Era una tranquilla mattina d'autunno, l'aria era umida e tutto intorno portava le tracce dell'acquazzone avvenuto durante la notte; ero seduta su una di quelle vecchie panchine della nostra stazione, aspettavo il treno che come ogni mattina mi avrebbe portata in città.
La giornata si prospettava buia e fredda e l'umidità era tale da penetrare nelle ossa, quando, improvvisamente, un raggio di sole squarciò la coltre di nubi e nebbia, incendiando così il bosco vicino alla stazione. Vedendo il meraviglioso gioco di luci la mia mano corse immediatamente alla borsa, nella quale tenevo il blocco con i tutti i miei schizzi, e dopo aver preso ciò di cui avevo bisogno iniziai a disegnare febbrilmente; ero così immersa in ciò che stavo facendo, che non mi resi conto dell'arrivo di un'altra persona. Fu il click di una macchina fotografica a farmi trasalire e a riportarmi con i piedi per terra. Solo allora mi accorsi dello sconosciuto che si trovava con me sulla banchina: era alto e slanciato, portava un cardigan color ruggine lasciato aperto sopra una camicia bianca e dei pantaloni scuri; aveva con sé un bagaglio leggero e appesa al collo una macchina fotografica.
Quando incrociammo lo sguardo vidi la sorpresa e l'imbarazzo dei miei occhi specchiarsi nei suoi color nocciola, allora, non sapendo come reagire e come porre fine a quel momento così snervante, accennai un timido sorriso nella sua direzione e riportai la mia attenzione allo schizzo ancora incompleto; ma, nonostante osteggiassi una perfetta calma, in cuor mio non facevo altro che arrovellarmi su quell'unico click, non riuscendo a scrollarmi di dosso la sensazione che la foto non ritraesse solo il paesaggio.
Mentre cercavo di calmarmi e riacquistare la mia compostezza, sentii i passi dello sconosciuto avvicinarsi alla mia panchina, ma non alzai lo sguardo finché non sentii la sua presenza proprio accanto a me; allora il mio sguardo incontrò di nuovo il suo, questa volta carico di scuse. Abbassai gli occhi e vidi che mi porgeva la macchina fotografica: sul display una foto nella quale era ritratta una ragazza, intenta a disegnare, su uno sfondo in cui i colori oro, rosso e arancio degli alberi entravano in perfetto contrasto con il colore plumbeo delle nubi, dalle quali spuntava quell'unico timido raggio di sole.
Subito il mio sguardo tornò a lui, che, silenziosamente, mi stava e pregando di perdonarlo per quello scatto rubato e di poterlo tenere. Non so bene perché ma decisi di permetterglielo, a patto che me ne desse una copia.
Poi il treno arrivò.
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Racconti brevi
Short StorySalve a tutti! Come si evince dal titolo, questa è una raccolta di brevi racconti, perfetti per i momenti di noia. Spero vi piacciano!