8. Non puoi arrenderti, pensando a una morte certa, senza lottare.

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Ancora prima di aprire gli occhi e vedere Thomas catapultarsi verso di me, già percepivo la sua presenza nella stanza. Non so come spiegarlo, ma sento la sua agitazione scorrere nelle vene.

«Ehi, come stai?» chiede molto preoccupato, aiutandomi ad appoggiarmi alla parete con la parte superiore della schiena. Balbetto qualcosa ma non sono lucida.

"Esci da quel labirinto. Ti cercherò là fuori." è stata la frase che ho sentito prima di svenire. Era la voce di una donna, ricordo solo questo.

«Merda» impreca qualcuno dietro le spalle di Thomas.

«Che succede?»

La figura slanciata di Newt appare dietro al moretto, che si irrigidisce e si scansa, sedendosi sull'altro letto nella stanza.

«Minho e Alby non sono ancora tornati» Newt è preoccupato è palesemente in ansia. I suoi capelli biondi sono scompigliati, come se ci avesse passato le mani almeno una dozzina di volte.

Mi si ferma il cuore a sentire quella frase. Che gli sarà successo?

«In più tu sei svenuta senza un preciso motivo, come dicono i medicali» continua Thomas, alzandosi e prendendo un piatto contenente delle zollette di zucchero color miele.

«Cosa sono?» chiedo ancora frastornata.

«Parli a me? Non ne ho la più pallida idea. Erano nella scatola e brillavano di una luce strana» risponde il moro «e c'era un bigliettino con scritto il tuo nome»

«Jeff dice che può essere una "medicina" per rimetterti in forze» Newt si alza, afferra un quadratino e me lo porge. «Mangiane un pezzettino... Al massimo non accadrà nulla... Si spera...»

«Si spera? Cioè non ne siete certi?»

«Beh ecco...» cerca di dire Thomas, ma è impanicato «No...» risponde infine.

Newt mi passa il blocchettino. Lo osservo per qualche secondo prima di decidermi di mangiarlo. Si scioglie subito e sento un sapore dolce, mentre il corpo comincia a formicolare.

Improvvisamente mi sento meglio.

Mi alzo in un attimo, mentre i due mi guardano stupefatti.

«Ne vuoi altro?» mi chiede Thomas «Dato l'effetto che ti ha fatto un solo pezzo, io li prenderei tutti»

Ho il brutto presentimento che sia meglio non farlo, quindi declino l'offerta e proibisco a entrambi di toccarne anche solo un pezzo.

«E perché scusa?»

«Sesto senso femminile».

Sono sicura, quasi quanto ero sicura di conoscere già Thomas, che quei piccoli quadratini devono stare lontano da tutti loro.

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Usciamo dal Casolare e ci dirigiamo verso una delle porte del labirinto.

«Manca poco» dichiara uno dei velocisti, osservando il suo orologio digitale al polso.

Newt è sempre più agitato.

«Non possiamo mandare qualcuno là fuori a cercarli?» chiede Thomas. È la stessa cosa che mi sto chiedendo anche io.

«No. Non si può. È una delle regole principali della Radura. E poi tra poco si chiuderanno le porte quindi non servirebbe a nulla» rispondi Newt, prima di passarsi una mano tra i capelli già scompigliati.

Una figura appare dal fondo del corridoio. È Minho. Sta portando in spalla qualcuno, Alby.

Tutti cominciano a gridare i loro nomi ma nessuno prova a fare un passo in avanti. Si sente un cigolio e le porte cominciano a chiudersi.

La Radura ~ Thomas || MAZE RUNNERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora