Capitolo 39

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Edward
"Come sarebbe che a fine mese verremo con te a Washington? E vuoi lasciare così il lavoro?"

Sputo rabbioso verso mio padre che se ne sta seduto a tavolino come se nulla fosse mentre sorseggia un bicchiere di vino rosso.

"No affatto, sto andando li proprio per quello, lo stipendio che mi danno qua è molto basso e Robert come sai, che è il capo dell'agenzia, è stato lui ha mandarmi li"

Tiro uno sguardo a mia madre che sta poggiata al bancone della cucina mentre ci ascolta.

"Perché hai deciso di spostarti li? Perché non vuoi rimanere qua con noi?" Stringo i pugni.
"Perché figliolo, io sono solo il registra e tutto sommato è lui il capo dell'agenzia, lui decide per me"

"E tu ovviamente hai accettato di andare, come fai sempre, tanto è questo che fai, ci lasci sempre"

"Figliolo so che per te è difficile, ma quello che ti sto chiedendo ora, è di fare una scelta, o rimani qui con tua madre o vieni con me e tua sorella e in questo modo continuerai con il tuo lavoro"

"Cosa?" Chiedo non sapendo cosa dire.

"Edward, vieni con noi, ci siamo ritrovati da poco e già ci vogliamo dividere?"
Mi volto verso mia sorella che sta lacrimando.
"Cosa? Cazzo non verrò con voi, qui ho i miei amici e la mia vita" Sbotto ma quando una lacrima riga il volto di Millie mi pento di aver risposto così male.

"Cazzo perché adesso piangi" Sussurro avvicinandomi a lei.

"Sentite devo pensarci, adesso sono troppo nervoso per pensare a cosa voglio fare va bene?"

"D'accordo, ma fa la scelta giusta" Risponde mio padre alzandosi dalla sedia.

"E tu mamma? Non dici nulla?" Chiedo quando mi accorgo che è rimasta per tutto il tempo li in silenzio.

"Non lo so Edward, hai sempre vissuto con me da quando eri piccolo e ovviamente la cosa che posso dirti da mamma è di rimanere qua con me, ma non voglio assolutamente influenzarti, sei ormai grande, hai diciassette anni e sei tu che devi decidere ora" Cerca di dire con un sorriso ma la conosco troppo bene e so che si sta trattenendo dal non piangere.

"Mi sono già rotto il cazzo di questo problema, poi vi dirò cosa penso" Afferro il giacchetto di pelle dalla sedia.

"Ma dove vai ora?" Chiede Millie.

"Esco, devo distrarmi"
Rispondo seccato per poi uscire via da quella casa che stava per trasformarsi nell'inferno.

*

Veronica

Una volta aver finito di studiare con Jessie e Maddison al nostro solito bar, decido di fare una passeggiata sul lungo mare per distrarmi un po'. Mia madre fin da quando ero piccola mi ha sempre detto che passeggiare davanti il mare ti aiuta a pulirti e purificarti da ogni negatività. E così, quando ho del tempo per me stessa, mi ritrovo a passeggiare sulle spiagge di Los Angeles con la musica nelle orecchie.

Ho bisogno di stare un po' sola e pensare a quello che mi sta succedendo in questo periodo, ho troppi pensieri e problemi e devo cercare di risolverne almeno uno.

Sono le 19 e dovrei essere a casa, ma c'è un bel tramonto e così deciso di scattare alcune foto.

Quando sto per fare delle foto verso la spiaggia, riconosco quel ciuffo nero e quel giacchetto di pelle girato di spalle.

"Ciao" Dico quando mi avvicino a lui.

"che ci fai qui?" Domando e mi accorgo che in mano tiene una bottiglia di birra.
"Non vedi? Sto bevendo" Il suo tono freddo mi arriva dritto al cuore come una freccia.

"Sei ubriaco non è così?" Mi siedo affianco a lui. "Beh di sicuro se stai così vuol dire che è successo qualcosa" Continuo poi guardando dritta a me il mare.

"Mio padre se ne torna a Washington con mia sorella, se ne va di nuovo, non avrò di nuovo un padre Veronica" Sbotta guardandomi.
"Tuo padre a Washington? Ma perché?"
"Lavoro" Risponde secco.

"Ma il problema più grande è che vuole che io vada con lui" E mi volto subito a guardarlo.
"E tu vuoi andarci?" Sussurro quasi spaventata della risposta che potrebbe darmi.
"No. Cazzo no che non voglio" E mi accorgo che una lacrima le scende sulla guancia.

"Ma non voglio nemmeno perderlo capisci?"
Continua e vedo le sue mani stringere forte la bottiglia di vetro.

"Ehi" Dico posando le mie mani sulle sue.
"Troveremo un modo va bene? E anche se lui andrà via, sono sicura che continuerete a vedervi, magari non tutti i giorni come fate ora, ma continuerete a vedervi, ne sono sicura"
Lui si passa una mano sotto l'occhio e beve un'altro sorso di birra.

"Penso che questa non servi più che ne dici?"
Dico togliendogliela dalle mani per poi appoggiarla dietro di me.

"Scusami, non volevo mi vedessi così"
"Tranquillo, anche ai duri capitano momenti così" Le faccio un piccolo sorriso ma lui mi fulmina con lo sguardo. Senza pensarci due volte avvolgo le mie braccia intorno a lui per abbracciarlo.

Non ho mai visto Edward piangere, ma vederlo in questo modo mi ha fatto capire ancora di più quanto lui in realtà sia sensibile.

"Allora? verrai al matrimonio?" Domando quando arriviamo davanti la porta della mia casa. "Non penso, sinceramente non mi frega un cazzo se la madre di Jessie si sposa"
Faccio cenno con la testa come se in realtà non mi importasse.

"Perché tu tonta, vuoi che vengo?"
Il suo sorrisetto malizioso non promette nulla di buono. Il ragazzo attende la mia risposta standosene appoggiato al muro mentre si accende una sigaretta.

"Beh se è questo che vuoi sentirti dire allora ti accontento" Rispondo portandomi le braccia al petto. Osservo ogni suo lineamento del viso mentre aspira quel fumo lentamente.
"Quindi lo vuoi" Risponde soddisfatto.

Ma il mio silenzio è la risposta esatta.

"Ah Veronica...non riesci proprio a stare lontana da me eh?"

E sussurra quelle parole facendo scoccare la lingua sul palato.

Dᴜᴇ ᴘᴇʀғᴇᴛᴛɪ sᴄᴏɴᴏsᴄɪᴜᴛɪ ☾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora