di casa e sicurezza e al contempo lo lanciava in uno stato di trance tale da fargli percepire una leggere morsa allo stomaco e spasmi, non brividi, veri e propri spasmi scuoterlo tutto a partire dalla parte bassa della schiena.
Si doveva proprio ricomporre.
"Viè un po' qua sù" . Con un gesto fulmineo si allungò verso l'altro e gli ripiegò come meglio poteva il colletto , cercando di limitare al minimo quel contatto. Sì, anche solo sentire sui polpastrelli il tessuto che fasciava la pelle candida di simone gli sembrava una connessione troppo intima, troppo ingestibile se ogni volta che questo avveniva ,anche solo quando i loro gomiti si incontravano con le felpe a nasconderli, lui annaspava per non perdere i sensi.
"Manuel non ti ho mai visto così impaziente per un'uscita scolastica, a teatro per giunta! Che ti succede?"
Manuel lo spinse lungo il corridoio per fargli imboccare le scale e lo lasciò sensa risposta, non avrebbe trovato parole che avessero potuto esprimere il perché... O forse sì ed era questo a renderlo così inquieto.
Salirono in macchina perché quella mattina si sarebbero diretti direttamente al teatro Orione con Dante, che aveva organizzato l'attività didattica e scelto con cura l'opera a cui avrebbero assistito i suoi studenti : 'Atti osceni - I tre processi di Oscar Wilde'._
Quando suo padre dopo un mese dall'inizio dell'anno scolastico era entrato in classe annunciando che li avrebbe portati a teatro , Simone non aveva battuto ciglio. Si aspettava ormai proposte stravaganti di questo genere da parte sua e anzi ultimamente ne era addirittura incuriosito, attirato quasi al pari dei suoi compagni di classe.
Aveva dato loro il giorno, l'orario, il luogo ed il titolo dell'opera teatrale ma accompagnandoli con un' insolita richiesta: nessuno avrebbe dovuto cercare in anticipo su internet informazioni relative alla trama per non rovinare una lettura priva di idee preformate su quanto avrebbero percepito dal vivo. Più facile a dirsi che a farsi visto che avevano passato le successive tre settimane di attesa a cercare di dare un'interpretazione più approfondita a quel poco che avevano per mano durante le ricreazioni.
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Uno spettacolo chiamato vita
FanfictionQuarto anno al liceo Da Vinci ed inizia con una stravagante uscita a teatro. La finzione non è mai pura immaginazione. copertina di @s0fstories