Cose Non Dette

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Durante l'università e, il conseguente tirocinio in ospedale, avevo imparato tante tecniche di rilassamento e di postura benefica. Brillanti professori e fisioterapisti, avevano affiancato quel meraviglioso percorso di formazione suggerendomi tecniche innovative e i trucchi del mestiere. Su quei lettini da massaggio, avevo arricchito il mio bagaglio culturale oltre che a fare altri tipi di conoscenze approfondite con le altre tirocinanti.

Ripensare alla mia vita precedente mi lasciava sempre il sorriso sulle labbra. Le scopate nei posti più disperati, le scorribande notturne con Saverio e le bevute di vodka e Martini come se non ci fosse un domani, erano le attrazioni principali di quella vita dissoluta.

Non mi mancava quella vita, ma ripensaci aveva un effetto benefico e liberatorio, come gli esercizi che avevo appreso e che stavo mettendo in atto all'interno della mia auto tra un semaforo rosso e la coda infinita tra le strade affollate di Milano.

Ne avevo preso atto e consapevolezza. Ne avevo tratto il meglio e, perché no, anche il peggio, lasciandomi in corpo solo il ricordo del divertimento e della spensieratezza senza vincoli e senza ripensamenti. Sicuramente, quello che vivevo adesso, era lontano anni luce da quelle situazioni a volte al limite, ma grazie ad esse avevo finalmente trovato la mia rotta e il mio porto sicuro.

Alzavo e abbassavo le spalle ritmicamente per poi stirare le braccia sullo sterzo rilassando finalmente quei muscoli che sembravano essersi atrofizzati durante la notte passata tra divano e terrazzo, quando all'improvviso sentii il cellulare squillare.

« Buongiorno Dottore! »

« Avvocato... »

« Allora? Com'è andata la serata dalla dolce mammina? »

« Non è andata bene... »,

« Cioè? »,

« Ha preso Anita per una sciacquetta e ha chiamato me stimato e brillante dottore... »,

« Ma è impazzita?! Tu, brillante e stimato dottore?! », chiese con quella vena comica che lo contraddistingue.

« Eh, non so che dirti... »,

« Adesso, a parte gli scherzi, come sta Anita? »,

« Beh, essere presa per una poco di buono dalla suocera non era di certo la sua aspirazione... »,

« Cazzo... mi dispiace... »,

« Eh, ho passato la notte a maledirmi per averla portata in quel posto... io volevo solo darle una parvenza di famiglia... ho sbagliato tutto... »,

« Da, non è colpa tua... tu eri in buona fede... »,

« Lo so, ma Anita ha pensato che io non la amassi in base alle parole create ad hoc da mia madre... ho creduto di perderla... »,

« E adesso? »

« Adesso abbiamo chiarito... però non ti nascondo che tutta questa storia mi ha lasciato un'amarezza dentro che non ti immagini... »

« Immagino... »

« Non voglio più vederla Sa... neanche per sbaglio... »

« Non credo che sarà facile dato il matrimonio imminente... »

« Non sapeva niente prima, e non saprà nulla adesso... »

« Sì, ma adesso sa di voi, e sa quanto ami Anita... non credo che si fermerà... »

« Beh, troverà pane per i suoi denti! Non ho intenzione di lasciarla vincere... »

« Stai attento... »

« Tranquillo, lo farò... piuttosto dimmi com'è andato il tuo fine settimana? »

« È andato benissimo! Valeria era felicissima! Figurati che ha anche azzardato una proposta! »

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